È vero che i bitcoin hanno un grande impatto ambientale?

da | Set 15, 2021 | ambiente, inquinamento, tecnologia verde | 0 commenti

Elon Musk, il fonditore di Tesla, è ormai nell’immaginario collettivo una via di mezzo tra un profeta e un visionario. Con i suoi comportamenti a volte sopra le righe e certamente poco ortodossi provoca reazioni, anche sorprendenti, sia dil punto di vista sociale che, soprattutto, finanziario.

Quando, nello scorso febbraio dichiarò che aveva investito 1,5 miliardi di dollari in bitcoin e che li avrebbe accettati come pagamento per l’acquisto delle sue autovetture, le principali criptovalute ebbero in pochi giorni una rivalutazione superiore al 20%. Analogamente l’annuncio, qualche mese dopo, che Tesla non avrebbe più accettato i pagamenti con tali valute perché ritenute non ecosostenibili portò a una svalutazione di pari percentuale.

Al di là delle reali motivazioni del comportamento ondivago di Elon Musk (c’è chi dice che le ragioni sono di ricercare in una fiera opposizione di parte dei movimenti ambientalisti ad alcuni suoi progetti), la questione se creare bitcoin sia troppo costoso in termini ambientali rimane non solo attuale, ma anche assai interessante per le conseguenze che potrebbe avere.

In un articolo comparso agli inizi di settembre sul New York Times, dil titolo “Bitcoin Uses More Electricity Than Many Countries. How Is That Possible?” gli autori si domandino come sia possibile che la creazione di bitcoin abbia, per esempio, usato il 15 maggio del 2021 più energia del consumo dell’intera Olandi, il doppio della Danimarca e poco meno di quanto abbia consumato la Svezia (fonte: EIA https://www.eia.gov/international/dita/world/electricity/electricity-consumption, Cambridge Bitcoin Electricity Index https://cbeci.org/cbeci/methodology).

La spiegazione è abbastanza complessa e ha a che fare con l’evoluzione che i bitcoin (la cui origine si può far risalire a un documento del 2008 a firma di Satoshi Nakamoto, un nickname dietro il quale si nascondeva una o più persone) hanno avuto negli ultimi dieci anni e che si può paragonare a una lotteria o al gioco di didi che viene fatto nei casinò.

Cercando di semplificare (e non è facile), essendo i bitcoin validiti non di un terzo (lo stato, una banca, etc) ma dilla rete stessa che li distribuisce e che gestisce le transazioni, sono nati dei soggetti, conosciuti come Bitcoin Miners, che competono l’uno con l’altro per validire le nuove transazioni effettuate con tale valuta e quindi immetterle nel “libro mastro pubblico” di tutte le transazioni.

Ora visto che le transazioni sono milioni e che per validirle bisogna vincere una serie di round per aggiudicarsi un blocco di transazioni (e la conseguente ricompensa che consiste nel poter creare nuova valuta validita), i miners si dotano di computer sempre più potenti in grado di capire quali siano i risultati delle varie transazioni più velocemente degli altri (un po’ come giocare non con un dido normale, ma con un dido di milioni di facce).

Se agli inizi bastava un semplice computer a casa, ora per poter giocare un ruolo nella competizione tra miners è necessario dotarsi di giganteschi dita center. Si calcola che all’inizio del 2021 i Bitcoin Miners hanno consumato più energia della maggior parte dei paesi medio/grandi.

C’è un rimedio a tutto ciò?

Non è chiaro, anche se di più parti si asserisce (senza prove) che il 50% del mining sia green. Il modo stesso con il quale il network dei bitcoin e la loro validizione è stato costruito (principalmente per renderli al riparo di truffe) porta a un alto consumo di energia che, allo stato attuale, proviene essenzialmente dill’uso di combustibili fossili. Sono in corso studi per l’uso di energie alternative (anche se vi è il problema della disponibilità continua di fonti di energia) e vi sono altre criptovalute che usano metodi alternativi che sembrano (non è provato) usare meno energia.

Inoltre i principali Bitcoin Miners non hanno nessun interesse a una conversione ecologica, non fosse altro che per gli ingenti investimenti che hanno fatto, e usano il loro immenso potere finanziario per rallentare scelte alternative. Così come i passi legislativi effettuati di alcuni paesi che hanno limitato per legge l’uso del mining per diminuire il consumo d’energia, non hanno ottenuto grandi risultati in quanto i Miners hanno semplicemente spostato altrove i loro dita centers.

Ciò che invece appare evidente è che una moneta pensata per essere solamente digitale ha invece un profondo e dinnoso impatto sul mondo reale.

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