
Sotto la penisola dello Yucatán, in Messico, si nasconde uno dei luoghi più significativi nella storia del pianeta Terra. Invisibile a occhio nudo, ma ben presente nei dati geologici, il cratere di Chicxulub è il gigantesco segno lasciato dall’asteroide che circa 66 milioni di anni fa ha messo fine all’era dei dinosauri. Un evento catastrofico che ha cambiato per sempre la vita sul Pianeta, ma che ancora oggi offre spunti di ricerca e riflessione su estinzioni, cambiamenti climatici e capacità di adattamento degli ecosistemi. Nonostante la sua natura sotterranea e la scarsa visibilità in superficie, il cratere è un vero e proprio laboratorio geologico a cielo aperto.
Un impatto che ha cambiato il mondo: che cos’è il cratere di Chicxulub
Il cratere di Chicxulub è una depressione circolare con un diametro tra i 150 e i 200km e 20km di profondità, sepolta sotto diversi strati di roccia nella penisola dello Yucatán. Il nome deriva dall’omonimo villaggio messicano situato vicino al centro del cratere. Fu scoperto negli anni ’70 grazie a rilevamenti geofisici condotti da compagnie petrolifere e successivamente confermato da studi geologici e paleontologici.
Secondo la teoria più accreditata, l’asteroide che ha generato questo cratere aveva un diametro di circa 10-15 chilometri e viaggiava a una velocità di oltre 20 km al secondo. L’impatto ha liberato un’energia equivalente a miliardi di bombe atomiche, sollevando una quantità enorme di polveri e gas nell’atmosfera. Questo ha causato un oscuramento globale, un drastico abbassamento delle temperature e la conseguente scomparsa di circa il 75% delle specie viventi, tra cui i dinosauri non aviani.
Il cratere conserva ancora oggi tracce evidenti di quell’impatto: strati di tektiti, iridio (un elemento raro sulla Terra ma comune negli asteroidi) e deformazioni geologiche. Questi elementi sono stati ritrovati anche in altri luoghi del mondo, ma è Chicxulub il punto d’origine. La sua struttura ad anello, con un picco centrale rialzato, è simile a quella di altri crateri d’impatto su corpi celesti come la Luna o Marte.
Esplorazioni scientifiche e scoperte nel sottosuolo dello Yucatán

Nonostante non sia visibile in superficie, il cratere di Chicxulub è oggetto di numerose spedizioni scientifiche. Tra le più rilevanti da menzionare c’è senza dubbio il progetto IODP-ICDP, una missione di perforazione condotta nel 2016 che ha prelevato campioni profondi oltre 1.300 metri dal picco centrale del cratere. Questi carotaggi hanno rivelato informazioni fondamentali sulla dinamica dell’impatto e sulla capacità di resilienza della vita.
I dati mostrano che già dopo qualche decina (o centinaia) di anni dall’impatto, nelle acque del cratere iniziarono a comparire microrganismi marini: dopo la catastrofe generata dal meteorite – conferma quindi la scoperta – la vita sulla Terra ha trovato rapidamente un nuovo equilibrio. Questo ha importanti implicazioni anche per l’astrobiologia e la ricerca della vita su altri pianeti, perché indica che forme di vita semplici possono adattarsi anche in ambienti estremi e post-catastrofici.
In più, le analisi hanno aiutato a comprendere meglio la composizione dell’asteroide e la distribuzione dei materiali nell’impatto. Alcuni strati contengono minerali ricchi di zolfo, che si ritiene abbiano contribuito al raffreddamento globale e al collasso delle catene alimentari. Queste informazioni sono cruciali per capire la vulnerabilità degli ecosistemi ai cambiamenti improvvisi e offrono importanti spunti di riflessione in un’epoca di crisi climatica.
Sfide, conservazione e accessibilità del sito

Non ci sono strutture visibili in superficie che ricordino la presenza del cratere di Chicxulub, se non qualche modesto centro informativo nei pressi del villaggio di Chicxulub Puerto. Questo rende difficile promuoverne la valorizzazione turistica, pur trattandosi di uno dei luoghi geologicamente più importanti al mondo.
Alcune iniziative puntano a rendere più accessibile il patrimonio scientifico legato al cratere. Tra queste, la creazione di musei interattivi, percorsi educativi e installazioni immersive che permettano di comprendere l’impatto dell’asteroide e la storia del Pianeta. Un esempio è il Museo del Meteorito di Progreso, inaugurato nel 2022, che utilizza tecnologie audiovisive per raccontare l’estinzione dei dinosauri e il ruolo del cratere.
A livello ambientale, la penisola dello Yucatán ospita ecosistemi fragili come le foreste tropicali e le grotte calcaree (cenote), che risentono delle attività antropiche e dei cambiamenti climatici. La promozione di un turismo scientifico e consapevole potrebbe contribuire alla tutela di queste aree e offrire al contempo opportunità di sviluppo economico sostenibile.