Sempre più eventi estremi in Italia: nel 2023,+135% rispetto all’anno scorso

da | Giu 6, 2023 | ambiente, climate change, news | 0 commenti

In Italia nei primi cinque mesi del 2023 c’è stato un incremento del 135% degli eventi atmosferici estremi rispetto all’anno scorso nello stesso periodo.

I risultati diretti e tangibili del riscaldamento globale sono più vicini di quello che pensiamo: lo confermano i nuovi dati presentati dall’Osservatorio Nazionale Città Clima di Legambiente, durante la Giornata Mondiale dell’Ambiente che si celebra annualmente il 5 giugno.

Cosa ci dicono questi dati? E quali sono le soluzioni che il nostro Paese dovrebbe adottare? Scopriamo di più sull’incremento di eventi atmosferici in Italia nel 2023 segnalato da Legambiente.

L’SOS clima lanciato da Legambiente

La situazione sta degenerando velocemente e i dati del nuovo bilancio Legambiente lo confermano.

Città Clima è l’Osservatorio di Legambiente che monitora l’impatto dei cambiamenti climatici nel territorio italiano, soprattutto nelle aree urbane. In occasione della Giornata Mondiale dell’Ambiente, ha evidenziato dati allarmanti: confrontando i primi 5 mesi del 2022 e i primi cinque mesi di quest’anno, si registra un incremento degli eventi meteorologici estremi del 135% .

Semplificando ancora di più: tra gennaio e maggio 2023, si sono verificati 122 eventi estremi a fronte dei 52 registrati nello stesso periodo l’anno scorso. Gli allagamenti dovuti a piogge intense sono la tipologia di evento estremo che si è verificata di più: 30 eventi nei primi mesi del 2023, 16 nel 2022 (+ 87,55%).

«La fotografia scattata dal nostro Osservatorio Città Clima sugli eventi climatici estremi parla chiaro: bisogna invertire al più presto la rotta. L’alluvione che ha colpito nelle scorse settimane l’Emilia Romagna e le Marche, ma anche le violente piogge che si sono abbattute in questi ultimi giorni in Sardegna e in altre regioni d’Italia sono l’ennesima dimostrazione di quanto la crisi climatica stia accelerando il passo causando ingenti danni all’ambiente, all’economia del Paese, e perdite di vite umane» ha detto Stefano Ciafani, Presidente Nazionale di Legambiente.

I dati regione per regione

Non solo Emilia Romagna: i fenomeni estremi hanno coinvolto anche altre regioni. L’Osservatorio ha fatto una classifica delle sei regioni colpite:

  • Emilia Romagna: con 36 eventi estremi, si piazza al primo posto della classifica. L’anno scorso, per gli stessi mesi, gli eventi erano stati solo 4;
  • Sicilia, con 15 eventi estremi (5 nel 2022);
  • Piemonte, con 10 eventi estremi (6 nel 2022);
  • con 8 eventi estremi, Lazio (l’anno scorso solo 3), Lombardia (9 nel 2022) e Toscana (nel 2022).

Le soluzioni

Con il report dell’Osservatorio, Legambiente lancia un chiaro segnale al governo Meloni. Come ha sottolineato Ciafani: «Per affrontare il tema della crisi climatica serve una decisa volontà politica con interventi concreti non più rimandabili per riparare gli errori del passato come ad esempio tombare i fiumi, costruire in aree non idonee o in prossimità dei corsi d’acqua…».

In Europa, l’Italia deve definire subito un Patto di solidarietà per il clima, come indicato dal Segretario Generale dell’ONU Guterres: un patto tra i Paesi industrializzati, quelli emergenti e quelli in via di sviluppo per raggiungere l’obiettivo zero emissioni entro il 2050 a livello globale.

A livello nazionale, Legambiente propone tre soluzioni.

Piano nazionale di adattamento ai cambiamenti climatici

Occorre accelerare il passo e approvare definitivamente il Piano nazionale di adattamento ai cambiamenti climatici, che al momento rimane ancora in sospeso dopo la fase di valutazione ambientale strategica (VAS) che il governo aveva avviato alla fine del 2022, dopo gli eventi di Ischia.

Inoltre, grandi assenti nell’ultima legge di bilancio, andranno stanziati adeguati finanziamenti per l’attuazione del Piano.

PNIEC

Fondamentale strumento per avviare un’efficiente azione climatica europea e nazionale da qui fino al 2030, il nostro Paese (assieme agli altri Stati membri UE) dovrà aggiornare il PNIEC (Piano Nazionale Integrato Energia e Clima).

Aggiornare e revisionare il PNIEC significa andare oltre l’obiettivo climatico proposto per il 2030 nel PNRR. Quello di una riduzione delle emissioni del 51% viene definito da Legambiente un obiettivo inadeguato: l’Italia potrebbe centrare quello del 65% grazie anche alle energie rinnovabili e con una mobilità più sostenibile.

Legge sul consumo di suolo

C’è una proposta di legge, bloccata in Parlamento dal 2016, sul consumo di suolo. L’obiettivo era di arrivare a quota zero, quindi non cementificare un metro quadro in più, entro il 2050.  

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