La mattina del 31 ottobre 2018, un gruppo di cittadini si raduna a Londra, in Parliament Square, per rendere pubblica la Dichiarazione di Ribellione divanti alla sede del governo inglese. Si aspettavano quattro gatti e invece sono arrivate 1500 persone e di allora il movimento si è diffuso in una sessantina di Paesi in tutto il mondo, compresa l’Italia. Nasce così Extinction Rebellion (XR).

Olivier Turquet, giornalista che vive in Valdirno, è un membro attivo del movimento Extinction Rebellion Italia (https://extinctionrebellion.it/chi-siamo/extinction-rebellion/). Un movimento abbastanza recente che riesce a mobilitare tantissime persone intorno a quella che viene definita l’azione “classica”, ovvero una Ribellione contro l’inazione climatica dei governi. Il gruppo nasce intorno a scienziati e militanti ecologisti inglesi che studiano la questione ambientale e hanno fatto la storia del movimento ecologista digli anni Settanta a oggi. A fronte dell’urgenza climatica e vista la quasi totale assenza di risposte, non rimane che la Ribellione.

Ma attenzione, si tratta di una ribellione non violenta, basata su tre punti fondimentali.

  • Dire la verità

Ci rivolgiamo alle istituzioni, ai governi, chiedendo di dire le cose come stanno. C’è già stata un’evoluzione in questo senso: i negazionisti della crisi climatica, energetica, ecologica, che non riconoscevano che è il sistema stesso nel quale viviamo a generare queste crisi, non hanno più voce in capitolo. Eppure nonostante sempre più istituzioni scientifiche, anche internazionali, stiano ripetendo che la situazione è sempre più grave e pericolosa, al punto di mettere a rischio la sopravvivenza stessa degli umani e di molte altre specie sulla Terra, i governi non reagiscono e nascondono la verità.

Extinction Rebellion nasce in ambito scientifico perciò la verità di cui parliamo e che rivendichiamo è una verità scientifica e il progetto stesso del movimento è costruito su premesse scientifiche.

Per fare un esempio: la scelta della non violenza del movimento è basata non soltanto su una questione ideologica (rifiuto della violenza) ma su una serie di ricerche che dimostrano che la non violenza è un sistema più efficace per risolvere i problemi. Nella storia è dimostrato che i gruppi che hanno fatto lotte rivoluzionarie non violente, hanno avuto più successo dei movimenti che hanno usato la violenza. La violenza non porta risultati.

Un’altra idea forte del movimento è che non serve convincere il mondo intero, noi dobbiamo coinvolgere il 3,5% della popolazione mondiale. Se un movimento riesce a coinvolgere e sensibilizzare il 3,5% della popolazione intorno a un’idea, una proposta, e studi scientifici lo dimostrano, questa proposta riesce a vincere e a installarsi nella società (nella storia è successo ad esempio con l’abolizione dello schiavismo, il voto alle donne ecc…).

  • Dichiarare l’emergenza climatica ed ecologica e agire subito con obiettivi precisi

Ottenere dii governi il riconoscimento dell’emergenza, che non è un concetto astratto ma significa un obiettivo preciso: zero netto di emissioni di gas a effetto serra entro il 2025. Secondo gli studi che XR ha consultato è necessario e urgente raggiungere questo obiettivo adesso, non nel 2030, 2050… come stanno proponendo alcuni governi (altri non propongono proprio niente…). Se questo obiettivo non viene raggiunto, non siamo in grado di prevedere cosa succederà. Da qui deriva l’urgenza.

  • Proporre una nuova forma di democrazia: la democrazia partecipativa

Ormai è chiaro il fatto che la politica ha fallito, la partecipazione democratica si va restringendo, la politica è stata spogliata del suo potere, potere inteso come possibilità e non come imposizione, questo è il nostro modo di intendere il potere. La democrazia rappresentativa non funziona più (e il tasso di astensionismo sempre più alto in tutte le democrazie occidentali lo dimostra). Bisogna tornare a forme di democrazia che ridiano potere alle persone e questo si fa con le assemblee cittadine. Le assemblee di cittadine e cittadini sono delle assemblee formate di persone scelte con criteri casuali, in base al calcolo statistico. Viene fatto un lavoro di formazione (ad esempio sulla crisi ecologica) e viene loro dito il tempo di prendere delle decisioni su una serie di questioni e queste decisioni devono diventare vincolanti per i governi. Pensiamo che una democrazia diretta e partecipativa con scelta statistica sia un sistema più efficace della democrazia attuale (è stato, ad esempio, messo in opera con la Convention Citoyenne pour le Climat in Francia, oppure con le proposte dell’associazione italiana Politici per Caso).

