
Mentre tu leggi queste righe, in una città del Guangxi nel sud della Cina, si sta per ripetere un evento brutale che sembra essere uscito da un film dell’orrore. Si chiama festival della carne di cane di Yulin e si tiene ogni anno a giugno, durante il solstizio d’estate. Consiste nell’uccisione di migliaia di cani – spesso animali da compagnia rubati, stipati in gabbie anguste – che vengono torturati e macellati. Per tradizione? Assolutamente no. Per soldi, superstizione e ignoranza. Ma la cosa non sta passando inosservata. C’è chi sta già combattendo e anche tu puoi dare una mano.
Nessuna cultura, solo crudeltà
Non esiste quindi alcuna antica tradizione che possa giustificare il massacro di Yulin: questa festival nasce nel 2009 al solo scopo di incrementare le vendite di carne di cane. Nessuna usanza millenaria, nessuna festività storica. I cani – inclusi cuccioli, randagi e spesso anche animali domestici con ancora il collare al collo – vengono trasportati in condizioni disumane, senza acqua né cibo. Soprattutto, vengono uccisi in modi atroci perché si crede (erroneamente) che una morte violenta migliori il sapore della carne. Nel suo momento di massimo successo il festival di Yulin è stato responsabile della macellazione di decine di migliaia di cani ogni anno. Negli ultimi anni pare che il numero sia stato ridotto notevolmente anche se, in realtà, non esiste un monitoraggio ufficiale e affidabile.
Attivisti in trincea: chi rischia tutto per salvare anche un solo cane

Ogni anno gruppi di attivisti, sia cinesi che internazionali, cercano di fermare questo scempio con tante difficoltà a causa di minacce, arresti e violenza. Fortunatamente, non sono rari casi come quello di Davide Acito, attivista italiano che si è finto un acquirente per entrare nei macelli e documentare gli abusi. Il fondatore dell’associazione Action Project Animal non è il solo a essere andato direttamente a Yulin per documentare il massacro. La sua organizzazione, esattamente come altre in giro per il mondo, raccoglie fondi, organizza petizioni e promuove l’adozione dei cani salvati (circa un migliaio finora).
Oltre alle missioni in prima linea, questo tipo di associazioni sono importanti perché cercano di far sentire la propria voce presso le istituzioni della città di Yulin, cercando un dialogo con l’amministrazione locale per porre fine a questi comportamenti disumani.
Eppur si muove, ma troppo piano
Qualche anno fa il governo cinese ha finalmente classificato i cani come animali da compagnia e non più bestiame, escludendoli dalle specie commestibili. Un buon segnale, sicuramente, ma non è mai realmente intervenuto per sradicare il problema. Il festival continua, in barba a una pressione internazionale sempre più tangibile. Alcune province hanno introdotto restrizioni, ma servono leggi nazionali che vietino definitivamente il commercio e il consumo di carne di cane. Nel frattempo, in Cina sta crescendo una generazione di giovani che rifiuta lo status quo e denuncia questa barbarie su Weibo e TikTok condividendo le immagini strazianti provenienti da Yulin.
Cosa puoi fare

Può sembrare distante, ma il festival di Yulin riguarda anche te. Perché il modo in cui trattiamo gli animali dice chi siamo. E perché la sollecitazione internazionale funziona. Innanzitutto, puoi iniziare a firmare le petizioni di organizzazioni come HSI, Animals Asia, Duo Duo Project e Action Project Animal. Ancora più importante: parla di Yulin, anche se è lontano. I diritti non hanno confini e così facendo sostieni chi agisce sul campo diffondendo le loro storie. Infine, puoi condividere questo articolo anche se ti fa male leggerlo. Soprattutto se ti fa male.