Così gli uccelli usano i nostri mozziconi come repellenti: i rischi

Gli uccelli hanno imparato a usare i mozziconi come repellenti per i loro nidi, così da proteggersi dall'azione di parassiti, zecche e insetti. Eppure, per quanto ne confermi le capacità d'adattamento, questo comportamento è estremamente dannoso: gravi le conseguenze per la loro sopravvivenza.

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    Le conseguenze dell’inquinamento umano superano spesso anche la più florida fantasia: è quello che dimostra una delle più preoccupanti ricerche scientifiche degli ultimi tempi, pronta a dimostrare come alcuni uccelli abbiano imparato a riutilizzare mozziconi abbandonati come repellenti. E, per quanto il comportamento possa confermare la grande capacità d’adattamento di alcune specie di volatili, si tratta di una pessima notizia: le sostanze nocive presenti nei mozziconi, a partire dalla nicotina, possono seriamente minacciare la sopravvivenza di questi animali.

    Un mozzicone di sigaretta contro gli insetti

    Con circa 4,5 trilioni di esemplari sparsi in tutto il mondo, i mozziconi di sigaretta rappresentano di gran lunga il rifiuto più abbandonato a livello globale. Abbondano nelle aree urbane, dove spesso vengono gettati sui marciapiedi o sul manto stradale, ma si rilevano anche in ambienti più naturali, come ad esempio le spiagge. Data una così elevata disponibilità, non stupisce che gli uccelli ne siano attratti, sia per le piccole dimensioni, che per i particolari odori che rilasciano. E così hanno imparato a riutilizzarli a proprio vantaggio, ovviamente inconsci dei rischi per la loro sopravvivenza.

    La nicotina come repellente nei nidi

    Passero e mozzicone

    I primi studi sul riuso dei mozziconi da parte degli uccelli risalgono a una quindicina di anni fa, a Città del Messico. Alcuni ricercatori notarono infatti come due delle specie più comuni – il Carpodacus mexicanus e il Passer domesticus, rispettivamente il ciuffolotto messicano e il passero – fossero solite accorrere nei pressi di posacenere pubblici o marciapiedi ricolmi di mozziconi, per raccoglierne quanti più possibile. Tracciando i percorsi dei volatili, gli esperti scoprirono che i mozziconi venivano accumulati in massa nei nidi, spesso ricoprendoli completamente.

    Incuriositi da questo insolito comportamento, gli scienziati decisero di condurre alcune analisi sulle fibre vegetali degli stessi nidi, per capire quale tipo di utilità ne potessero ricavare i volatili. E, senza troppe sorprese, ne emerse un quadro a dir poco interessante: gli uccelli raccoglievano mozziconi, perché repellenti per gli insetti. Le fibre di questi nidi presentavano infatti quantitativi estremamente minori di parassiti e larve, in particolare di zecche, probabilmente per l’effetto deterrente dovuto alla nicotina. Una straordinaria capacità adattiva per questi volatili, tanto che nel corso degli anni si è consolidata a livello globale, così come dimostrato da studi successivi sulle abitudini dei fringuelli. Eppure, un comportamento he potrebbe esporre questi animali a conseguenze ben più gravi, rispetto al fastidio e ai rischi d’infezione causati dagli stessi parassiti.

    I rischi dei mozziconi per gli uccelli

    Fringuello

    Non è di certo un segreto: la nicotina è un efficace antiparassitario, tanto che in passato veniva comunemente utilizzata in agricoltura, per poi essere rimpiazzata da pesticidi di sintesi dalla tossicità inferiore, per quanto dall’impatto ambientale comunque elevato. E non stupisce, di conseguenza, che la sostanza si sia rivelata una risorsa per mantenere i nidi degli uccelli al sicuro dall’azione di piccoli insetti, zecche e altri ospiti indesiderati. Eppure, quello che può sembrare un alleato, è in realtà un nemico per la sopravvivenza degli stessi volatili.

    Uno studio condotto nel 2017 sui fringuelli domestici, ad esempio, ha dimostrato effetti genotossici sia nei pulcini che negli adulti, dovuti all’esposizione continuativa alla nicotina e agli altri inquinanti solitamente presenti nei mozziconi. In particolare, è stato evidenziato un aumento di eritrociti danneggiati – ovvero di globuli rossi – nel sangue dei volatili, con effetti potenzialmente gravi. Questa condizione può infatti causare sintomi come anemia, debolezza, letargia e riduzione della temperatura corporea. Nei casi più gravi, si verifica una ridotta resistenza al volo, nonché insufficienza cardiaca, epatica e renale.

    Non è però tutto, poiché l’esposizione a queste sostanze tossiche può determinare anche problemi riproduttivi, con una sempre più diffusa infertilità fra i volatili. Questi composti agiscono infatti come dei veri e propri interferenti endocrini, alterando lo squilibrio ormonale sia nei maschi che nelle femmine, che il corretto sviluppo dell’apparato riproduttivo.

    La necessità di una maggiore sensibilizzazione

    Mozzicone abbandonato

    Non si può di certo pretendere che passeri e fringuelli smettano improvvisamente di raccogliere mozziconi, perché per queste specie rappresentano un vantaggio immediato, un metodo semplice per risolvere un problema tanto fastidioso quanto quello dei parassiti dei nidi. Si deve agire perciò su altri fronti, ovvero quello di una maggiore sensibilizzazione al corretto smaltimento di questi rifiuti, affinché non si trasformino in una condanna a morte per specie del tutto indifese.

    Purtroppo, l’abitudine di gettare i mozziconi a terra è ancora estremamente diffusa, anche in aree ben dotate di posacenere e raccoglitori pubblici. È quindi necessario sposare comportamenti più virtuosi – ad esempio, con l’utilizzo di posacenere da taschino, affinché si possano sempre raccogliere i mozziconi, anche quando non vi sono altre alternative – e, fatto non meno importante, incrementare le sanzioni. Anche perché – è bene ricordarlo – i mozziconi non danneggiano soltanto gli uccelli, ma una lunga schiera di specie animali che vi entrano in contatto, spesso ingoiandoli, fino a morire.

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