È la sesta volta che la Cina tocca il suolo della Luna in 17 anni: proprio in queste ultime ore, il lander asiatico è arrivato sul lato nascosto del nostro satellite con l’obiettivo di cercare nuovi campioni da riportare sulla Terra. Chang’e 6 è il nome della missione senza equipaggio con cui la Cina aprirà nuove prospettive per la ricerca scientifica sulla Luna.
Missione Chang’e 6 sulla Luna: gli obiettivi della Cina
Il lander della missione Chang’e 6 è ha toccato il suolo lunare all’interno del Bacino Polo Sud-Aitken, il cratere più grande e antico della Luna. Con un diametro di 2500 chilometri e una profondità di 12, questo bacino è una delle aree più affascinanti e meno esplorate del nostro satellite. L’obiettivo principale della missione sarà raccogliere due chili di regolite lunare, materiale che verrà riportato sulla Terra per analisi approfondite.
La missione Chang’e 6 segue il successo di Chang’e 5, che nel 2020 aveva riportato sulla Terra campioni di regolite dal lato visibile della Luna.
Dopo l’atterraggio, il lander di Chang’e 6 comincerà un programma di tre giorni di studi intensivi, perforando il terreno e raccogliendo campioni. Una volta raccolto il materiale, il modulo di risalita lo trasporterà all’orbiter lunare, che poi trasferirà i campioni al modulo di rientro destinato alla Terra. L’arrivo della capsula con i campioni è previsto per il 25 giugno nella regione della Mongolia interna, in Cina.
L’acqua sulla Luna
Le prime analisi del materiale raccolto da Chang’e 6 promettono di offrire nuove informazioni sulla geologia lunare e sulla distribuzione dell’acqua sul satellite. Gli scienziati ipotizzano che la composizione dei campioni prelevati dal lato nascosto della Luna possa essere molto diversa rispetto a quelli raccolti dalle missioni Apollo e da Chang’e 5, offrendo così una nuova prospettiva sulla sua formazione ed evoluzione.
Negli ultimi anni, infatti, lo studio dell’acqua sulla Luna ha acquisito un’importanza crescente. L’acqua non si trova in grandi bacini come sulla Terra, ma è incorporata nella regolite, intrappolata all’interno di cristalli formatisi attraverso passate attività vulcaniche e impatti con altri oggetti spaziali. Capire in che modo l’acqua è distribuita e conservata sulla Luna è cruciale per le future missioni spaziali, sia per la costruzione di basi lunari che come risorsa per viaggi più lunghi, come quelli verso Marte.
Studiare i campioni provenienti dal lato nascosto della Luna consentirà agli scienziati di confrontare le differenze nella composizione del suolo e nelle concentrazioni di acqua tra le due facce del satellite.
Prospettive future
La missione Chang’e 6 non solo rappresenta un importante passo avanti per il programma spaziale cinese, ma segna anche un progresso significativo nella cooperazione internazionale. Diversi strumenti scientifici a bordo del lander sono stati forniti da Paesi come Francia, Svezia, Pakistan e Italia, quest’ultima con il retroriflettore laser passivo Innri, sviluppato dall’Istituto Nazionale di Fisica Nucleare.
La Cina ha già pianificato altre due missioni robotiche lunari per il 2026 e il 2028, con l’obiettivo di effettuare la prima missione con equipaggio entro il 2030. Queste missioni serviranno ad approfondire la conoscenza della Luna e a raccogliere nuovi dati preziosi.
Nata a Roma nel 1993, si è laureata in Lettere, con specializzazione in Storia Contemporanea. Attenta al mondo che la circonda, crede fortemente nel potere della collettività: ognuno, a modo suo, può essere origine del cambiamento. Amante del cinema e della letteratura, sogna di scrivere la storia del secolo (o almeno di riuscire a pensarla).