Milano sarà “Città 30” dal 1° gennaio 2024. L’ordine del giorno approvato lo scorso 9 gennaio dal Consiglio comunale della città meneghina istituisce il limite di velocità in ambito urbano a 30 chilometri orari.
Quali sono gli obiettivi del modello di Città 30?
Tra i tanti, sicuramente, aumentare la sicurezza stradale e incentivare la mobilità sostenibile. Secondo i dati ACI-ISTAT 2021, in Italia gli incidenti stradali sono la prima causa di morte per i giovani, con una media di 561 feriti e 7,9 vittime ogni giorno, 1 ogni 3 ore, soprattutto in ambito urbano. Il nuovo provvedimento rappresenta, dunque, una strategia innovativa per contrastare il tasso di incidentalità sulle strade urbane e combinare modalità di trasporto differenti per migliorare la vivibilità della città.
Un po’ come il modello delle Città dei 15 minuti, l’intento è anche quello di innovare le città dal punto di vista strutturale e ottimizzare il sistema della mobilità e degli stili di vita, sempre più frenetici, dei cittadini delle grandi metropoli con il concetto di prossimità. Non a caso, negli obiettivi della Cities Mission delle Smart Cities e a impatto climatico zero entro il 2030 è presente il modello delle città con limite di velocità a 30 chilometri orari, che include nel progetto la creazione di una rete di spazi adatti alla mobilità dolce e ciclabile.
Quella dell’introduzione del nuovo limite di velocità a 30 km/h è una rivoluzione che sembra non piacere a tutti. Al di là delle polemiche, dovremmo però pensare che la riduzione delle emissioni di CO2, così come la promozione dell’uso di mezzi di trasporto meno inquinanti, sono tra le prerogative delle più grandi città europee. È il caso di Berlino, Bruxelles, Copenaghen, Dublino, Stoccolma, Helsinki, Londra, tutte con un unico obiettivo: ridurre la velocità di guida per proteggere gli utenti più vulnerabili, come pedoni e ciclisti, e incentivare l’utilizzo di mezzi di trasporto a emissioni zero.
Moderare la velocità di guida da 50 a 30 km/h viene considerato vantaggioso anche per ridurre il rumore della circolazione stradale (il cosiddetto inquinamento acustico). Sembrerebbe infatti che con velocità limitata a 30 km/h sono del tutto rari i fenomeni con livelli sonori elevati, con una riduzione di circa 3dB [1].
Il modello di “Città 30 km/h” include diversi scopi e non può essere ridotto a una mera azione di moderazione dei limiti di velocità, ma va inquadrata in un’ampia e complessa strategia di miglioramento dell’ambiente urbano e della sua vivibilità. Su quest’ultimo aspetto, inutile sottolineare che il traffico motorizzato esercita un’influenza decisiva. Interventi di moderazione del traffico ne dimostrano l’efficacia, non solo dal punto di vista ambientale – grazie alla riduzione delle emissioni di gas di scarico causate dallo stop and go delle auto – ma anche dal punto di vista della qualità sociale e di relazione. Agli effetti positivi del miglioramento della sicurezza stradale, si aggiungono infatti le innumerevoli occasioni per migliorare la qualità degli spazi urbani, la vita nei quartieri e nelle periferie. La necessità di ripensare le città in base all’uomo è dunque indispensabile, e l’idea delle città a 30 km/h dovrebbe far riflettere in una società sempre più ossessionata dalla velocità.
[1] Geschwindigkeitsreduktion (admin.ch)

Classe 1993, si è laureata in Lingue, letterature e comunicazione interculturale. L’amore per la natura la conduce a interessarsi di sostenibilità in tutte le sue declinazioni.
Appassionata di tecnologia, spera che un giorno le innovazioni possano contribuire a risolvere le problematiche principali del nostro Pianeta.