La sorprendente colonia di granchi giganti sotto i Fori Imperiali

Una colonia di granchi giganti vive sotto i Fori Imperiali di Roma, in un habitat sotterraneo che ha favorito un’evoluzione unica. Tra gigantismo, isolamento e adattamento, questi crostacei raccontano una storia di resilienza urbana lunga duemila anni.

La sorprendente colonia di granchi giganti sotto i Fori Imperiali - immagine di copertina

    Nel cuore pulsante della Roma antica, dove la storia si sedimenta strato dopo strato, qualcosa di vivente, bizzarro e del tutto inatteso ha continuato a muoversi silenziosamente. Non si tratta di un ritrovamento archeologico nel senso classico del termine, ma di una colonia ben viva di granchi di fiume giganti che ha trovato rifugio proprio sotto i Fori Imperiali. Creature solitamente associate a corsi d’acqua limpidi e remoti, questi crostacei hanno scelto invece le canalette di scolo nascoste vicino ai Mercati di Traiano e alla Basilica Ulpia come loro insospettabile habitat. Protetti da grate e mattoni che regolano il deflusso delle acque piovane, questi granchi non solo sopravvivono, ma sembrano prosperare in un ecosistema urbano e millenario, offrendo un singolare esempio di adattamento e resistenza nel cuore della capitale.

    Vita notturna tra le rovine

    La colonia si muove tra ombre e fango, rivelandosi solo ai più pazienti e notturni osservatori. I granchi escono infatti soprattutto di notte, quando l’umidità aumenta e il silenzio scende tra le pietre antiche. Di giorno preferiscono nascondersi nelle tane scavate nel terreno molle o rifugiarsi negli anfratti naturali formatisi tra le rovine, al riparo da predatori alati come corvi e gabbiani. L’ambiente, inaccessibile al pubblico e protetto da una barriera architettonica che funge anche da difesa ecologica, ha permesso a questi crostacei di sviluppare un microcosmo sorprendentemente attivo e numeroso. Si parla oggi di diverse centinaia di esemplari, un numero che potrebbe superare i cinquecento individui osservati durante gli scavi archeologici degli anni passati.

    Gigantismo e isolamento: un caso di evoluzione urbana

    Il carapace dei granchi di questa colonia raggiunge dimensioni impressionanti, attestandosi intorno ai sette-otto centimetri, praticamente il doppio rispetto ai quattro-cinque centimetri delle loro controparti che vivono in ambienti fluviali naturali. Questa crescita anomala è riconducibile al fenomeno del gigantismo insulare, una strategia evolutiva tipica delle specie isolate, dove la pressione predatoria si riduce e le risorse sono stabili. In questo caso, l’isola non è una terra circondata dal mare, ma un ambiente ipogeo nascosto sotto metri di storia. L’isolamento millenario ha permesso a questa colonia urbana di sviluppare caratteristiche fisiologiche del tutto peculiari, segnando una traiettoria evolutiva autonoma e affascinante.

    Un legame con l’antica Roma

    Secondo Bruno Cignini, docente all’Università di Tor Vergata ed esperto di fauna urbana, questi granchi potrebbero avere radici profonde, risalenti addirittura all’epoca imperiale. Allora, l’area dei Fori era attraversata da numerosi fossi e ruscelli che confluivano nel Tevere, offrendo l’ambiente ideale per ospitare questi animali. Il fatto che la colonia sia sopravvissuta, adattandosi in un contesto radicalmente trasformato dalla mano dell’uomo e dal tempo, apre uno squarcio inatteso sulla persistenza degli ecosistemi urbani nascosti. Non si tratta solo di una curiosità zoologica, ma di un frammento vivo di Roma antica, che si è evoluto senza clamore sotto i nostri piedi.

    Archeozoologia del presente

    L’habitat delle canalette sotterranee offre condizioni che, pur essendo artificiali, riproducono fedelmente alcuni elementi dell’ambiente originario: umidità costante, oscurità, assenza di disturbo umano diretto. Questo ha permesso alla colonia di granchi di prosperare, diventando una vera e propria enclave biologica all’interno di uno dei siti archeologici più visitati al mondo. È come se la natura avesse approfittato della dimenticanza umana per ricavarsi un angolo di sopravvivenza. Cignini ha definito questo fenomeno un caso esemplare di resilienza urbana, dove le specie non solo resistono, ma trasformano lo spazio antropico in nicchia ecologica.

    Quando la natura riscrive la storia

    La presenza di questi granchi giganti sotto i Fori Imperiali è un promemoria potente: la storia naturale e quella umana non corrono su binari separati, ma si intrecciano costantemente, a volte nei luoghi più inaspettati. Se Roma è il palinsesto per eccellenza, dove ogni epoca si sovrappone alla precedente come in un gioco di carte archeologico, allora questi granchi sono la nota a piè di pagina che nessuno aveva previsto. Sono il dettaglio vivente che resiste all’oblio, trasformando un canale di scolo in una testimonianza biologica di lunga durata. In fondo, anche i crostacei possono raccontare la storia

     

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