
Lo vedi accanto alla scrivania, accucciato sul suo cuscino preferito, e la giornata sembra subito più leggera. Se con lo smart working la presenza del cane durante una call con il capo non è più così insolita, in ufficio questa possibilità non è ancora prevista nella maggior parte delle aziende (nonostante alcune realtà più attente al benessere dei dipendenti abbiano iniziato a valutare o a introdurre questa pratica). Alcuni esperimenti e ricerche scientifiche mostrano che la presenza di animali domestici sul posto di lavoro può favorire il benessere dei dipendenti e migliorare le relazioni tra colleghi, anche se, ovviamente, non mancano aspetti critici da considerare.
In questo articolo analizziamo i principali pro e contro del portare il cane in ufficio, con dati, esempi e casi concreti.
Sommario
- Riduzione dello stress e miglioramento del benessere
- Aumento della produttività e motivazione
- Miglioramento delle relazioni interpersonali e del clima aziendale
- Attrazione e fidelizzazione dei talenti
- I possibili contro da considerare
- Iniziative e sperimentazioni in Italia
- Cane in ufficio: sì, ma con responsabilità
Riduzione dello stress e miglioramento del benessere
Uno dei motivi principali per cui portare il cane in ufficio è un’ottima idea riguarda il benessere psicofisico. Alcuni studi, come quello della Virginia Commonwealth University, hanno dimostrato che la presenza di un animale riduce i livelli di cortisolo, l’ormone dello stress, fino all’11% durante la giornata lavorativa. Accarezzare un cane abbassa la pressione sanguigna, calma l’ansia e migliora lo stato d’animo dei dipendenti. In ufficio, la presenza di un amico a quattro zampe può trasformarsi in una vera valvola di sfogo, utile non solo al padrone ma anche ai colleghi.
Aumento della produttività e motivazione
Portare il cane in ufficio non significa distrarsi, anzi: secondo sondaggi come Pets at Work, il 70% dei dipendenti pet-friendly si sente più soddisfatto del proprio lavoro e il 67% dichiara di essere più produttivo. Le pause per portare il cane a fare due passi diventano momenti rigeneranti che aiutano a ricaricare la concentrazione. In questo modo, la produttività cresce e si riduce il rischio di burnout, migliorando anche la motivazione personale.
Miglioramento delle relazioni interpersonali e del clima aziendale
Un altro aspetto positivo è l’effetto collante tra colleghi. I cani in ufficio facilitano le conversazioni, riducono le barriere sociali e creano occasioni spontanee di collaborazione. Come evidenziato da diversi studi, i gruppi di lavoro con animali mostrano maggiore fiducia reciproca e meno conflitti. Il cane diventa così un mediatore sociale capace di migliorare il clima aziendale e rendere gli ambienti lavorativi più sereni e inclusivi.
Attrazione e fidelizzazione dei talenti
Perché portare un cane in ufficio può essere un’ottima idea anche dal punto di vista delle aziende? Semplice: la possibilità di avere ambienti pet-friendly è un benefit molto apprezzato dai lavoratori, soprattutto dalle nuove generazioni. Offrire questa opportunità significa distinguersi come azienda innovativa, capace di attrarre e fidelizzare talenti. Politiche di questo tipo si rivelano un vantaggio competitivo nella retention del personale e nel rafforzamento della brand identity.
I possibili contro da considerare
Naturalmente, non mancano le criticità da considerare. Alcuni colleghi o clienti potrebbero avere allergie al pelo degli animali o paura dei cani e questo può generare disagio. Inoltre, non tutti gli animali vivono bene l’ambiente ufficio: rumori, spazi limitati e nuove regole possono essere stressanti. Non tutti i cani sono uguali: ci sono poi i comportamenti problematici – abbaiare, sporcare, mordicchiare cavi o mobili – che rischiano di creare confusione. Infine, serve una gestione chiara: senza regole condivise sull’educazione degli animali e sulla convivenza, possono insorgere tensioni e malintesi.
Iniziative e sperimentazioni in Italia
In Italia non esiste ancora una normativa nazionale, ma alcune realtà hanno già avviato progetti concreti. L’Università di Milano Bicocca e quella di Trento hanno introdotto regolamenti interni per accogliere animali in ufficio. L’azienda Purina ha lanciato dal 2014 il progetto Pets at Work, con regole precise come patentino per i cani, registrazione quotidiana e aree dedicate, diffondendo il modello anche ad altre aziende tramite la Pets at Work Alliance. A Torino è stato sperimentato un progetto di cani in ufficio per migliorare produttività e clima aziendale. Sono esperienze che dimostrano come, pur senza una legge specifica, linee guida e protocolli aziendali possano garantire una convivenza armoniosa.
Cane in ufficio: sì, ma con responsabilità
Portare un cane in ufficio ha molti vantaggi, ma richiede organizzazione, sensibilità e regole chiare. È una scelta che può migliorare il benessere dei lavoratori, la produttività e l’immagine aziendale, a patto che si tenga conto delle esigenze di tutti: persone e animali. Non una moda, ma un nuovo modo di concepire gli ambienti di lavoro, più inclusivi e attenti al benessere collettivo.