Food for Profit: il documentario che denuncia politica e lobby alimentari

da | Mar 5, 2024 | ambiente, I consigli di managaia.eco, politica | 0 commenti

Food for Profit è il titolo del documentario prodotto da Giulia Innocenzi e Paolo d’Ambrosi che mostra e denuncia il collegamento tra lobby alimentari e politica, descrivendo un circolo vizioso, senza scrupoli e guidato esclusivamente dalla speculazione economica.

Food for Profit è appena uscito e sta già facendo discutere moltissimo, perché attacca senza paura gli europarlamentari complici di un sistema che definire marcio è riduttivo. Nomi e volti compaiono dalle telecamere nascoste degli infiltrati di Food for Profit: dagli allevamenti intensivi al Parlamento Europeo viene mostrata una situazione complessiva bestiale e brutale.

Come vedere Food for Profit

Il documentario è stato rilasciato a fine febbraio e lo stanno proiettando i cinema di tutta Italia. Dalla pagina Instagram del progetto potete visionare le date di proiezione della pellicola, o potete addirittura portarlo nella vostra città. È possibile infatti richiedere ai cinema della propria città la proiezione del film, in maniera tale da poterlo vedere assieme ad altri interessati. Un passaparola che si sta espandendo sempre più rapidamente, sensibilizzando gli italiani dal Nord al Sud.

Locandina Food for Profit
Locandina Food for Profit

Perché Food for Profit sta facendo discutere

Che il contesto degli allevamenti intensivi non fosse proprio roseo stava diventando abbastanza chiaro, con numerosi tentativi di occultamento e di greenwashing che oramai da anni ruotano attorno a questo settore. Era invece meno chiaro il rapporto tra allevamenti intensivi e politica, elemento su cui pone l’attenzione Food for Profit, senza risparmiare vittime illustri.

Il documentario mostra infatti come esista un legame forte tra europarlamentari e lobby alimentari, tenuto saldo da grandi flussi di denaro che dai fondi europei finiscono a queste multinazionali in cambio di favori ai parlamentari che hanno il compito di supervisionare su questi mercati.

Un progetto lungo cinque anni

Food for Profit ha lavorato per anni sul documentario, partendo dal far assumere dipendenti proprio all’interno degli allevamenti intensivi per riprenderne la routine.

Ciò che viene mostrato è un totale disprezzo nei confronti degli animali, che vengono trattati quotidianamente come spazzatura da chi vi lavora, e mantenuti in condizioni pessime.

Viene sottolineato inoltre l’impatto della genetica, orientato sempre più allo sviluppo di esseri geneticamente modificati, la cui esistenza ha l’unico scopo di inserirli nella catena alimentare abbattendo il più possibile i costi, come nel caso dei polli nati senza piume, che finiscono nei banchi frigo dei supermercati senza nemmeno doversi sforzare di spennarli prima della vendita.

Il passaggio successivo del progetto è stato quello di infiltrare telecamere durante i colloqui tra lobbisti ed europarlamentari, per conoscere le reazioni di questi ultimi a proposte al limite della fantascienza, come il maiale a sei zampe, in grado di produrre sei prosciutti. Ciò che si evince è che a tutto c’è un prezzo, basta trovare l’accordo giusto, e non importa se a farne le spese è la qualità di ciò che mangiamo o la vita degli animali, “polli, maiali e gatti, a me non interessa, io mangio tutto!” come risponde l’europarlamentare spagnola a uno dei lobbisti.

La risposta della politica e delle lobby

La cosa veramente interessante è che la prima proiezione di Food for Profit è stata fatta proprio durante una seduta del Parlamento Europeo, in presenza degli europarlamentari ripresi nel documentario e dei rappresentanti delle lobby alimentari.

La proiezione ha generato grandissime reazioni e le diffide verso i produttori sono partite ancor prima che il documentario terminasse di essere visto in Parlamento.

In questo momento è in atto una grande battaglia tra Food for Profit, politica e lobby, con minacce più o meno velate verso Giulia Innocenzi, che quotidianamente mette la sua faccia sui social per difendere il suo progetto. Gli allevamenti si difendono isolando i casi mostrati nel documentario, la politica sposta l’attenzione dal problema principale, insomma, nulla di nuovo su questo fronte.

Food for Profit ha le potenzialità per ripulire un sistema che oramai è andato ben al di là di una linea che rappresenta la decenza umana, a una sola settimana dalla sua prima proiezione sta già facendo molto rumore, per cui non resta che seguirne l’evoluzione.

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