Le noci di mare invadono la Laguna di Venezia: quali sono le conseguenze

da | Mag 7, 2024 | news | 0 commenti

Non solo il granchio blu: a invadere la Laguna di Venezia sono anche le noci di mare, piccoli (e invisibili) predatori di larve che stanno danneggiando la pesca nell’area.

Le noci di mare (Mnemiopsis leidyi), animali gelatinosi, trasparenti e grandi appena pochi centimetri, sono l’oggetto di studio di un gruppo di ricercatori dell’Università di Padova, che in collaborazione con l’Istituto Nazionale di Oceanografia e Geofisica Sperimentale di Trieste, hanno analizzato l’andamento dell’invasione della specie nelle acque della Laguna. Questa specie invasiva sta diventando una seria minaccia per l’ecosistema lagunare e in particolare per l’attività di pesca artigianale.

Lo studio sulle noci di mare

Lo studio condotto dall’Università di Padova ha ricostruito la storia dell’invasione delle noci di mare nella Laguna, sottolineando come la loro presenza stia compromettendo l’ecosistema e le attività di pesca artigianale nella zona.

I ricercatori hanno collaborato attivamente con i pescatori artigianali locali, utilizzando le loro conoscenze per datare le fioriture della specie. Questo ha permesso di datare con accuratezza le varie tappe del processo, ovvero l’inizio e l’intensificarsi delle fioriture, fornendo una base solida per l’analisi dell’impatto sulla pesca lagunare. Il campionamento delle catture delle reti a forma di sacco ha inoltre fornito prove concrete degli effetti dannosi delle fioriture di noci di mare sull’attività di pesca artigianale.

Questo approccio multidisciplinare ha permesso ai ricercatori di tracciare con precisione i trend dell’invasione di M. leidyi nella Laguna di Venezia e di documentarne gli impatti diretti sulla pesca artigianale e sulle risorse ittiche locali.

Cosa succede nella Laguna di Venezia

Le analisi dell’Università di Padova partono dalle segnalazioni dei pescatori, i primi ad accorgersi dell’impatto che questa specie ha, dal 2014, sull’ecosistema. “Lo studio è il primo esempio di quantificazione dell’impatto che una specie invasiva ha avuto e sta purtroppo tuttora avendo sulla piccola pesca lagunare. Non c’è solo il granchio blu e il rischio di queste invasioni biologiche è quello della perdita totale di una tradizione di pesca lagunare quasi millenaria che utilizza attrezzi estremamente sostenibili” sottolinea Filippo Piccardi, primo autore della ricerca e dottorando all’Università di Padova.

Dalle analisi, è emerso che durante le fioriture di M. leidyi si è verificata una marcata riduzione nelle quantità di pesci e altri organismi marini catturati in Laguna, un indicatore chiave della salute dell’ecosistema e dell’attività di pesca. Tale fenomeno è strettamente correlato all’aumento della temperatura dell’acqua, un fenomeno che favorisce la proliferazione delle noci di mare e che ha causato una diminuzione della disponibilità di specie ittiche tradizionalmente pescate nella Laguna.

L’analisi inoltre ha evidenziato un impatto diretto sulle attività di pesca artigianale: le masse di noci di mare, ostruendo le reti da pesca, hanno ridotto l’efficienza e la redditività delle operazioni di pesca.

Questi risultati pongono serie sfide per la sostenibilità economica e ambientale della Laguna di Venezia e delle comunità locali dipendenti dalla pesca artigianale: un problema che, come evidenzia lo studio, richiede urgenti misure di mitigazione e adattamento.

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