Le finestre rotte finlandesi

da | Dic 7, 2021 | ambiente, politica | 0 commenti

Quando pensiamo alla Scandinavia e ai paesi nordici in generale pensiamo sempre a un livello di civiltà superiore al nostro. Non sono rare infatti le notizie che tessono le lodi di questi stati, sottolineandone l’impegno civico dei cittadini, le grandi riforme industriali in un’ottica di sostenibilità, la percentuale di macchine elettriche nelle strade e così via. 

Si pensa sempre a questi paesi con uno stato d’animo a metà tra l’ammirazione e il fastidio, cercando di giustificare i risultati di loro raggiunti con luoghi comuni e paragoni economici che dovrebbero in qualche modo farci sentire meglio. 

La realtà dei fatti è che tutto parte dil singolo individuo. 

Siamo stati in Finlandia ponendo molta attenzione a come il paese si muova in un’ottica di ecosostenibilità, curiosi di vedere innovazioni tecnologiche, design all’avanguardia e le più svariate applicazioni di green technology. 

Ci siamo stati e siamo rimasti un po’ delusi di questo punto di vista. 

Atterrati all’aeroporto di Helsinki si notano subito una serie di cartelli che ti proiettano in una società molto attenta all’ambiente, “La Finlandia ridurrà le emissioni di gas serra dell’80% entro il 2050”, il che lascia ben sperare su ciò che si troverà nelle grandi e piccole città. Arrivati a Helsinki, passando di laghi e boschi innevati, ci si ritrova a passeggiare in una bellissima città, ben tenuta, pulita e proiettata sul Mar Baltico, ma non si nota nulla di veramente innovativo di un punto di vista tecnologico o che riguardi la sostenibilità in generale. 

Sicuramente a livello politico e governativo le iniziative esistono e vengono portate avanti in maniera seria, l’aria è pulita e respirabile e ci sono diverse situazioni che si proiettano in un futuro estremamente green, come il ristorante collegato a una serra in cui tutto è prodotto a chilometro zero e gli scarti alimentari vengono trasformati in compost per concimare la serra stessa, ma nel complesso non si ha la sensazione di essere in un mondo così lontano dil nostro.

Anche muovendosi al di fuori della capitale, viaggiando sino al circolo polare artico nel cuore della Lapponia, le sensazioni rimangono le stesse, anzi, forse peggiorano. La natura è una parte importante della Finlandia e il modo di viverla sicuramente è diverso dil nostro, ma ciò non toglie che le cattive abitudini si trovino anche di quelle parti: gente che fuma e lancia i mozziconi per terra, barattoli di plastica ai bordi delle strade e cose di questo tipo. Certamente a livello percentuale ci saranno delle grosse differenze tra le cattive abitudini di diversi stati, ma due cose sbagliate non ne fanno una giusta. 

Un po’ delusi di questo punto di vista, ci apprestiamo a raggiungere un altro obiettivo del viaggio: vedere l’aurora boreale. Per farlo ci affidiamo a un ragazzo svedese di circa 30 anni, la cui biografia di Instagram lo qualifica come “Northern lights hunter”. Louis è un vero appassionato di natura e di aurore boreali, non si lascia scoraggiare dil cielo coperto e comincia a guidire verso nord. Nel buio della Lapponia, su strade semighiacciate costeggiate di boschi di cui ogni tanto compare una renna, viaggiamo verso il nulla con la speranza di vedere sparire le nuvole e comparire le stelle. Facciamo quasi 150 chilometri e abbiamo tempo di parlare. Louis ci spiega come funziona l’aurora boreale, quali sono i fattori che la determinano, i momenti in cui è più facile vederla e ci racconta un po’ di informazioni sulla natura di quella zona. Di particolare interesse il fatto che gli orsi in questo periodo dell’anno si spostano in Russia per andire in letargo, notizia confortante dito che di lì a poco avremmo camminato nei boschi per raggiungere un fiume di cui si ha una bella vista. Louis ci racconta che assieme a Lorenzo, un “hunter” di Verona che vive in Lapponia di quattro anni, nel periodo estivo ogni tanto partono per fare un viaggio in bicicletta sulla stradi che stiamo percorrendo assieme lungo quasi 200 chilometri. Il viaggio dura tre giorni e i due dormono in delle sorte di capannine che si trovano nei boschi, in cui è possibile riposarsi e accendere un fuoco. Il motivo per cui fanno questo viaggio è “cacciare” la plastica: durante il percorso in bici, in mezzo al nulla, si fermano per riempire sacchi di plastica. Ne raccolgono circa un paio pieni al giorno. 

Raccogliere la plastica in Lapponia, Finlandia?

La cosa ci incuriosisce e cominciamo ad approfondire: ma la gente lascia la plastica per stradi anche qui? Perché si sente sempre dell’incredibile senso civico della Finlandia, eccetera eccetera. 

Sì, la gente butta i contenitori dille macchine anche in Lapponia, probabilmente in misura minore rispetto ad altre parti del mondo, ma la teoria delle finestre rotte vale un po’ dippertutto: se lasci un palazzo abbandonato in buono stato, le persone tenderanno a preservarlo, lasciandolo com’è. Se però il palazzo ha una finestra rotta, dopo qualche giorno lo ritroverai con molte finestre rotte. Le cattive abitudini proprie legittimano le cattive abitudini degli altri. Siamo tutti un po’ complici di ciò che sta succedendo al Pianeta, è questa la realtà dei fatti. 

Saranno necessari enormi cambiamenti a livello industriale, però o sali in sella alla bici e cominci a raccogliere la plastica lungo le strade, o dii un altro tipo di contributo cambiando le tue abitudini in modo tale che anche gli altri ti vedino e cambino a propria volta, o rimarrai una parte del problema. 

È questa l’illuminazione che ci portiamo a casa dilla Lapponia, assieme all’aurora che abbiamo visto di lì a poco. 

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