In Francia, stop ai voli brevi (ma solo per tre tratte)

da | Mag 25, 2023 | mobilità sostenibile, news, viaggiare green | 0 commenti

Con il decreto Climat et résilience la Francia ha sancito lo stop ai voli aerei brevi interni, per le tratte che possono essere coperte in treno con un viaggio di due ore e mezza.

Il provvedimento coinvolge di fatto soltanto tre tratte e per la Francia, nel percorso verso la riduzione delle emissioni, rappresenta solo uno step preliminare: vediamo in che modo è strutturato il decreto e perché fermare i voli brevi in Francia, con queste modalità, non risulta abbastanza convincente.

Cosa dice il decreto

Con il provvedimento pubblicato il 23 maggio sul “Journal officiel”, la Francia diventa il primo Paese al mondo a vietare, attraverso una legge, i voli a corto raggio, ovvero quei voli brevi che coprono una distanza tra due località, percorribile in treno in meno di due ore e mezza.

Nel comunicato ufficiale, si legge: «Dopo l’accordo con la Commissione europea, la consultazione pubblica e il parere del Consiglio di Stato, la pubblicazione è l’ultimo passaggio che rende effettivo questo provvedimento, frutto del lavoro della Convenzione dei cittadini sul clima». Sarà così vietato il divieto di collegamenti aerei tra l’aeroporto parigino di Orly, Nantes, Lione e Bordeaux.

La legge, però, conferma una situazione già in atto da tre anni, quando il Governo, durante la prima ondata di Covid-19 nel 2020, a fronte di un sostegno finanziario, aveva imposto la chiusura di questi collegamenti ad Air France. Con l’occasione aveva vietato queste tratte anche ad altre compagnie aeree.

Questo provvedimento inoltre risulta essere ben lontano dall’obiettivo net-zero che tutti i Paesi sono chiamati a raggiungere entro una manciata di anni. Non verranno infatti cancellati tutti i voli inferiori alle 2 ore: il decreto, che esclude le coincidenze, prevede piuttosto una serie di condizioni che ne limitano la portata. Ad esempio, il viaggio in treno deve interessare stazioni che servono gli stessi comuni in cui sono gli aeroporti e il collegamento tra le due stazioni deve essere fornito senza cambi di treno, più volte al giorno e con un servizio soddisfacente.

Il decreto precisa che le frequenze dei treni alternativi devono essere sufficienti e avere orari adeguati: ecco perché rimarranno i voli tra Lione e Marsiglia, dove, anche se le due città sono raggiungibili vicendevolmente in meno di due ore con il treno ad alta velocità, le corse disponibili sono solo due al giorno.

Le condizioni del decreto, quindi, sono applicabili solo nei collegamenti Parigi-Orly-Nantes, Orly-Lione e Orly-Bordeaux, rendendo il provvedimento poco impattante e non adatto nell’ambito della lotta al riscaldamento globale.

Il ministro dei trasporti dovrà valutare le tratte interessate ogni anno. Ventiquattro mesi dopo, inoltre, verrà effettuata una valutazione dell’impatto.

Il dibattito attorno al decreto

La proposta formulata dalla Convention citoyenne pour le climat – l’assemblea pubblica che, tra il 2019 e il 2020, ha richiesto una riduzione delle emissioni di carbonio del 40% – non trova quindi una soddisfacente applicazione nel Ddl Climat et résilience. L’assemblea infatti chiedeva l’abolizione di tutti i voli interni in caso di alternative percorribili in treno in un tempo inferiore alle 4 ore.

Il dibattito di queste ore sta coinvolgendo associazioni di categoria e governo. In un tweet, Clemant Beaune, il ministro con delega ai trasporti, ha definito il decreto «un segnale importante e una novità mondiale», sottolineando poi in un comunicato ufficiale che «si tratta di un passaggio essenziale e di un simbolo forte nella politica di riduzione delle emissioni di gas serra. Questa misura è una prima mondiale che è pienamente in linea con la politica del governo di incoraggiare l’uso di modi di trasporto che emettono meno gas serra».

Secondo il governo, vietare queste tre tratte comporterà una riduzione di emissioni pari a 55 mila tonnellate di CO2 rispetto al 2019 e anche la Commissione europea dichiara che la misura può «contribuire a breve termine alla riduzione delle emissioni nel settore del trasporto aereo e alla lotta contro il cambiamento climatico».

Le associazioni di categoria spingono per un rafforzamento delle compensazioni e per l’obbligo all’utilizzo di carburanti sostenibili, invece del divieto. Il provvedimento non ha molto impatto, se consideriamo, ribadiscono le associazioni, che queste tratte costituiscono solo lo 0,24% delle emissioni di CO2 del trasporto aereo nazionale (quindi lo 0,04% delle emissioni legate al trasporto in Francia).

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