Scelte politiche alquanto ambigue, temperature fuori controllo, uragani, alluvioni e repressioni: il 2024 non sarà certo un anno da ricordare dal punto di vista della sostenibilità. Nonostante ci avviciniamo sempre di più al 2030, che dovrebbe segnare una linea di confine nella lotta alla salvaguardia del nostro Pianeta, la situazione non sembra affatto migliorare, anzi.
Per quanto il mondo possa adottare comportamenti virtuosi, siamo costretti a pagare le conseguenze di decadi di sfruttamento ambientale, per cui non possiamo aspettarci di non dover fare i conti con le reazioni del nostro Pianeta. Potremmo aspettarci invece che le scelte politiche ci mostrino una strada nuova, più pulita e sostenibile, ma anche in questo caso analizzare il 2024 ci costringe a fare delle constatazioni che non lasciano ben sperare.
Ripercorriamo questo anno tumultuoso, rivivendo tutto il peggio del 2024.
Italia
Partiamo dalla nostra Penisola, in cui non siamo stati esenti dalle catastrofi ambientali, nonostante ci sia qualcuno contento di poter fare il bagno a febbraio
Maggio 2024: le alluvioni in Emilia-Romagna
L’Emilia-Romagna, già duramente colpita nel 2023, ha vissuto un altro disastro nel maggio 2024. Piogge torrenziali hanno causato l’esondazione di numerosi fiumi, inondando città, campagne e distruggendo infrastrutture. Il bilancio è stato drammatico: numerosi sfollati, vittime e danni per miliardi di euro. Questo evento ha sottolineato la fragilità del nostro territorio di fronte al cambiamento climatico e la necessità urgente di investire in opere di mitigazione del rischio idrogeologico.
Luglio 2024: si alzano le temperature come mai prima d’ora
L’estate 2024 ha segnato nuovi record di temperature in Italia. Con picchi superiori ai 40°C in città come Roma, Palermo e Trieste, le ondate di calore hanno messo a dura prova le infrastrutture sanitarie e la popolazione più vulnerabile, causando un aumento significativo di ricoveri e decessi legati al caldo. La siccità che ha seguito queste ondate ha avuto effetti devastanti sull’agricoltura, con perdite che hanno colpito gravemente gli agricoltori.
Settembre 2024: la grandine più grande di sempre
A settembre, la Versilia è stata teatro di una grandinata senza precedenti, con chicchi di ghiaccio dal diametro di oltre 7 cm che hanno devastato automobili, case e campi agricoli. Questo fenomeno, ormai sempre più frequente, dimostra come il cambiamento climatico stia amplificando l’intensità di eventi estremi che, fino a pochi anni fa, erano considerati rarità.
Il resto del mondo
Se certe zone d’Italia se la sono sicuramente vista brutta, il resto del mondo non ha passato un anno molto migliore.
Marzo 2024 ad oggi: le alluvioni in Afghanistan e Pakistan
Con oltre 1.084 morti e danni incalcolabili, queste inondazioni hanno devastato interi villaggi e messo in ginocchio due paesi già fragili. Le piogge torrenziali hanno esacerbato una crisi umanitaria senza precedenti.
Agosto – Settembre 2024: il tifone Yagi
Uno dei peggiori tifoni degli ultimi decenni ha colpito il sud-est asiatico, con almeno 844 vittime e milioni di persone colpite. Le inondazioni e i venti forti hanno distrutto case e infrastrutture, lasciando intere comunità senza risorse.
Maggio 2024: la frana a Enga, in Papua Nuova Guinea
Una frana devastante ha spazzato via interi villaggi, causando tra 670 e oltre 2.000 vittime. Un disastro legato a piogge incessanti che hanno destabilizzato i terreni.
Luglio 2024: le frane a Wayanad in India
L’India ha pianto la perdita di oltre 400 persone a causa di frane provocate da precipitazioni record. Questo evento ha lasciato molte famiglie senza casa e senza mezzi di sostentamento.
Settembre 2024: l’uragano Helene
Con 234 morti, Helene è stato l’uragano più letale negli Stati Uniti dai tempi di Katrina, causando danni massicci lungo la costa orientale e sottolineando l’urgenza di rafforzare le infrastrutture costiere.
Ottobre – novembre 2024: le alluvioni in Spagna
Le peggiori inondazioni del secolo hanno causato almeno 231 vittime in Spagna, devastando città e aree rurali, con danni alle infrastrutture e al settore agricolo.
Aprile 2024: alluvioni a Rio Grande do Sul, Brasile
Il Brasile ha affrontato pesanti inondazioni che hanno provocato 181 morti e migliaia di sfollati, mettendo in crisi le risorse locali.
Ottobre 2024: la tempesta tropicale Trami
Le Filippine hanno subito danni significativi da Trami, con 178 morti e milioni di bambini costretti a rimanere lontani dalle scuole a causa delle inondazioni.
Maggio 2024: il ciclone Remal
Il ciclone ha colpito il Bangladesh e l’India, lasciando 84 morti e intere comunità senza elettricità per giorni, evidenziando la vulnerabilità delle infrastrutture.
Giugno – luglio 2024: l’uragano Beryl
Beryl è stato l’uragano più precoce di categoria 5 nella storia dell’Atlantico, con 73 morti e danni significativi soprattutto in Giamaica e Texas.
La (non) reazione della politica
Nonostante le evidenze e i tanti proclami, la reazione della politica sia a livello nazionale che internazionale continua a non essere quella che ci aspettiamo. È oramai chiaro che serva un’inversione di tendenza netta, al fine di tamponare gli enormi danni causati dai cambiamenti climatici, per noi e per le generazioni future. Ma la politica non sembra essere della stessa opinione, continuando a finanziare le stesse situazioni responsabili in gran di questi cambiamenti.
Italia
In Italia la legge di bilancio ha deluso chi sperava in investimenti significativi per la transizione ecologica. Al contrario, il focus è rimasto su misure economiche a breve termine, trascurando completamente l’urgenza della crisi climatica. Inoltre, nonostante le promesse di ridurli, l’Italia ha continuato a destinare miliardi di euro a sostegno dei combustibili fossili, rallentando la transizione verso le energie rinnovabili. Infine stiamo facendo politiche a supporto degli allevamenti intensivi, che si rispecchiano in una comunicazione e propaganda completamente a sfavore delle alternative vegetali.
Europa
A livello europeo le elezioni del 2024 hanno messo a rischio la continuità delle politiche legate al Green Deal. La paura di un rallentamento nell’adozione di misure climatiche è concreta e preoccupante e potrebbe fare degli enormi passi indietro, proprio a ridosso del 2030.
Stati Uniti
Nonostante le dichiarazioni sulla lotta al cambiamento climatico, gli USA hanno approvato nuove concessioni per l’estrazione di petrolio e gas, vanificando molti degli sforzi fatti negli ultimi anni. Ci aspettiamo poi che non sarà il nuovo governo Trump a migliorare le cose.
Chiudiamo infine con la ciliegina sulla torta di questo 2024, con una preoccupante situazione in Bangladesh, in cui il governo sta reprimendo le rivolte civili con la forza e ha isolato un intero stato, tagliando per tutti la connessione internet nascondendosi al mondo intero.
È difficile concludere speranzosi un articolo come questo, consapevoli che c’è poco da salvare dal punto di vista ambientale nel 2024. Al momento la speranza che le cose nel 2025 vadano meglio è, appunto, solamente speranza. Urgenza, consapevolezza e cambiamento devono per forza di cose essere le direttrici degli anni, mesi e giorni a venire.