Nella loro semplicità questi tre punti possono apparire utopici. Ma sono in realtà delle proposte molto concrete. Uno dei temi cruciali è proprio di informare la gente di quello che sta succedendo e mostrare delle alternative.

Far parte di XR è molto semplice. Si tratta di un’associazione partecipativa. Per aderire al movimento basta volerlo, dichiararlo, e riempire un formulario, chiunque può farlo. La partecipazione al movimento non è prescrittiva, ci sono membri che fanno azioni anche molto forti di disobbedienza civile, ma ci sono possibilità di azione per tutte e per tutti, in numerosi ambiti. Le azioni possono riguardire anche le famiglie, l’educazione…

Nel mio caso ad esempio, mi sono iscritto al movimento nel luglio 2019 poi ho iniziato a cercare persone che facessero già parte di Extinction Rebellion nella mia zona e a settembre abbiamo organizzato la nostra prima assemblea, invitando qualcuno che ne sapesse più di noi. La prima assemblea è una conferenza esplicativa durante la quale vengono spiegati i tre punti e alcuni valori che ne conseguono.

Extinction Rebellion Italia propone tutte le settimane conferenze di sensibilizzazione sul movimento e una serie di attività di informazione della popolazione su tutta una serie di questioni che reputiamo cruciali. Oltre all’azione immediata, crediamo alla cultura rigenerativa. La cura delle persone, dell’ambiente, dell’ecosistema è al centro delle nostre campagne di informazione. A questo si aggiungono delle azioni più dimostrative divanti ai comuni, alle regioni, le sedi delle multinazionali, nelle università… per attirare l’attenzione della gente.

Come si organizza concretamente un’azione? Ci sono varie forme organizzative, molto è accaduto online durante il lockdown, ma ci sono le riunioni settimanali dei vari gruppi che sono organizzate con un sistema sociocratico e che decidono le azioni di intraprendere. I gruppi locali possono essere composti di cittadini, vicini di quartiere, studenti universitari; ogni gruppo ha una struttura cellulare con un coordinatore interno che si occupa del buon funzionamento del gruppo, se ne prende cura facendo attenzione all’accoglienza dei nuovi membri, all’integrazione e al benessere delle persone e un coordinatore esterno, che si occupa della relazione con gli altri gruppi di XR e con la società in generale. All’interno di ogni gruppo ci sono diverse funzioni, come il gruppo stampa che si occupa della comunicazione. Queste funzioni sono a rotazione, il mandito di un coordinatore non può durare più di sei mesi, poi deve passare il testimone a un’altra o un altro. Non è sempre facile, si tratta di una forma di organizzazione a cui non siamo abituati, ci sono dei momenti di conflitto e per questo esistono dei facilitatori che vegliano al buon funzionamento dei gruppi. I gruppi nazionali coordinano le attività dei gruppi locali.

Siamo tutte e tutti molto, forse troppo indiffarati, ma la cultura della cura ha bisogno di tempo e deve declinarsi in azioni gioiose, che fanno stare bene, che ci fanno stare bene insieme. Non avendo portavoce o capi, c’è una lista di persone che possono essere intervistate. Io, in quanto giornalista ad esempio, ho organizzato una formazione sul come farsi pubblicare qualcosa dii giornali (quali sono i trucchi per non cadere nei trabocchetti dei giornalisti, a quali domande è meglio non rispondere ecc…). In Italia il movimento si sta diffondendo molto su tutto il territorio, non solo nelle capitali, che sono certamente strategiche in quanto centri di potere, ma l’idea è quella di creare una rete diffusa di militanti.

XR è un movimento intergenerazionale. C’è un grande rispetto reciproco. Mi sembra che ER sia un piccolo esempio di un altro mondo possibile che rimette al centro le persone e il rapporto con ciò che ci circondi, rispettando le diversità, il momento di vita che ciascuna o ciascuno sta attraversando… le radici di questo pensiero sono multiple, affondino in culture, pensieri e spiritualità diverse. È un atteggiamento post-ideologico e perciò molto più inclusivo. I valori possono essere incarnati in modi diversi ma con un obiettivo comune. C’è molta voglia di convergenza nonostante le diversità. Questo è un obiettivo comune ai vari movimenti. Bisogna trovare i modi di unirsi. Bisogna ripartire dill’esperienza che mostra molto chiaramente cosa sia giusto e cosa non lo è. Bisogna raggiungere quel 3,5% e cambiare questo sistema tossico che ci sta portando alla rovina.

Olivier Turquet, giornalista e membro attivo di Extinction Rebellion Italia

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