La questione energie rinnovabili in Italia sta diventando di primaria importanza, prima di analizzare la situazione effettiva della nostra Penisola cerchiamo di capire esattamente cosa si intende per energie rinnovabili.
Si definiscono energie rinnovabili quelle fonti di energia non soggette a esaurimento e che si rigenerano continuamente senza produrre inquinamento e scarti. L’energia pulita è quindi quella che deriva da acqua, sole, vento e terra, risorse naturali imperiture che possono essere sfruttate per dare avvio alla transizione energetica e a futuro più sostenibile. Compresa quindi la loro importanza è facile comprendere perché parlare di energie rinnovabili in Italia sia una priorità.
Il punto della situazione sulle energie rinnovabili in Italia
Le attuali crisi energetiche e i cambiamenti climatici evidenziano la necessità di ricorrere a un piano alternativo: risorse come petrolio, gas e carbone stanno diventando sempre più insostenibili, da un punto di vista tanto economico quanto ambientale.
Il viaggio verso una transizione energetica dovrebbe essere una priorità, ma si muove ancora con il freno a mano tirato. Il nostro Paese ne è un chiaro ed evidente esempio.
La crisi energetica ha messo in evidenza un dato: l’Italia è rimasta ferma per quanto riguarda le energie rinnovabili per molto tempo, dipendendo dal gas russo a buon mercato.
Secondo i dati delle autorità nazionali per l’energia, raccolti ed elaborati da Eurostat, l’Italia ricava dalle energie rinnovabili solo il 37% dell’elettricità che consuma. Questo dato si rende più comprensibile se paragonato ad altri Paesi europei: l’Austria ne ricava il 78,2%, la Svezia il 74,5%, la Danimarca il 65,3%, il Portogallo utilizza le rinnovabili per il 54%, mentre la Spagna è al 42,9%.
Il nostro Paese quindi nonostante le sue enormi possibilità non ha investito sufficientemente sulle energie rinnovabili, installando in dieci anni (dal 2011 al 2020) solo 0,8 gigawatt di nuove fonti pulite all’anno.
Facendo una veloce panoramica sulle energie rinnovabili in Italia, si evincono questi dati:
- l’Italia dall’energia eolica ricava il 6,1% dei consumi nazionali di elettricità (18,8 TWh);
- gli impianti fotovoltaici producono 24,9 TWh, coprendo quindi solo l’8,5% della richiesta di elettricità;
- il 15% deriva dai 47,6 TWh prodotti dall’idroelettrico;
- biomasse dei boschi e dell’agricoltura generano 19,6 TWh, ovvero il 6% del fabbisogno elettrico.
Anche in questo caso, per capire la situazione delle energie rinnovabili in Italia, si possono comparare più specificatamente alcuni settori. Prendendo in considerazione il Nord Europa, l’eolico è molto sfruttato: la Svezia produce 27,4 TWh di elettricità puntando ad arrivare a 46,9 TWh nel 2024; la Danimarca ricava dal vento il 56% della sua elettricità; l’Austria il 13%. Per quanto riguarda l’Austria, nonostante il clima nebbioso, il fotovoltaico riesce a coprire il 6,3% della richiesta di elettricità, quasi quanto la soleggiata Italia.
La situazione delle energie rinnovabili in Italia, almeno per il 2022, non sembra decollare. Entro la fine dell’anno saranno installati non più di 3 Giga Watt di rinnovabili: lo dice una stima di Elettricità Futura, principale associazione del mondo elettrico italiano, calcolata sulla base dei dati dei primi sei mesi.
Le energie rinnovabili in Italia sono quindi in ritardo rispetto a quanto prospettato nel piano 2030 per lo sviluppo energetico elaborato dall’associazione: il 2022 avrebbe dovuto portare all’impiego di 5 GW di nuove rinnovabili, per arrivare poi a 85 GW di nuova energia pulita entro il 2030. Un piccolo passo avanti è stato comunque fatto se pensiamo al calcolo dello 0,8 GW degli anni precedenti e si stima che l’attuale capacità di accumulo possa soddisfare la crescita delle rinnovabili per questo e il prossimo anno, anche se dal 2024 dovrà salire in modo sostanziale.
Questo programma di sviluppo prevede benefici importanti: dai 309 miliardi di euro investiti nel settore elettrico a una riduzione delle emissioni pari a 64 milioni di tonnellate di anidride carbonica, oltre a 470 mila nuovi occupati nel settore al 2030.
Qual è il potenziale delle energie rinnovabili in Italia?
Paese del sole e del mare, ricco di biomasse vegetali e di acque, esposto a continue brezze marine, l’Italia ha un enorme potenziale inespresso in tema di energie rinnovabili.
Valorizzare le fonti energetiche pulite a disposizione sul territorio italiano potrebbe contribuire all’autonomia energetica del Paese, ancora troppo dipendente dall’estero e da fonti non rinnovabili.
Al momento, l’Italia è quintultima in Europa per autonomia energetica, ma è seconda per la disponibilità di risorse rinnovabili sul proprio territorio.
Il nostro Paese potrebbe raggiungere il 58,4% di autonomia energetica, triplicando quasi gli attuali livelli, sfruttando le materie prime (acqua, vento, sole e rifiuti) e lavorando sull’elettrificazione dei consumi e dell’efficientamento.
Se infatti si attivassero velocemente le fonti energetiche sui territori, il potenziamento della produzione autoctona di rinnovabili contribuirebbe notevolmente a rendere il nostro Paese autonomo dal punto di vista energetico.
Il report Verso l’autonomia energetica italiana, realizzato da The European House – Ambrosetti in collaborazione con A2A, dimostra che – grazie all’attivazione di fonti di energia rinnovabile sui nostri territori (partendo da attuali vincoli normativi e tecnologie) – l’opportunità di sviluppo è pari a 105,1 GW di energia solare, 21,1 GW per l’eolico e 3,3 GW per l’idroelettrico.
In questa prospettiva, anche i rifiuti possono essere un’importante risorsa per lo sviluppo energetico. Circa 8 milioni di tonnellate di rifiuti, avviati a recupero energetico, potrebbero produrre elettricità per oltre 7 TWh (55% in più rispetto al 2020).
Avevamo parlato del potenziale energetico dei rifiuti qui: https://managaia.eco/inceneritore-si-inceneritore-no/
Sviluppare le energie rinnovabili in Italia, ottimizzandone la produzione in base alle particolarità territoriali e regionali, potrebbe essere quindi un enorme vantaggio per il nostro Paese. È possibile realizzare questo potenziale e accrescere la nostra autonomia energetica solo modificando l’attuale modello e coinvolgendo direttamente le istituzioni nazionali e locali, le imprese e i cittadini.
Fonti:
Nata a Roma nel 1993, si è laureata in Lettere, con specializzazione in Storia Contemporanea. Attenta al mondo che la circonda, crede fortemente nel potere della collettività: ognuno, a modo suo, può essere origine del cambiamento. Amante del cinema e della letteratura, sogna di scrivere la storia del secolo (o almeno di riuscire a pensarla).