Quando i clienti alzano troppo il gomito, magari disturbando la pubblica quiete, i pub rischiano non solo salatissime multe, ma anche la revoca della licenza. È quel che accade da più di 30 anni in Australia, e più precisamente nel Queensland, dove le autorità locali hanno sposato una politica di tolleranza zero: se gli avventori di un bar risultano eccessivamente ubriachi, la responsabilità è anche di chi ha permesso loro di ordinare alcolici senza sosta. Una misura che, per quanto dura, ha sortito gli effetti sperati: un minore disturbo della quiete pubblica e, fatto non meno importante, un rispetto più esteso degli spazi verdi.
Il Liquor Act, una legge di successo

Così come già accennato in apertura, da oltre 30 anni nel Queensland è in vigore il cosiddetto Liquor Act: una legge nata come deterrente agli effetti più sgraditi del consumo di alcol, come il disturbo della quiete pubblica, le deiezioni all’aperto e la distruzione delle aree verdi urbane.
Introdotto nel 1992, il Liquor Act regola tutti gli aspetti del consumo di alcol: dai contratti di fornitura alla vendita, passando per le responsabilità degli esercizi pubblici e i comportamenti che i consumatori devono adottare. Si applica a qualsiasi tipo di attività commerciale, dai ristoranti alle discoteche, così come agli eventi temporanei come festival, concerti o mostre cittadine.
La gestione dei clienti in stato di ebrezza
Uno dei punti cardine del Liquor Act è la gestione dei clienti in stato di ebrezza, un problema che non solo mette a rischio l’incolumità degli stessi avventori ubriachi – i quali potrebbero subire gravi conseguenze dal consumo eccessivo di alcol, da reazioni avverse fino a ferite e incidenti – ma anche quella dei passanti e, più in generale, il decoro della stessa città. La legge riconosce infatti che l’abuso di alcol non è una questione unicamente personale, bensì un problema sociale, di cui l’intera comunità è responsabile.
Proprio per queste ragioni, il Liquor Act impone ai gestori di pub e simili un controllo attivo della loro clientela:
- vietando di servire ulteriore alcol ad avventori che mostrano segni di ebrezza, in particolare se mostrano segni di alterazione, difficoltà di parola, comportamenti aggressivi o anomali e perdita della coordinazione;
- imponendo a gestori e personale la partecipazione a corsi obbligatori, come quello sul Responsible Service of Alcohol (RSA), per imparare a identificare gli utenti potenzialmente a rischio;
- comminando multe salate, variabili a seconda della gravità della violazione, per tutti gli esercizi pubblici che non intervengono per limitare il consumo eccessivo di alcolici.
Nei casi più gravi, soprattutto quando il cliente ubriaco mette in pericolo la sicurezza pubblica, distrugge opere urbane o coinvolge terzi in atti aggressivi o molesti, il pub rischia di perdere definitivamente la propria licenza, con la conseguenza di dover abbassare la serranda per sempre.
Gli effetti del controllo attivo da parte dei pub
Sebbene non sia stata accolta con particolare entusiasmo dai gestori dei locali, anche perché delega agli stessi funzioni di controllo e monitoraggio che dovrebbero in realtà essere a capo di altri soggetti maggiormente istituzionali, nel corso di trent’anni si sono potuti registrare gli effetti positivi di una legge tanto rigorosa.
Uno studio condotto nel 2017 su dieci comunità del Queensland ha dimostrato che, per effetto delle normative restrittive sulla vendita degli alcolici, non solo si registrano meno casi di disturbo alla quiete pubblica, risse o distruzione di strutture e verde urbano, ma effettivamente i cittadini bevono meno. Per contro, però, si è registrato un aumento di altre sostanze ricreative non così estensivamente regolamentate, quali il consumo di cannabis.
Ancora, la legge si è rivelata molto efficace per limitare fortemente il consumo di alcol fra i minori, poiché le conseguenze per i gestori sono in questo caso decisamente dure, così come a ridurre l’impatto ambientale degli stessi pub. Infatti, si è assistita a una sostanziale riduzione:
- delle deiezioni su marciapiedi, palazzi e parchi pubblici che, oltre a essere contrari al decoro, hanno anche un grave impatto sul verde;
- di comportamenti ai danni dello stesso verde, come la distruzione di aiuole fiorite, lo sradicamento di cespugli e piccole piante sul bordo stradale, nonché minori conseguenze sulla piccola fauna urbana, quali uccelli e roditori, nonché cani e gatti randagi;
- la riduzione di rifiuti abbandonati, come bottiglie di birra, bicchieri di plastica e altro materiale analogo.
Aree sicure contro il degrado urbano
Non bisogna infine dimenticare che, a partire dal 2014, il governo del Queensland ha introdotto nuove misure per il contenimento del degrado urbano, conseguente all’abuso di alcol. Sono infatti stati approvati i cosiddetti Safe Night Precincts, ovvero delle aree a grande concentrazione di pub e locali notturni, dove la probabilità di risse, alterazioni del decoro e comportamenti antisociali sono maggiori.
In quelli che sono sostanzialmente dei quartieri dell’alcol, i gestori dei locali devono anche scansionare i documenti d’identità degli avventori: se un cliente è soggetto a ordinanze e limitazioni per pregressi problemi con alcol, deve essere allontanato dal pub. Ancora, nei Safe Night Precincts sono presenti servizi di supporto e sanitari per gli avventori che dovessero averne bisogno, così come attive sono campagne informative sul bere responsabile.


