È ancora guerra aperta contro gli orsi, in Trentino. Solo qualche giorno fa la Provincia Autonoma di Trento (PAT) ha presentato un nuovo disegno di legge per l’abbattimento di 8 orsi all’anno per i prossimi 3 anni: l’obiettivo sarebbe quello di «assicurare la pubblica sicurezza e la tutela dell’economia di montagna».
La gestione degli orsi della PAT si articola in quella che WWF definisce una linea politica anti-scientifica, che il nuovo provvedimento, pubblicizzato da Fugatti in un’intervista su una rete locale e pubblicato sul suo profilo Instagram, non fa altro che convalidare.
WWF: una strategia anti-scientifica, inaccettabile e inefficace
La PAT secondo WWF starebbe gestendo la biodiversità locale, e in particolare la presenza degli orsi nel territorio, attraverso una strategia che va contro ogni evidenza scientifica e che si basa tutta su un approccio populista che sfrutta le paure della popolazione anziché considerare tra le priorità la conservazione delle specie.
Nel corso degli anni, la Provincia di Trento, continua WWF, non è riuscita a gestire i grandi carnivori, mostrando la propria incapacità nelle politiche sugli orsi e nelle azioni contro i lupi. A luglio, infatti, era stata emessa un’ordinanza (poi bloccata dal TAR) per l’abbattimento di lupi nella zona di Malga Boldera.
L’orso è una specie protetta a livello nazionale ed europeo, con leggi e direttive che le leggi provinciali non possono ignorare.
Il disegno di legge di questi giorni non prende in considerazione il Piano d’Azione interregionale per la conservazione dell’orso sulle Alpi (Pacobace), ma un’analisi dell’ISPRA, basata su analisi demografiche e proiezioni. La simulazione fissa una soglia massima di abbattimento di 8 individui, di cui al massimo 6 adulti tra cui 2 femmine riproduttive, superata la quale la popolazione di orsi è a rischio. Eppure il Pacobace non stabilisce quote di abbattimento e prevede la rimozione solo degli individui pericolosi, che come evidenzia WWF sono in realtà rarissimi e non prevedibili.
Al di là dei modelli, WWF sottolinea la necessità di un approccio basato sulla prevenzione e sull’informazione: le quote di abbattimento non avranno mai la stessa efficacia di investimenti mirati, che non solo garantiscono la conservazione di una popolazione ancora a rischio, ma abbassano anche il livello di conflittualità con gli abitanti del territorio.
La posizione delle altre associazioni ambientaliste
Anche le altre associazioni animaliste hanno espresso le loro posizioni in questo contesto. L’Organizzazione Internazionale Protezione Animali (Oipa) conferma che il disegno di legge proposto dalla PAT sulla gestione degli orsi conferma il Trentino come maglia nera nella tutela della biodiversità. Il focus esclusivo sull’abbattimento viola le normative europee e non centra il problema principale: la necessità di adottare misure preventive per la sicurezza di escursionisti e animali.
Secondo la Lega Antivivisezione (LAV) questo provvedimento servirebbe solo a mascherare la grave inadeguatezza delle politiche oltre che una maldestra improvvisazione del presidente Fugatti: «Nessun accenno invece alle responsabilità della politica trentina che dal 2004 – anno di conclusione del progetto LIFE Ursus – non è stata ancora in grado di avviare un processo di comunicazione e informazione rivolto ai cittadini trentini allo scopo di prevenire possibili interazioni e incidenti con gli orsi. Una colpevole inadeguatezza dell’Amministrazione trentina che passa anche attraverso la mancata installazione dei cassonetti anti-orso che sarà completata solo nel 2028, con ben 24 anni di ritardo».
E conclude: «La nuova Legge annunciata dall’Assessore Failoni non avrà alcuna ricaduta sulla sicurezza delle persone, si tratta solo di un atto di propaganda politica acchiappa like, una palese presa in giro dei cittadini trentini che comporterà la violazione delle norme europee con conseguente apertura di una nuova procedura d’infrazione nei confronti del nostro Paese. Il presidente Fugatti prenda atto che la sua politica è destinata ancora una volta al fallimento e apra finalmente una nuova stagione basata sulla convivenza pacifica con i grandi carnivori, l’unica veramente in grado di garantire sicurezza a persone e animali».
Nata a Roma nel 1993, si è laureata in Lettere, con specializzazione in Storia Contemporanea. Attenta al mondo che la circonda, crede fortemente nel potere della collettività: ognuno, a modo suo, può essere origine del cambiamento. Amante del cinema e della letteratura, sogna di scrivere la storia del secolo (o almeno di riuscire a pensarla).