
In Nuova Zelanda, una protesta in Parlamento ha attirato l’attenzione dei media internazionali. Un video diventato virale mostra la deputata di opposizione Hana-Rawhiti Maipi-Clarke, di etnia Māori, che strappa un documento e inizia a cantare e a eseguire la tradizionale danza rituale haka, a cui in pochi istanti si uniscono altri colleghi.
Nello stesso momento, una marcia di protesta pacifica (hīkoi) gestita da un gruppo per i diritti dei Māori si stava dirigendo verso la Capitale, Wellington.
Trasmessa in diretta dal canale parlamentare, la protesta di Hana-Rawhiti Maipi-Clarke nasce come contestazione a una proposta di legge che ridefinisce i principi del Trattato di Waitangi del 1840, pietra miliare nei rapporti tra governo e popolazione Māori.
Il provvedimento: punti chiave e controversie
La proposta di legge, avanzata dal Partito di centrodestra Act, mira a ridefinire i principi del Trattato di Waitangi, considerato un riferimento globale per il riconoscimento dei diritti delle minoranze indigene. La nuova legge andrebbe a ridefinire tre principi fondamentali del Trattato: la divisione dei poteri di governo e parlamento, il rispetto dei diritti maori da parte della Corona e l’uguaglianza di tutti i cittadini davanti alla legge.
Se la maggioranza sostiene che la legge possa ridurre divisioni razziali, l’opposizione teme che riporti indietro le conquiste ottenute indebolendo i diritti della minoranza. Timore confermato anche dall’esclusione dei rappresentanti Māori dal processo di revisione
Anche il primo ministro Christopher Luxon ha espresso dubbi sulla proposta, definendola divisiva. Il disegno di legge segue altre misure controverse, come la chiusura dell’Autorità sanitaria Māori , istituita per promuovere equità, e l’uso dell’inglese rispetto alla lingua Māori in ambito istituzionale.
Prospettive future
Nonostante l’approvazione in prima lettura, il futuro del disegno di legge rimane incerto. Il percorso legislativo potrebbe interrompersi a causa delle divisioni interne alla coalizione di governo e delle proteste crescenti da parte delle comunità Māori e di altri gruppi. La marcia di protesta in corso sottolinea il malcontento diffuso e la volontà di difendere i diritti conquistati.