
Da luglio 2025, almeno quindici città in Francia, tra cui Nîmes, Béziers e Limoges, hanno adottato ordinanze di coprifuoco per minorenni nelle ore notturne. La misura, attiva fino a settembre, vieta la presenza in strada degli under 16, in alcuni casi anche degli under 13, in una fascia oraria che varia tra le 21 e le 6 del mattino. Il provvedimento, straordinario ma non inedito nella storia urbana francese, segna una risposta netta e simbolica all’escalation di violenza che negli ultimi mesi ha travolto alcuni quartieri popolari.
I quartieri fragili

A Limoges, bande di giovani armati di bastoni e fuochi d’artificio hanno assalito polizia e vigili del fuoco; a Nîmes, nel quartiere Pissevin, la cronaca ha registrato sparatorie, agguati e feriti, in un contesto dominato dal traffico di stupefacenti. Il sindaco di Nîmes, Jean-Paul Fournier, ha parlato di situazione insostenibile e di un dispositivo necessario per proteggere i ragazzi da ciò che lui stesso ha definito una spirale di violenza. Analoghi toni sono stati usati da amministrazioni di diverso orientamento politico, a testimonianza del carattere trasversale dell’allarme sociale. La ratio dichiarata del coprifuoco per minorenni in Francia è duplice: da un lato garantire la sicurezza pubblica, dall’altro impedire che i minori vengano reclutati come corrieri o vedette dalle organizzazioni criminali.
Un controllo simbolico?
A livello pratico, la misura prevede sanzioni fino a 150 euro per i trasgressori e la convocazione dei genitori in commissariato. Ma l’efficacia di questo strumento resta tutta da dimostrare. Alcuni sindacati di polizia hanno espresso scetticismo: senza un adeguato dispiegamento di agenti, il coprifuoco per minorenni in Francia rischia di restare lettera morta. Inoltre, diversi osservatori hanno fatto notare che gli atti criminali avvengono anche durante il giorno, sfuggendo così all’efficacia temporale del provvedimento. Non è dunque un caso che la misura sia stata definita da più parti come un atto più simbolico che risolutivo.
Le vere radici della crisi

Il nocciolo della questione non sta nella notte, ma nel tessuto sfilacciato dei quartieri popolari. In zone come la Val de l’Aurence, a Limoges, la marginalità è un dato strutturale: famiglie monoparentali, disoccupazione giovanile, mancanza di spazi pubblici e di servizi sociali. La fragilità economica si combina con una condizione esistenziale di esclusione, dove l’identità urbana è smarrita e il senso di appartenenza assente. In questo contesto, le bande offrono un surrogato di struttura, di appartenenza, di visibilità.
Repressione vs inclusione

Il coprifuoco per minorenni in Francia risponde a un’urgenza reale, ma rischia di rappresentare una scorciatoia repressiva a fronte di problemi che chiederebbero risposte più profonde. Educazione, cultura, sport, partecipazione civica: sono queste le politiche che gli esperti indicano come strumenti efficaci per prevenire il reclutamento nelle bande e l’abbandono. L’idea che un divieto notturno possa sostituire il lavoro lento e costante dell’inclusione è una tentazione che può rassicurare alcuni, ma di sicuro non va a trattare le fondamenta del problema.