Nella regione europea, 1,4 milioni di persone muoiono per fattori di rischio ambientale. A dichiararlo è l’OMS – l’Organizzazione Mondiale della Sanità – durante la Settima Conferenza ministeriale su ambiente e salute a Budapest.
Con questa Conferenza, verranno definiti impegni e priorità in tema di ambiente e salute per l’Europa. Al termine della conferenza, si adotterà la Dichiarazione di Budapest, da sottoporre all’approvazione del 73° Comitato regionale per l’Europa (Astana, in Kazakistan, 24-26 ottobre 2023).
Nonostante i progressi compiuti dagli anni Novanta, infatti, ben 1,4 milioni decessi all’anno sono ancora collegati a problematiche ambientali: prima tra tutte l’inquinamento atmosferico.
Con l’aggravarsi delle conseguenze del cambiamento climatico, sommate all’impatto della pandemia da Covid-19, è necessario aggiornare le strategie anche in ambito sanitario, per riuscire a completare il percorso prefissato dall’Agenda 2030. Proprio la pandemia, infatti, ha messo in luce le debolezze sistemiche nella prevenzione e nel riconoscimento delle malattie, evidenziando la stretta connessione tra cause ambientali e malattie trasmesse dagli animali all’uomo.
La Conferenza OMS a Budapest servirà a ripensare politiche, governance e azioni da intraprendere per l’ambiente e la salute.
L’obiettivo della Conferenza OMS a Budapest
Lo scopo della Conferenza consiste nel preparare e adottare una dichiarazione che presenterà specifiche azioni che i Paesi partecipanti dovranno attuare per preparare i sistemi sanitari nazionali. Essi dovranno essere in grado di affrontare le conseguenze del cambiamento climatico e ridurre gli effetti dell’inquinamento sulla salute.
Un nuovo approccio alla sanità che punterà a considerare la salute umana e la cura ambientale parte dello stesso obiettivo.
Come affermato da Hans Henri P. Kluge, Direttore regionale dell’OMS per l’Europa:
«Prevenire oltre un milione di morti ogni anno a causa di fattori di rischio ambientale è alla nostra portata, sappiamo cosa fare e ora è il momento di trasformare le parole in azioni. Tutti hanno diritto a un ambiente pulito, sano e sostenibile. Eppure la triplice crisi ambientale – cambiamento climatico, inquinamento e perdita di biodiversità – minaccia la nostra stessa esistenza e quella del nostro Pianeta, la nostra casa. La Dichiarazione di Budapest offre azioni concrete per migliorare gli ambienti in cui vivono le persone, ridurre il carico di malattie, ridurre le disuguaglianze sanitarie, alleviare la pressione sui sistemi sanitari e migliorare la nostra resilienza collettiva alle future pandemie».
Parte fondamentale dell’Agenda 2030 per lo sviluppo sostenibile è proprio il punto 3, quello dedicato alla salute e il benessere. La salute è il perno centrale del sistema, senza questa mancano gestione politica, innovazione, finanziamenti, progresso scientifico e tecnologico.
Le minacce alla salute
Un ambiente sano nella regione europea dell’OMS: perché è importante e quali misure possiamo adottare per migliorare la salute è il nuovo report OMS. Inquinamento atmosferico, acqua contaminata, scarse condizioni igienico-sanitarie, cambiamenti climatici e inquinamento chimico minacciano costantemente la salute umana anche in Europa, con un impatto fortissimo sui soggetti più vulnerabili, come anziani e bambini.
Il report sottolinea anche che malattie cardiovascolari, respiratorie e mentali o il cancro sono influenzate anche dai rischi ambientali.
Secondo il report OMS, nella regione che copre l’Europa e l’Asia centrale, ogni anno ci sono più di 1,4 milioni di decessi correlati a rischi ambientali evitabili.
Il caldo estremo dell’estate 2022 ha mietuto ben 20 mila vittime, mentre nel 2019, 570 mila persone sono state uccise dall’inquinamento atmosferico, più di 150.000 dall’inquinamento atmosferico domestico.
Ancora ben 77 milioni di persone non hanno accesso ad acqua potabile e sicura.
Ad aggravare il tutto, un approccio poco incalzante: la regione si muove a un ritmo ancora troppo lento che forse non permetterà di raggiungere in tempo gli obiettivi di sviluppo sostenibile.
Idea confermata in un altro rapporto OMS – Progress in the WHO European Region towards the SDGs in the context of the Ostrava Declaration on Environment and Health mid-way to 2030. Qui si sottolinea che in quattro aree di importanza cruciale (qualità dell’aria, acqua e servizi igienico-sanitari, prodotti chimici, rifiuti e siti contaminati) i progressi sono di fatto rimasti fermi.
Nata a Roma nel 1993, si è laureata in Lettere, con specializzazione in Storia Contemporanea. Attenta al mondo che la circonda, crede fortemente nel potere della collettività: ognuno, a modo suo, può essere origine del cambiamento. Amante del cinema e della letteratura, sogna di scrivere la storia del secolo (o almeno di riuscire a pensarla).