
Nel cuore della penisola dello Yucatán, in Messico, il Cenote Angelita è uno di quei luoghi assurdi che sembra sfidare le leggi della natura. Questo profondo cenote sommerso, circondato dalla vegetazione lussureggiante della giungla messicana, è famoso per un fenomeno raro e affascinante: una falsa nuvola sottomarina formata da uno strato di idrogeno solforato che crea l’illusione di un fiume che scorre sott’acqua. Questa caratteristica, combinata con le sue profondità misteriose e le acque cristalline, attira subacquei da tutto il mondo.
Ma il Cenote Angelita è molto più di un’attrazione turistica: è un ecosistema delicato, legato a doppio filo alla cultura Maya e alle sfide ambientali del territorio.
In questo articolo esploriamo l’origine geologica, i segreti scientifici e le questioni legate alla sua tutela.
Dove si trova esattamente il Cenote Angelita?
Il Cenote Angelita si trova a circa 17 km a sud di Tulum, nella penisola dello Yucatán, in Messico. È immerso nella giungla tropicale e raggiungibile solo percorrendo una strada sterrata secondaria, lontano dai principali circuiti turistici. La sua posizione remota, a ridosso della costa caraibica, lo rende un luogo ideale per chi cerca un’immersione in un contesto naturale ancora incontaminato. Dista circa due ore da Cancún, il principale punto di arrivo internazionale per chi vuole esplorare questa zona della Riviera Maya.
La formazione del Cenote Angelita
Questo luogo è il risultato di un processo geologico tipico della penisola dello Yucatán, un’area caratterizzata da suoli calcarei porosi che favoriscono la formazione di doline e cavità sotterranee. Milioni di anni fa, l’acqua piovana ricca di anidride carbonica ha eroso la roccia calcarea, creando un vasto sistema di grotte e caverne sotterranee. Con il tempo, molte di queste caverne sono crollate, dando origine ai cenote.
Angelita è uno di quelli più profondi, raggiungendo i 60 metri di profondità. A circa 30 metri, si forma uno strato visibile di idrogeno solforato, una sostanza che si separa dall’acqua dolce sovrastante e da quella salata che si trova più in profondità. Questo fenomeno crea l’effetto di una densa nuvola grigia, sotto la quale si nasconde un ambiente buio e surreale. Questa stratificazione è dovuta all’assenza di correnti forti e alla presenza di materia organica in decomposizione proveniente dalla giungla soprastante.
Oggi il Cenote Angelita rappresenta un laboratorio naturale perfetto per gli speleologi e i biologi marini che studiano l’interazione tra acque dolci e salate, fenomeno noto come haloclina.
Curiosità scientifiche: la chimica dell’idrogeno solforato
L’effetto fiume sommerso del Cenote Angelita è causato da un fenomeno chimico sorprendente. L’idrogeno solforato si accumula in uno strato tra l’acqua dolce e quella salata grazie al processo di decomposizione di detriti organici che si depositano sul fondo. Questo gas, essendo più denso dell’acqua dolce ma meno denso dell’acqua salata, crea una barriera visiva che sembra una nube compatta e grigia.
Dal punto di vista scientifico, questa haloclina permette di studiare in loco la stratificazione dei fluidi e i processi di separazione tra acqua dolce e salata, tipici delle formazioni carsiche e dei sistemi sotterranei tropicali. Inoltre, l’idrogeno solforato genera un ambiente anossico al di sotto della nuvola, dove solo microrganismi adattati a queste condizioni estreme riescono a sopravvivere.
Cenote e cultura Maya: leggende e significati spirituali
Per la cultura Maya, i cenote non erano semplici formazioni naturali, ma portali verso l’inframondo, lo Xibalba.
Secondo la tradizione, questi pozzi naturali erano considerati luoghi sacri, punti di comunicazione con gli dei e scenari di cerimonie rituali. Anche Angelita, pur essendo meno conosciuto rispetto a cenote più famosi come Chichen Itzá, si inserisce nel sistema di credenze legato all’acqua come elemento di transizione tra la vita e la morte.
Leggende tramandate oralmente raccontano di spiriti e creature mistiche che abitano le acque profonde dei cenote, rendendo Angelita un luogo carico di mistero e spiritualità. Ancora oggi, molte comunità indigene considerano questi siti come parte integrante del loro patrimonio culturale e li rispettano come luoghi da proteggere e venerare.
Un ecosistema fragile da proteggere
Il Cenote Angelita non è solo una meraviglia geologica, ma anche un habitat prezioso. La combinazione di acque dolci e salate, la presenza di organismi che vivono in condizioni estreme e l’isolamento del cenote lo rendono un ecosistema unico. La crescente popolarità del sito sta però mettendo a rischio questo delicato equilibrio.
L’afflusso di turisti e subacquei può infatti introdurre inquinanti, alterare la qualità dell’acqua e disturbare la fauna locale. Tra i principali pericoli c’è la contaminazione da microplastiche e creme solari non biodegradabili, che possono compromettere la salute degli organismi che vivono in queste acque.
Per proteggere il Cenote Angelita, le autorità locali e le comunità indigene stanno promuovendo pratiche di turismo responsabile: limitazioni al numero di immersioni giornaliere, uso obbligatorio di prodotti eco-friendly e iniziative di educazione ambientale per sensibilizzare i visitatori sulla fragilità del luogo.
Tra turismo e conservazione
Una delle mete preferite dai subacquei esperti, il Cenote Angelita non è però un luogo adatto a tutti. La profondità e la presenza dell’idrogeno solforato creano condizioni che possono risultare pericolose senza una preparazione adeguata. Il gas, infatti, riduce la visibilità e può generare disorientamento.
Un altro tema critico riguarda la regolamentazione delle visite. Nonostante le buone pratiche messe in atto, alcuni operatori turistici offrono escursioni senza un adeguato rispetto delle norme ambientali o di sicurezza, rischiando di compromettere l’equilibrio del sito e la sicurezza dei visitatori.
Inoltre, la crescente pressione turistica sullo Yucatán e sui suoi cenote potrebbe portare, nel lungo periodo, a uno sfruttamento eccessivo delle risorse idriche e a un aumento dell’inquinamento nei sistemi sotterranei. Per questo motivo è essenziale che la tutela del Cenote Angelita sia al centro di politiche di gestione più rigide e condivise.