Ti senti una persona informata perché leggi i titoli dei giornali? Hai un’opinione su tutto, ma stranamente eviti di approfondire? Sei convinto di saperne più degli esperti solo perché hai letto un post su Facebook? Se hai risposto sì a una di queste domande, potresti essere vittima di un’insidiosa epidemia del nostro tempo: l’analfabetismo funzionale. No, non significa che non sai leggere e scrivere. Significa che, pur sapendo farlo, non riesci davvero a comprendere testi complessi, trarre conclusioni logiche o distinguere un fatto da un’opinione. E questa, mi spiace dirtelo, non è una buona notizia.
Cos’è l’analfabetismo funzionale?
L’analfabetismo funzionale è una condizione subdola. Non ti accorgi di esserne affetto finché qualcuno non te lo fa notare (e anche in quel caso, probabilmente, penserai che il problema sia suo). Si tratta dell’incapacità di comprendere e usare in modo efficace le informazioni scritte nella vita quotidiana. Non parliamo di testi accademici o di poesie ermetiche, ma di documenti basilari come contratti, istruzioni, articoli di giornale. Studi internazionali dimostrano che una percentuale allarmante della popolazione, anche nei paesi sviluppati, fatica a elaborare concetti articolati e a usarli in contesti diversi. Eppure, queste stesse persone partecipano a discussioni politiche, votano, prendono decisioni economiche. Riflettici un attimo.
I segnali che potrebbero tradirti
Come riconoscere un analfabeta funzionale? Esistono alcuni sintomi inequivocabili. Il primo è la difficoltà a comprendere testi un minimo strutturati. Se il tuo limite è leggere post brevi e indignarti per i titoli senza mai aprire l’articolo, potresti avere un problema. Il secondo è la tendenza a semplificare la realtà in bianco e nero: tutto è giusto o sbagliato, chi non la pensa come te è un idiota. Il terzo segnale è l’incapacità di distinguere una fonte attendibile da una bufala. Se credi che i dottori siano tutti corrotti dalle lobby, ma ti fidi di un video sgranato in cui un tizio senza qualifiche ti spiega “la verità che non vogliono farti sapere”, il campanello d’allarme è assordante.
Gli effetti sulla società
L’analfabetismo funzionale non è solo un problema individuale, ma un veleno che si diffonde nella società. Un popolo che non comprende i testi normativi, le notizie o i dati scientifici è facile preda della manipolazione. Così, invece di discutere sulla base dei fatti, ci si divide in fazioni contrapposte che urlano slogan senza senso. Il dibattito pubblico si svuota di contenuti, le scelte collettive diventano emotive anziché razionali e le fake news prosperano. Non è un caso che l’analfabetismo funzionale sia direttamente proporzionale alla credulità nei confronti di teorie complottiste. Se non sai interpretare un dato, sarai incline a rifiutarlo in favore di una narrazione che ti suona più semplice e rassicurante.
C’è speranza? Come uscire dall’analfabetismo funzionale
Buone notizie: sì, c’è speranza. Ma richiede impegno. Il primo passo è sviluppare l’abitudine alla lettura critica: non limitarti ai titoli, affronta testi più complessi e prova a riassumere ciò che hai letto con parole tue. Il secondo è imparare a verificare le fonti: chi ha scritto quell’articolo? Quali dati porta a sostegno? Il terzo è accettare il dubbio: se trovi una notizia che conferma esattamente le tue convinzioni, forse dovresti chiederti se non sia troppo bella per essere vera. E, infine, circondati di persone che stimolano il pensiero critico, non di chi ripete all’infinito quello che vuoi sentirti dire.
La diagnosi è confermata?
Se hai letto fino a qui senza sentire il bisogno di chiudere l’articolo indignato, sei già un passo avanti. Se invece stai cercando di smontare tutto con un commento pieno di maiuscole e punti esclamativi, mi spiace: la diagnosi è confermata. L’analfabetismo funzionale è un problema serio, ma il rimedio esiste. Serve solo un po’ di umiltà, curiosità e voglia di capire. Ce l’hai?