Muori compostabile: il funerale eco-friendly è sempre più popolare

Con servizi di sepoltura e cremazione ad altissime emissioni, sempre più persone stanno pensando a funerali eco-friendly: dalle bare biodegradabili alle capsule compostabili, ecco tutte le soluzioni per un fine vita a impatto zero.

Muori compostabile: il funerale eco-friendly è sempre più popolare - immagine di copertina

    Negli ultimi anni, l’attenzione per un’esistenza sempre più sostenibile sta coinvolgendo anche aspetti molto delicati, come il fine vita. In particolare all’estero, sono sempre più le società che offrono sistemi di sepoltura eco-friendly, per una morte a dir poco compostabile. Dalle bare biodegradabili alle capsule con speciali miceti, l’obiettivo è quello di un trapasso non solo a impatto zero, ma che si trasformi in nutrimento per le risorse naturali del Pianeta. Eppure, nonostante questa filosofia stia conquistando sempre più persone, in Italia il percorso è tutt’altro che semplice.

    Il trend delle sepolture eco-friendly

    Con un Pianeta ormai soffocato dall’inquinamento, ed emissioni di gas climalteranti in atmosfera a livelli ormai fuori controllo – nel 2025, la concentrazione di anidride carbonica ha superato la soglia allarmante dei 443 ppm – la sostenibilità pensa a tutti gli aspetti della vita. O meglio, della morte: i metodi classici di sepoltura o cremazione sono infatti altamente impattanti.

    Il peso ambientale del fine vita

    Cimitero

    Non è purtroppo un segreto: l’uomo inquina sia in vita, che quando decede. Basti pensare che una classica cremazione rilascia in atmosfera più di 400 chilogrammi di CO2 equivalente, oltre ad altre sostanze tossiche, sia per gli stessi uomini che per il Pianeta. E non va di certo meglio con la classica sepoltura, in terra o nei loculi, anch’essa altamente impattante.

    Come rivelato da recenti studi, oltre al più che ovvio consumo di suolo, le bare rilasciano numerosi inquinanti, in particolare cloro, mercurio, monossido di carbonio e altri metalli pesanti. E le moderne tecniche di sepoltura, nate più che legittimamente per garantire il massimo della sicurezza in termini di salute pubblica, non sempre permettono la corretta decomposizione delle salme, che devono essere quindi essere nuovamente gestite dopo decenni, ad esempio con una cremazione dei resti, emettendo ulteriore CO2.

    L’idea della sepoltura sostenibile

    Sepoltura eco-friendly

    Per far fronte all’enorme impatto ambientale nella gestione delle salme, diversi gruppi di ricerca – così come numerose aziende, soprattutto all’estero – stanno sviluppando dei sistemi di sepoltura eco-friendly, con l’obiettivo non solo di azzerare le emissioni dannose, ma anche di fornire nutrimento al Pianeta.

    Le proposte apparse nel corso degli ultimi vent’anni sono le più disparate, tutte indirizzate allo stesso obiettivo: un fine vita il più possibile sostenibile. Fra le tante sviluppate, vale la pena citare:

      • bare completamente biodegradabili, che si degradano nel terreno in pochi mesi e senza contaminazioni chimiche, per favorire la più naturale decomposizione delle salme possibile;
      • capsule compostabili che, tramite l’ausilio di appositi batteri e microorganismi, favoriscono una decomposizione non solo naturale dei resti, ma li trasformano in un nutriente fertilizzante per il terreno. Alcune di queste prevedono anche la presenza di semi e germogli, affinché il corpo dia vita a splendidi fiori o longevi alberi, a memoria del caro scomparso;
      • sacche vegetali con miceti, dove avvolgere il corpo durante la sepoltura, affinché l’attività fungina possa decomporre i resti senza conseguenze sull’ambiente, anche in questo caso con un elevato potenziale fertilizzante.

    Per quanto si tratti di soluzioni efficaci, non sempre è però semplice intercettare le volontà dei cittadini, più orientati a funerali più classici. Per far fronte a queste comprensibili richieste, diverse società hanno lanciato servizi di compensazione delle emissioni della sepoltura o della cremazione – ad esempio, con la piantumazione di alberi – per ridurne comunque l’impatto.

    La sepoltura compostabile è possibile in Italia?

    Urna

    La spinta verso un fine vita sostenibile, tuttavia, spesso si scontra con le normative in vigore nei vari Paesi, in particolare fra i membri dell’Unione Europea, Italia compresa. Questo perché, come già anticipato nei precedenti paragrafi, per garantire il massimo della sicurezza sanitaria, sepolture e cremazioni devono seguire dei precisi standard.

    In Italia, ad esempio, la sepoltura è regolata principalmente dal Regolamento di Polizia Mortuaria, il D.P.R. 285/1990. La disciplina riconosce solo l’inumazione – ovvero la classica sepoltura – o la cremazione come uniche possibilità ammesse, con l’opzione di dispersione delle ceneri in alcuni specifici casi, previa autorizzazione.

    Al momento, non è di conseguenza possibile avvalersi di una sepoltura compostabile – come, appunto, le capsule ricoperte di funghi – anche se vi è una crescente apertura verso le bare biodegradabili. Queste ultime, tuttavia, devono rispettare i requisiti minimi di legge, come l’impermeabilità interna temporanea, per evitare la fuoriuscita di liquidi. Ancora, diversi cimiteri iniziano a offrire soluzioni più naturali, come ad esempio senza lapidi di marmo o cemento, la cui produzione può avere un impatto ambientale considerevole. Non resta che attendere, di conseguenza, eventuali evoluzioni future della normativa attualmente in vigore.

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