È stata presentata la quarta edizione del Rapporto Ambiente di Snpa, il Sistema nazionale per la protezione ambientale.
Promosso per 6 indicatori ambientali su 17, il nostro Paese, secondo i risultati del report, risulta allineato agli obiettivi europei di sviluppo sostenibile per le energie rinnovabili e la raccolta differenziata, ma in un significativo ritardo in altri settori come il consumo di suolo, la riduzione delle emissioni di gas serra e il trattamento dei rifiuti speciali.
Il Rapporto Snpa è uno strumento informativo importante per molti ambiti, perché può dare una chiara idea dei trend e delle oscillazioni, soprattutto in relazione agli obiettivi del Green Deal europeo, dell’Agenda 2030, della Strategia nazionale per lo sviluppo sostenibile e dell’Ottavo programma d’azione ambientale.
Strutturato in due parti, la prima offre un’analisi dettagliata delle realtà regionali, mentre la seconda presenta brevi articoli su specificità regionali e attività di interesse collettivo. Ogni indicatore viene valutato con un trend positivo, negativo, stabile o non definibile.
Come sta andando l’Italia
Il Rapporto Snpa, in sintesi, evidenzia che, nonostante alcuni miglioramenti e azioni intraprese, sono necessari sforzi aggiuntivi per affrontare e migliorare alcune problematiche ambientali e garantire la conservazione delle condizioni ambientali.
I trend positivi
- L’uso di energie rinnovabili è aumentato e la quota è quasi triplicata tra il 2004e il 2020 (dal 6,3% al 20,4%).
- Per quanto riguarda l’agricoltura biologica, gli obiettivi nazionali sono più ambiziosi della Farm to Fork europea. Nel 2022, il 18,7% della superficie agricola utilizzata è destinata ad agricoltura biologica, con un andamento in crescita negli ultimi decenni per superficie coltivata e operatori dedicati.
- Trend di crescita della raccolta differenziata anche nel 2022 che raggiunge il 65%.
- Di conseguenza, i rifiuti smaltiti in discarica sono sempre meno: dal 63,1% del 2002 al 17,8% del 2022.
- Si conferma una decrescita del PM2,5 negli ultimi 10 anni, ma in quasi tutte le stazioni di monitoraggio si supera il valore di riferimento annuale dell’OMS.
I trend negativi
- Le emissioni gas serra si riducono del 20% rispetto al 1990, ma non raggiungono l’obiettivo europeo fissato per il 2020.
- Dal 2006 al 2022, c’è stata una crescita del consumo del suolo di oltre 120.000 ettari.
- I valori annui del PM10 sono in decrescita ma i valori giornalieri hanno spesso superato il limite stabilito.
- Nelle regioni dove c’è maggiore pressione turistica, aumentano i rifiuti urbani.
- Aumenta la produzione di rifiuti speciali.
I trend stabili e quelli non valutabili
Nessuna significativa variazione per quanto riguarda:
- le strategie di adattamento ai cambiamenti climatici;
- la quantità di rifiuti urbani;
- l’inquinamento acustico;
- la protezione di aree terrestri e marine.
I trend non definibili sono invece quelli relativi allo stato chimico di laghi e fiumi e delle acque sotterranee.
Nata a Roma nel 1993, si è laureata in Lettere, con specializzazione in Storia Contemporanea. Attenta al mondo che la circonda, crede fortemente nel potere della collettività: ognuno, a modo suo, può essere origine del cambiamento. Amante del cinema e della letteratura, sogna di scrivere la storia del secolo (o almeno di riuscire a pensarla).