Il mio amico in fondo al mare racconta lo studio, quasi ossessivo, dei comportamenti di un polipo che ha dimora in una foresta di alghe sudifricana. Immergendosi ogni giorno per svariati mesi consecutivi, il regista inizialmente si limita a osservare i comportamenti della creatura marina, ma si rende ben presto conto che è lui stesso ad essere osservato. Man mano che i giorni passano, l’intelligenza del polipo continua a manifestarsi nei modi più svariati e risulta sempre più evidente, trasformandosi poco per volta in un rapporto con il regista stesso, al quale viene aperto uno spiraglio su un mondo, o forse semplicemente una prospettiva diversa di cui guardire il mondo, che nessuno poteva aspettarsi. Tra tecniche mimetiche, salvaguardia della specie e curiosità verso l’essere umano, Il mio amico in fondo al mare è quel tipo di documentario che ci fa pensare che, forse, nel modo in cui stiamo gestendo il nostro Pianeta e le sue creature, ci stiamo perdendo e ci siamo persi qualcosa.
Documentario di Craig Foster
Netflix
Alessandro Chiarato, nato nella ridente città di Rovigo nel 1988, si occupa di comunicazione e marketing digitale con grande attenzione alle questioni legate all’utilizzo (o all’abuso) dei dati. Appassionato di tecnologia, guarda speranzoso alle innovazioni che arrivano da tutto il mondo in attesa di vedere una maggiore e reale attenzione verso le problematiche principali del nostro Pianeta e della nostra quotidianità, che riguardano quindi ciò che mangiamo, beviamo e respiriamo.