Una strage silenziosa quella che consuma il nostro Paese: secondo il rapporto dell’Agenzia europea dell’Ambiente i decessi in Italia causati dall’inquinamento sarebbero 63.200.
Il report è aggiornato ai dati del 2021 e analizza i danni alla salute umana causati da tre principali inquinanti atmosferici: particolato fine, biossido di azoto e ozono.
Insufficienza per l’Italia
Nei grafici preparati per l’analisi dell’Aea, emerge che, per tutte e tre le principali cause di inquinamento atmosferico, l’Italia è sempre tra i primi Paesi a registrare più decessi.
Polonia, Italia e Germania sono tra i primi Paesi ad aver subito più perdite legate all’esposizione al particolato sottile Pm2.5. In particolare, nel nostro Paese, i decessi imputabili a questa causa sono 46.800, con 415.400 anni di vita persi (701 ogni 100mila abitanti).
A ciò si aggiungono 11.300 morti per biossido di azoto (l’Italia è tra i primi 3 Paesi più esposti, assieme a Turchia e Germania) e infine 5.100 decessi causati dalle emissioni di ozono (in questo caso, l’Italia è il Paese con più vittime in assoluto, seguito da Germania e Turchia).
Complessivamente, si contano 63.200 vite spezzate a causa dell’inquinamento atmosferico solamente in Italia.
Il nostro Paese è già stato condannato nel 2022 dalla Corte di giustizia Ue per non aver adottato le necessarie misure per limitare le emissioni di biossido di azoto (No2), che annualmente causano decine di migliaia di morti premature. I giudici hanno stabilito che in diverse regioni, specialmente nella Pianura Padana, le autorità italiane hanno trascurato i loro doveri nella protezione della salute pubblica per diversi anni, violando la direttiva sulla qualità dell’aria del 2008. Ciò si somma a una precedente condanna del 2020 per gli sforamenti nei valori limite delle Pm10 (la stessa direttiva violata), ma finora Bruxelles non ha proposto sanzioni.
L’inquinamento è il più importante fattore di rischio per la salute ambientale in Europa e in Italia
L’Aea segnala che in Europa, nel 2021, le concentrazioni di inquinanti atmosferici sono rimaste notevolmente superiori ai livelli raccomandati dall’Organizzazione Mondiale della Sanità. Ridurre l’inquinamento atmosferico ai livelli suggeriti dall’Oms potrebbe evitare un numero significativo di decessi nell’Unione europea: 253.000 per l’esposizione al particolato fine, 52.000 per l’esposizione al biossido di azoto e 22.000 per le emissioni di ozono.
Leena Yla-Mononen, direttrice esecutiva dell’Aea, ha denunciato che nonostante i progressi passati nel ridurre i livelli di inquinamento atmosferico, i dati più recenti evidenziano che gli impatti sulla salute rimangono elevati, con decessi e malattie correlate. Il Commissario europeo all’Ambiente, Virginijus Sinkevicius, ha dichiarato che, nonostante l’inquinamento atmosferico rimanga la principale minaccia per la salute ambientale nell’Ue, la politica per un’aria pulita sta funzionando, con un miglioramento della qualità dell’aria.
Nel periodo tra il 2005 e il 2021, il numero di decessi nell’Ue attribuibili al PM2,5 è diminuito del 41%. Tuttavia, Sinkevicius sottolinea la necessità di fare di più per ridurre ulteriormente i livelli di inquinamento ambientale, invitando l’Unione a adottare e implementare rapidamente la proposta di revisione della direttiva sulla qualità dell’aria, al fine di allinearla maggiormente alle raccomandazioni dell’Oms.
La proposta di revisione della direttiva sulla qualità dell’aria è stata presentata un anno fa dalla Commissione europea ed è attualmente in discussione a Bruxelles.
Nel nostro Paese, quattro regioni (Lombardia, Piemonte, Veneto ed Emilia Romagna), si oppongono al testo, sostenendo che potrebbe provocare il collasso dei trasporti e delle attività industriali nella Pianura Padana, che però rimane la regione italiana più colpita dall’inquinamento.
Nata a Roma nel 1993, si è laureata in Lettere, con specializzazione in Storia Contemporanea. Attenta al mondo che la circonda, crede fortemente nel potere della collettività: ognuno, a modo suo, può essere origine del cambiamento. Amante del cinema e della letteratura, sogna di scrivere la storia del secolo (o almeno di riuscire a pensarla).