Afantasia: vivere senza immagini mentali è possibile?

Afantasia è la condizione in cui una persona non riesce a formare immagini mentali. Chi ne è affetto può ricordare eventi e concetti, ma senza visualizzarli nella mente.

Immagina di chiudere gli occhi e provare a visualizzare il volto di una persona cara. Se la tua mente rimane completamente buia, potresti avere un tratto cognitivo chiamato Afantasia, una condizione che impedisce di formare immagini mentali volontarie. Non si tratta di un deficit della vista o di un disturbo neurologico, ma di una differenza nel modo in cui il cervello elabora le informazioni visive.

Negli ultimi anni, l’Afantasia è diventata un argomento di crescente interesse nella comunità scientifica. Sebbene descritta per la prima volta nel 1880 dal neurologo Francis Galton, è stata studiata in modo più approfondito solo nel 2015, quando lo scienziato Adam Zeman dell’Università di Exeter ha pubblicato una ricerca dettagliata sul fenomeno. Si stima che colpisca circa il 3-5% della popolazione, anche se molti ne sono inconsapevoli fino a quando non scoprono che la maggior parte delle persone riesce a “vedere” mentalmente immagini vivide.

Come funziona il cervello di chi ha l’Afantasia?

Il cervello delle persone afantasiche elabora le informazioni visive in modo diverso. Mentre la maggior parte delle persone attiva le aree cerebrali associate alla visione quando richiama immagini mentali, nei soggetti con Afantasia questa attivazione risulta assente o ridotta. Studi di neuroimaging hanno mostrato che nelle persone senza Afantasia la corteccia visiva si attiva anche in assenza di stimoli esterni, mentre negli afantasici questa connessione sembra più debole.

Chi ha Afantasia può ricordare dettagli di luoghi, volti e oggetti, ma senza visualizzarli mentalmente. Questo suggerisce che la memoria non dipende solo dalle immagini visive, ma anche da descrizioni verbali e associazioni logiche. Molti afantasici compensano la mancanza di immagini con pensieri basati su parole, concetti e simboli.

Afantasia e creatività: un limite o una risorsa?

Si potrebbe pensare che l’Afantasia sia un ostacolo per artisti, scrittori e designer, ma non è sempre così. Alcune persone con Afantasia riescono comunque a esprimere grande creatività attraverso altre modalità cognitive. Ed Catmull, co-fondatore della Pixar, ha dichiarato di avere Afantasia, ma questo non gli ha impedito di guidare una delle case di animazione più innovative al mondo.

Molti scrittori e musicisti afantasici riportano di non “vedere” le scene che descrivono, ma di costruirle attraverso concetti astratti, parole o emozioni. Alcuni artisti realizzano opere visive affidandosi a schemi e tecniche piuttosto che a immagini mentali. Questo dimostra che la creatività non dipende esclusivamente dalla capacità di visualizzazione, ma può svilupparsi attraverso strategie alternative.

Afantasia e memoria: come si ricordano le esperienze senza immagini?

Uno degli aspetti più interessanti dell’Afantasia è il modo in cui influenza la memoria. Le persone senza Afantasia spesso ricordano eventi passati come se “rivivessero” scene visive, mentre gli afantasici descrivono i loro ricordi in modo più astratto. Questo porta a un’esperienza soggettiva della memoria meno visiva e più concettuale.

Alcuni studi suggeriscono che chi ha Afantasia potrebbe avere difficoltà a ricordare volti o dettagli di eventi, mentre altri affermano di non riscontrare problemi particolari nella memoria autobiografica. Inoltre, l’Afantasia sembra influenzare anche il sogno: molte persone afantasiche dichiarano di sognare meno immagini visive o di fare sogni più basati su concetti ed emozioni.

Vantaggi e svantaggi dell’Afantasia

L’Afantasia non è un deficit, ma una variazione nel funzionamento cognitivo. Alcuni studi suggeriscono che potrebbe offrire sia vantaggi che svantaggi:

Possibili vantaggi

  • Minore predisposizione a disturbi come il Disturbo da Stress Post-Traumatico (PTSD), poiché i ricordi traumatici non vengono “rivissuti” in forma visiva.
  • Maggiore capacità di concentrazione su concetti astratti, senza distrazioni legate alle immagini mentali.
  • Approccio più razionale alle decisioni, con meno interferenze emotive dovute a visualizzazioni negative.

Possibili svantaggi

  • Difficoltà nel riconoscere volti o immaginare scenari futuri.
  • Limitazioni nelle professioni che richiedono visualizzazione mentale, come architettura o design.
  • Maggiore difficoltà a ricordare immagini dettagliate, come mappe o istruzioni visive.

L’Afantasia può essere “curata”?

Attualmente, non esistono metodi per “curare” l’Afantasia, né è considerata una condizione patologica. Alcuni studi stanno cercando di capire se sia possibile stimolare la visualizzazione mentale, ma le evidenze sono ancora limitate.

Alcune persone riferiscono di aver sviluppato immagini mentali con esercizi mirati, ma non esistono prove definitive sulla loro efficacia. La maggior parte degli afantasici convive con questa caratteristica senza problemi, adattandosi con strategie cognitive alternative.

In conclusione

L’Afantasia è una condizione affascinante che ci mostra quanto possa essere vario il modo in cui il cervello umano elabora la realtà. Non vedere immagini mentali non significa avere una percezione ridotta del mondo, ma semplicemente sperimentarlo in modo diverso. Conoscere e comprendere l’Afantasia non solo aiuta chi ne è affetto a capire meglio sé stesso, ma offre anche nuove prospettive sulla creatività, la memoria e il pensiero umano.

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