Nuovo, e tutt’altro che meritevole, record per la Terra: abbiamo appena vissuto il giorno più caldo da quando si effettuano rilevazioni.
Dopo aver dichiarato il 3 luglio, con una temperatura media globale di 17,01°C, il giorno più caldo mai registrato, ecco una nuova spaventosa registrazione. Secondo gli scienziati del progetto Climate Reanalyzer del Maine Climate Office – Climate Change Institute dell’Università del Maine, il 4 luglio, con 17,18°C, ha superato subito il record appena conquistato.
Emissioni continue di anidride carbonica e l’arrivo e il consolidamento di El Niño sono, secondo gli scienziati, le cause primarie di questo trend.
Il record del 4 luglio come giorno più caldo
Ecco subito un nuovo primato, neanche il tempo di proclamare il record del 3 luglio come il peggiore mai rilevato.
Con la sua media globale di 17,18°C, il 4 luglio diventa il giorno più caldo di sempre, superando tutti i record precedenti. Non solo quello del giorno prima (con 17,01°C), ma anche le rilevazioni del 24 luglio 2022 e del 14 agosto 2016 (quando la temperatura media registrata era di 16,92° C).
Da quando vengono effettuati rilievi meteorologici con regolarità, la temperatura media sulla superficie delle terre emerse e degli oceani non era mai stata così alta. E, sebbene queste registrazioni facciano riferimento a giorni singoli e abbiano quindi una valenza differente rispetto alle tendenze mensili e annuali, sono indicative dell’orientamento del clima per la stagione. Nulla porta a escludere, infatti, che questi possano essere solo i primi record per luglio, agosto e settembre.
El Niño, infatti, come previsto, comincia a farsi sentire aggravando le conseguenze del riscaldamento globale causato dalle attività dell’uomo.
Una situazione al limite in tutto il mondo. Se in Italia, basse temperature e piogge intense hanno reso più mite la primavera 2023, in Spagna e in molti Paesi asiatici sono state registrate temperature record assieme ad ondate di calore in luoghi dove normalmente non si verificano (come ad esempio il Mare del Nord). Nell’ultima settimana, poi, in Cina, le temperature hanno superato i 35°C, come anche negli Stati Uniti Meridionali.
Arriva El Niño
Trovano quindi conferma le preoccupazioni degli scienziati che avevano annunciato, a inizio anno, temperature nettamente più alte della media. Già giugno 2023 si era confermato il più caldo mai registrato e ora, con il consolidarsi di El Niño, la situazione potrebbe peggiorare di giorno in giorno.
El Niño, il fenomeno di riscaldamento del Pacifico tropicale centrale e orientale, è la variabile più potente che possa incidere sul sistema climatico terrestre. Torna dopo 7 anni, dopo il 2016, uno degli anni più caldi di sempre.
Questo fenomeno dura tendenzialmente dai 9 ai 12 mesi e causa un aumento delle precipitazioni (con conseguente rischio di inondazioni) nell’Asia Centrale, Sud America e sud degli USA e nel Corno d’Africa. Allo stesso tempo, provoca una grave siccità in altre regioni del mondo, come Indonesia, Australia, Asia meridionale e Centro America.
Ad aggravare gli effetti di questo fenomeno di naturale riscaldamento, le emissioni di anidride carbonica e di altri gas serra.
Il segretario generale dell’Organizzazione meteorologica internazionale, Petteri Taalas, ha dichiarato: «L’arrivo di El Niño aumenterà di molto la probabilità di battere i record di temperatura e innescherà più caldo estremo in molte parti del mondo e degli oceani». I governi sono chiamati quindi ad agire per ridurre l’impatto sulla salute della popolazione, sugli ecosistemi e sulle economie.
Nata a Roma nel 1993, si è laureata in Lettere, con specializzazione in Storia Contemporanea. Attenta al mondo che la circonda, crede fortemente nel potere della collettività: ognuno, a modo suo, può essere origine del cambiamento. Amante del cinema e della letteratura, sogna di scrivere la storia del secolo (o almeno di riuscire a pensarla).