Bird strike: nel 2022, oltre duemila incidenti tra aerei e animali

da | Set 18, 2023 | news | 0 commenti

Sarebbe da attribuire al fenomeno del bird strike, l’incidente che ha coinvolto le Frecce Tricolori presso l’Aeroporto Caselle: Aermacchi MB33, guidato dal Maggiore Oscar del Dò, potrebbe aver incrociato un uccello in volo.

Gli scontri tra aerei e fauna selvatica sono molto più comuni di quello che si possa pensare. Secondo la recente analisi ENAC, Ente nazionale per l’aviazione civile, nel 2022, ci sono stati 2.168 incidenti con animali selvatici, prevalentemente uccelli, ma anche mammiferi, soprattutto nelle zone aeroportuali sotto i 300 piedi di altitudine.

Bird strike e wildlife strike: che cos’è?

Con wildlife strike si indica l’impatto violento tra un aeromobile e uno o più animali selvatici, principalmente uccelli (conosciuto come bird strike). Le conseguenze di queste collisioni variano in base alle dimensioni e al numero degli animali coinvolti, alla fase di volo e alla parte dell’aereo colpita.

Anche un impatto con un piccione durante l’atterraggio o l’aspirazione di una lepre nel motore durante la corsa di decollo possono produrre effetti simili a quelli di un proiettile. L’energia che si genera durante la collisione, infatti, è direttamente proporzionale alla massa e al quadrato della velocità.

Perché si verifica?

Il fenomeno del wildlife strike è in costante aumento a livello mondiale: il primo incidente documentato risale al 1905 e da allora le autorità aeronautiche prestano sempre molta attenzione a questi episodi. Oggi l’aumento del numero di collisioni tra fauna selvatica e aeromobili si deve principalmente all’incremento del traffico aereo e alla crescita di diverse popolazioni di animali selvatici nel corso degli ultimi decenni. Molti degli episodi recentemente documentati si verificano negli aeroporti e nelle loro immediate vicinanze, dove l’altitudine di volo è relativamente bassa: il 70% di questi eventi si verifica a quote inferiori a 200 piedi, l’85% sotto gli 800 piedi e oltre il 90% al di sotto dei 2.000 piedi.

La presenza di discariche, zone umide e aree con abbondanza di acqua e cibo nei dintorni di un aeroporto, infatti, rappresenta un forte richiamo per gli uccelli e la fauna selvatica in generale. Negli aeroporti sono attivi piani specifici di controllo e mitigazione del rischio, gestiti da personale specializzato nelle Bird Control Units. Inoltre, l’Organizzazione Mondiale dell’Aviazione Civile (ICAO) e altre organizzazioni e autorità dell’ambito aeronautico hanno stabilito una distanza di sicurezza di 13 chilometri dagli aeroporti, entro la quale limitare o mitigare le attività e le strutture che possono attrarre la fauna selvatica.

Per mitigare il rischio di wildlife strike, è fondamentale una gestione ecologica anti-fauna del sedime aeroportuale, combinata ad altri metodi di dissuasione, come l’erba alta, mantenuta oltre i 35 centimetri, e l’utilizzo di dispositivi specifici, sia acustici che visivi, per allontanare gli animali.

L’analisi ENAC

I casi registrati nel 2022, secondo la relazione annuale dell’ENAC sul fenomeno di bird e wildlife strike aggiornata l’8 agosto scorso, sarebbero 2.168: tra questi, in 1917 casi non si sono verificate conseguenze significative, mentre 40 hanno causato danni, 121 sono stati multipli e 103 hanno comportato la indigestioni, ovvero quando un animale finisce nei motori.

I danni maggiori riportati a seguito di queste collisioni coinvolgono principalmente il muso, i motori, il parabrezza, l’ala e la fusoliera dell’aeromobile, ovvero le parti anteriori. Nel 2022, il motore è risultato essere la parte dell’aeromobile più colpita (12% dei casi) insieme all’ala (7% dei casi).

La situazione negli aeroporti italiani

La relazione sulle collisioni aeree è ricca di informazioni e offre indicazioni su procedure e soluzioni adottate nei vari aeroporti italiani.

Per fare qualche esempio, a Caselle, il sito dell’incidente delle Frecce Tricolori, su un totale di 42.641 movimenti registrati nel 2022 si sono verificati 17 scontri (tutti uccelli) un numero limitato ma in crescita rispetto ai 10 del 2021 e i 13 del 2020. Nell’aeroporto sono state adottate misure specifiche e sistemi per scoraggiare gli animali, tra cui l’uso di auto con sirena bitonale e la presenza di 22 falconidi addestrati e due cani border collie, utilizzati per allontanare la fauna selvatica.

Se esaminiamo gli altri aeroporti, scopriamo che nel corso dell’anno, l’aeroporto di Bergamo-Orio al Serio ha registrato 88.846 movimenti, con 39 collisioni con uccelli e 17 con altri animali selvatici. Nel 2022, gli avvistamenti di storni, lepri e piccioni in area aeroportuale sono aumentati.

Nel 2022, l’aeroporto di Roma Fiumicino ha registrato 212.502 movimenti, con 124 collisioni con uccelli e 4 con mammiferi. La relazione sottolinea un aumento moderato nelle osservazioni di fauna selvatica rispetto all’anno precedente.

L’aeroporto di Napoli ha registrato 89.994 movimenti, con 64 collisioni con uccelli e 1 con altri animali selvatici. Quello di Bari, nello stesso anno, ha contato 52.503 movimenti, con 25 collisioni con uccelli e una con altri animali. L’aeroporto di Catania ha registrato 72.505 movimenti, con 57 collisioni con uccelli. Nell’aeroporto di Palermo 55.886 movimenti, con 28 collisioni con uccelli e nessuna con altri animali selvatici. Nel 2022, l’aeroporto di Malpensa ha registrato 186.617 movimenti, con 51 collisioni con uccelli e 10 con altri animali. Linate ha registrato 101.633 movimenti, con 36 collisioni con uccelli e 1 con altri animali.

Tag: aerei | animali

0 commenti

Invia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *