Guardiani della Galassia: la storia di Rocket parla più di mille slogan

da | Mag 15, 2023 | news, pets, vivere green | 0 commenti

PETA, l’organizzazione no profit che opera a sostegno dei diritti degli animali, ha assegnato al regista James Gunn e al suo Guardiani della Galassia. Volume 3 il premio speciale Not a Number Award.

Al centro del terzo volume della fortunata saga Marvel c’è l’oscura storia di Rocket, il procione antropomorfo e geneticamente modificato, geniale e pungente, che non vuole farsi chiamare procione.

La storia di Rocket nei Guardiani della Galassia, come ha sottolineato l’associazione animalista, riesce ad attirare l’attenzione sul tema dei diritti degli animali e sull’orrore delle sperimentazioni.

Il riconoscimento di PETA

Evitando qualsiasi spoiler: il terzo capitolo della saga pone al centro la storia della nascita, per come lo conosciamo, di Rocket, simbolo del merchandise Guardiani della Galassia.

Qui il geniale procione parlante perde un po’ della sua ironia pungente e acquisisce uno spessore più drammatico, lascia spazio a una narrazione più oscura e cruda. Rocket viene creato nell’ambito di una sperimentazione condotta dall’Alto Evoluzionario, scienziato che intende creare la specie perfetta e che, pur di raggiungere il suo scopo innesta protesi su animali, crea e distrugge creature, senza mostrare alcun grado di empatia verso le cavie che sfrutta.

Per lo scienziato, infatti, Rocket è 89P13, non merita un nome ma solo una sigla, portando sullo schermo una pratica consueta dei laboratori, «che gli sperimentatori usano per dissociarsi dall’essere senziente che stanno tormentando», come si legge nel comunicato con cui PETA conferisce al film il riconoscimento. La storia di Rocket «ricorda agli spettatori che tutti gli animali meritano una vita di libertà a cielo aperto piuttosto che la reclusione in gabbie di laboratorio».   

L’associazione animalista ha premiato la storia di Rocket per la sua capacità, più di tanti slogan, di rendere tridimensionale un appello, quello contro la vivisezione e le sperimentazioni sugli animali, proprio attraverso un personaggio conosciuto e amato dal pubblico.

«Con Rocket, James Gunn ha dato un volto, un nome e una personalità ai milioni di animali vulnerabili che vengono fatti circolare nei laboratori mentre parliamo», ha detto Lisa Lange, vicepresidente della PETA. 

«Vogliamo celebrare questo film come il migliore dell’anno per i diritti degli animali, perché aiuta il pubblico a vedere gli animali come individui e suggerisce che solo perché possiamo sperimentare su di loro non significa che dovremmo farlo».

Non solo Rocket

Sebbene il focus principale si concentri su Rocket, trova spazio nella narrazione anche il personaggio di Cosmo, il cane dotato di poteri psichici e che veste una tuta da cosmonauta.

Il suo personaggio trova finalmente spazio in questo capitolo – era stato introdotto nel primo film, tra gli esemplari che il Collezionista, interpretato da Benicio Del Toro, teneva in gabbia – e la scelta di farlo proprio in una pellicola che pone al centro della narrazione la sperimentazione sugli animali non è casuale.

Cosmo porta subito alla memoria il cane Laika, il primo essere vivente inviato nello spazio per orbitare intorno alla Terra: con lei, i ricercatori studiavano la possibilità di vivere nello spazio senza gravità. Laika morì poche ore dopo il lancio, dopo aver compiuto 9 giri attorno alla Terra.

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