
Chi è un boomer si ricorderà il clamore mediatico intorno al primo ecomostro italiano, il famigerato Fuenti, un albergo da 250 stanze che aveva cambiato il volto di un tratto della Costiera Amalfitana vicino a Vietri.
Nato alla fine degli anni Sessanta e ampliatosi per una decina di anni, l’imponente progetto immobiliare che, oltre alle stanze, contava due piscine, sale conferenza per migliaia di persone e una monumentale discoteca, incontrò subito forti resistenze per il suo impatto ambientale, finché nel 1985 venne messo sotto sequestro per abusivismo edilizio. Da quel momento iniziò un lungo e travagliato iter giudiziario che portò, nel 1999, alla sua parziale demolizione in soli 90 giorni e alla nascita di un progetto di recupero, primo nel suo genere in Italia e apripista di una concezione di riqualificazione ambientale legata alle ferite procurate dall’abusivismo edilizio: i Giardini del Fuenti.
Le battaglie verdi
Quella contro l’ecomostro di Fuenti fu la prima vera battaglia ecologica italiana negli anni in cui la coscienza verde iniziava a scuotere l’agone politico europeo e sembrava anche in Italia destinata a incidere sugli equilibri nazionali, cosa che invece avvenne solo per pochi anni e con particolarità tutte italiche.

Ecomostro Fuenti
Come tutte le battaglie, aveva una forte valenza simbolica e, in questo specifico caso, non banali ricadute giuridiche e politiche che trasformarono quella che oggettivamente era una ferita alla Costiera in un caso nazionale, con i suoi pro e i suoi contro.
Tra i pro vanno sicuramente annoverati non solo una maggior sensibilità sul tema dell’abusivismo edilizio e dei suoi effetti sull’ambiente. Ma, soprattutto, l’inizio di un percorso legislativo che, di fatto, chiede a chi si è reso colpevole di aver procurato un danno alla collettività non solo di porre rimedio, ma di effettuare una vera e propria riqualifica ambientale.
Tra i contro il fatto che, come tutti i simboli, Fuenti ha pagato per molti – perché (diciamoci la verità) non era la sola struttura mostruosa in Costiera e dintorni. E poi, tutte le battaglie simboliche, una volta vinte, esauriscono in parte la loro spinta riformatrice.
Scurdàmmoce ‘o ppassato
Al di là del passato, il presente merita sicuramente attenzione e un giudizio positivo.
Motore dell’attività di recupero e riqualificazione ambientale sono Maria Teresa Mazzitelli e i suoi due figli, Alessandra e Pierluigi de Flammineis, rispettivamente figlia e nipoti di Orfeo Mazzitelli da cui partì il tutto negli anni Sessanta.
In origine, la riqualificazione doveva prevedere un progetto socio-economico sostenibile con il recupero dell’ambiente, delle tradizioni agricole ed enogastronomiche legate al benessere. Con il passar degli anni, è diventato un esempio di come si potesse non solo restaurare il paesaggio con interventi volti a ricreare l’impianto di vegetazione preesistente e le curve di livello della costa, ma anche rivalutare l’intera zona costiera, con evidenti ricadute positive sull’attività turistica e occupazionale.

Limoneto – Giardini del Fuenti
Oggi i Giardini del Fuenti sono un insieme di splendidi posti e suggestioni. Dal giardino mediterraneo, pensato e realizzato con un substrato organico che ha permesso la riproduzione delle vigne e di un orto biologico, al ristorante stellato Volta del Fuenti, nel quale lo chef Michele De Blasio reinterpreta la cucina del territorio con attenzione alla sostenibilità. Per non parlare poi del Riva Beach Club, studiato per garantire un’esperienza esclusiva con il minimo impatto sulla natura circostante e l’Arena, splendido anfiteatro verde affacciato sul mare e in grado di accogliere più di 400 persone. E, importante per chi conosce la Costiera, un garage che può contenere più di 200 autovetture, completamente coperto e senza alcun impatto visivo.

Ovvio che rimane il peccato originale, ma sono convinto che non debba essere uno stigma perenne e che questa sia la strada giusta per le nuove generazioni di imprenditori, che hanno una sensibilità differente nei confronti dell’ambiente e della società e sanno coniugare le comprensibili e giuste necessità imprenditoriali con una visione intelligente e sostenibile. Tutto questo per una rinascita non solo del Fuenti ma di tutta la Costiera Amalfitana prossima a Salerno.
Bravi, quindi, e avanti così.