
Hai mai passato ore davanti allo specchio fissando quella parte del tuo corpo che ti sembra sbagliata? Ecco, questo si chiama dismorfismo corporeo: il naso troppo grande, la pelle imperfetta, il corpo fuori forma. Tutti noi abbiamo giorni in cui non ci sentiamo al top. Ma per alcune persone, quella voce interiore che critica incessantemente non si spegne mai. Il dismorfismo corporeo non è un capriccio o un eccesso di vanità, ma un disturbo serio che può trasformare la vita in un incubo. Chi ne soffre vede difetti inesistenti o esagerati che diventano un’ossessione. Il risultato? Ansia, isolamento e una continua ricerca della perfezione impossibile. È ora di fare chiarezza su questo problema spesso sottovalutato.
Cos’è il dismorfismo corporeo
Il dismorfismo corporeo è un disturbo psicologico che ti fa fissare su presunti difetti fisici, anche se nessuno li nota o sono inesistenti. Non è semplice insicurezza: è un’ossessione che può occupare ore della giornata. Immagina di non riuscire a uscire di casa perché quel difetto sembra insopportabile. Nella mente di chi ne soffre, tutto ruota intorno a quel dettaglio. Le aree più colpite? Viso, pelle, capelli, ma anche il corpo in generale. Può sembrare strano a chi non lo vive, ma è un problema che colpisce sia uomini che donne, senza distinzioni. È importante capire che non si tratta di superficialità, ma di una percezione distorta che può portare a comportamenti dannosi, come isolamento sociale o spese esagerate per trattamenti estetici.
Quali sono i sintomi
Come capire se si tratta di dismorfismo corporeo e non di una semplice insoddisfazione? I segnali principali includono un’ossessione per il proprio aspetto, controlli ossessivi allo specchio (o al contrario evitarli del tutto) e comportamenti ripetitivi, come chiedere costantemente rassicurazioni. Molti si confrontano in continuazione con l’aspetto altrui o cercano di nascondere i presunti difetti con vestiti, trucco o pose particolari. Non è solo una questione estetica: questa condizione può portare a sintomi gravi come ansia, depressione e isolamento. Chi ne soffre spesso evita situazioni sociali per paura del giudizio o passa ore a pianificare ogni minimo dettaglio per mascherare le imperfezioni. Il punto è che queste ossessioni sono distanti dalla realtà: i difetti percepiti spesso non esistono o sono trascurabili.
Perché si soffre di dismorfismo corporeo
Cosa porta una persona a vedere il proprio corpo come una galleria di difetti? Le cause sono complesse e spesso intrecciate. Da una parte ci sono fattori genetici e biologici: alcune persone potrebbero avere una predisposizione maggiore a sviluppare il disturbo. Poi c’è l’ambiente: critiche ricevute in famiglia, bullismo o pressioni sociali legate all’aspetto fisico. E non dimentichiamo i media: bombardati da immagini di corpi perfetti e irraggiungibili, è facile sentirsi sbagliati. Infine, alcune esperienze personali, come traumi o insuccessi, possono accentuare questa percezione distorta. Il dismorfismo corporeo non è colpa di chi ne soffre, ma un mix di influenze esterne e interne che alterano la percezione di sé.
Come diagnosticare questo disturbo
Riconoscere il dismorfismo corporeo non è facile, nemmeno per chi ne è affetto. Molti non capiscono di avere un problema e pensano semplicemente di essere oggettivamente brutti o imperfetti. La diagnosi viene fatta da uno psicologo o psichiatra, che valuta i sintomi e il loro impatto sulla vita quotidiana. Tra i criteri di valutazione la presenza di ossessioni sull’aspetto fisico che causano disagio significativo o interferiscono con il lavoro, le relazioni o altre attività. È fondamentale rivolgersi a un professionista, perché senza aiuto il disturbo tende a peggiorare
Come trattarlo
Buone notizie: il dismorfismo corporeo si può trattare. La terapia cognitivo-comportamentale (CBT) è uno degli approcci più efficaci perché aiuta a identificare i pensieri distorti e a modificarli, insegnando nuove strategie per affrontare l’ansia legata all’aspetto fisico. In alcuni casi, possono essere utili anche i farmaci, come gli inibitori selettivi della ricaptazione della serotonina (SSRI), che riducono i sintomi ossessivi. Ma non si tratta solo di terapie: il supporto sociale è fondamentale. Amici e familiari possono fare la differenza, aiutando la persona a sentirsi accettata e compresa. Il primo passo è sempre riconoscere che si tratta di un problema e cercare aiuto.