Scende il costo dell’energia elettrica in Europa

da | Mag 31, 2023 | ambiente, energie rinnovabili, news | 0 commenti

In Europa, l’energia elettrica, nelle ultime settimane, sta costando meno del previsto.

Temperature e clima miti e aumento delle energie rinnovabili, stanno abbassando la richiesta di energia elettrica e, di conseguenza, il suo costo all’ingrosso.

A favorire il contenimento dei prezzi, anche le riserve europee che, dopo un inverno non particolarmente freddo, sono rimaste abbondanti.

Il calo dei prezzi

Nelle ultime settimane è stato registrato un calo dei costi all’ingrosso dell’energia elettrica.

L’alta pressione ha dominato gran parte dell’Europa Centrale e Nord Occidentale, determinando una stagione più mite di quello che ci si poteva attendere e che ha ridotto la richiesta di energia di raffreddamento o riscaldamento di case, edifici e uffici.

Un eccesso di offerta che non risponde a una reale richiesta: troppo abbondante infatti l’energia prodotta attraverso fonti rinnovabili.

I prezzi così bassi all’ingrosso sono determinati da una strategia dei produttori che, di fronte a una sovrapproduzione energetica che non può essere immagazzinata per un uso successivo, incentivano con costi ridotti i consumatori a prelevare elettricità e non sovraccaricare il sistema.

La Finlandia, ad esempio, ha riscontrato un eccesso di offerta di energia idroelettrica, dovuta all’eccessiva acqua di disgelo primaverile, e che a sua volta ha portato a prezzi più bassi.

Anche il gas scende al minimo

Dopo due anni, anche il prezzo del gas naturale europeo è sceso, raggiungendo i 24 dollari al MWh e proseguendo la tendenza al ribasso degli ultimi mesi.

Tale tendenza continua dalla fine dell’anno scorso, dopo un’iniziale impennata (raggiungendo i 340 euro per MWh ad agosto 2022) dovuta alle incertezze all’invasione dell’Ucraina e alla dipendenza dell’Europa dal gas russo.

Costi così bassi si devono a un inverno mite, che ha lasciato abbondanti le riserve europee: in Germania, i livelli di stoccaggio del gas sono rimasti al 74,11% della capacità, aumentando costantemente nel corso delle ultime settimana.

L’Italia conserva ancora il 66% della capacità dello stoccaggio.

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