Il polmone del mondo respira male: uno sguardo sulla deforestazione in Amazzonia

da | Ago 30, 2023 | ambiente, climate change | 0 commenti

Da anni chi ha a cuore l’ambiente e la salute dell’ambiente guarda con profonda preoccupazione alla deforestazione in Amazzonia.

Indispensabile polmone verde per il Pianeta, grazie alla sua immensa estensione, la Foresta Amazzonica è anche un tesoro dal punto di vista della biodiversità. Eppure la distruzione di questo fondamentale ecosistema è stata continua, e solo in questi ultimi mesi sembra rallentare. Vediamo più nel dettaglio quanti danni ha già fatto la deforestazione in Amazzonia e qual è la situazione attuale.

La Foresta Amazzonica in breve

Prima di concentrarci sulla deforestazione in Amazzonia, presentiamo sinteticamente le caratteristiche uniche di questa grandissima foresta.

Parliamo di una superficie di circa 6,5 milioni di chilometri quadrati, che si estendono in 9 Paesi sudamericani differenti, per essere così a mani basse la foresta pluviale più estesa del nostro Pianeta. Qui la vegetazione è formata dall’80% da alberi, e solo il 20% da piante erbacee: ecco che allora il fogliame degli alberi impedisce quasi che la luce raggiunga il suolo, a costruire un ecosistema unico nel suo genere.

Vi si trovano gli alberi più diversi – si pensi che nei dintorni di Manaus, in un’area di 1 chilometro quadrato, si sono censite 110 specie di alberi – molti dei quali altissimi; la canopia, per esempio, raggiunge talvolta i 60 metri di altezza. E anche le specie animali abbondano, con il 10% delle specie conosciute al mondo che vive proprio qui. Si parla di animali come il delfino del Rio delle Amazzoni, del giaguaro, dell’anaconda verde, del formichiere gigante, del capibara e via dicendo.

Quando ci si riferisce alla Foresta Amazzonica come al polmone verde del Pianeta non si parla a caso: si stima che questa foresta pluviale riesca a immagazzinare una quantità di carbonio compresa tra le 150 e i 200 miliardi di tonnellate, praticamente tra le 367 e le 733 gigatonnellate di anidride carbonica (secondo le stime del WWF).

Per tutti questi motivi, la deforestazione in Amazzonia è una delle più serie minacce che il nostro Pianeta si è trovato ad affrontare negli ultimi decenni.

La deforestazione in Amazzonia negli anni

Cerchiamo di quantificare la deforestazione della Foresta Amazzonica: si stima che negli ultimi anni si siano persi in media 12 mila chilometri quadrati di foresta tropicale all’anno. Negli anni peggiori si è arrivati a una superficie deforestata pari a 28 mila chilometri quadrati.

Per descrivere il ritmo con cui è stata distrutta recentemente la foresta amazzonica brasiliana si è parlato spesso di una perdita di superficie pari a 3 campi di calcio al minuto! La deforestazione in Amazzonia è stata spinta da diversi motivi, soprattutto per far spazio a coltivazioni, ad allevamenti e a miniere. La tecnica tipica è quella dello shash and burn, con gli alberi che vengono tagliati e bruciati sul posto (dando il via non di rado a incendi incontrollati, che fanno ulteriori enormi danni).

Guardando com’era un tempo la Foresta Amazzonica, si stima che circa il 18% sia stato distrutto, e che un altro 17% risulti invece seriamente danneggiato.

La decelerazione del 2023 e le speranze per il 2030

Dopo anni di continuità o persino di accelerazione della deforestazione dell’Amazzonia, il 2023 è stato finora caratterizzato da un concreto rallentamento. Nel primo semestre il ritmo della distruzione della Foresta Amazzonica è calato di un terzo rispetto ai primi 6 mesi del 2022.

Il cambio di rotta sarebbe da ricondurre all’elezione di Lula, che con questo terzo mandato ha ripreso il potere dopo averlo lasciato precedentemente nelle mani di Bolsonaro. Quest’ultimo si era distinto, tra le altre cose, per un totale disinteresse nei confronti dell’ambiente: erano state proprio diverse decisioni del governo Bolsonaro a incentivare i disboscamenti della foresta pluviale brasiliana. Il 2022 in questo senso è stato un annus horribilis, con un 10% di superficie deforestata in più rispetto al 2021.

Certo, c’è ancora molto da fare per bloccare del tutto la deforestazione in Amazzonia: i divieti e le nuove aree protette introdotte dal governo Lula fanno però ben sperare, sapendo che l’obiettivo dichiarato è quello di fermare completamente il disboscamento della Foresta Amazzonica entro il 2030.  

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