Inquinamento luminoso: ecco come influisce su ambiente e animali

L'inquinamento luminoso minaccia gli ecosistemi e lo stesso uomo. Diverse specie animali modificano il loro comportamento data la luce perenne, spesso incontrando la morte. E anche i vegetali stanno alterando i loro cicli di naturali.

Inquinamento luminoso: ecco come influisce su ambiente e animali - immagine di copertina

    L’inquinamento luminoso è una forma di alterazione degli ambienti naturali, ovviamente causata dall’uomo, spesso sottovalutata. Eppure l’impatto che le luci artificiali possono avere sugli ecosistemi è enorme, tanto da provocare conseguenze tutt’altro che secondarie a forme di inquinamento più conosciute, come ad esempio quello ambientale.

    Basti pensare che l’ormai onnipresente illuminazione non solo sta modificando le abitudini di vita di moltissime specie animali, spesso condannandole alla morte, ma addirittura alterando i naturali cicli di crescita dei vegetali.

    Cosa si intende per inquinamento luminoso

    Inquinamento luminoso in città

    Con il termine inquinamento luminoso si identificano tutte le forme di alterazione degli ambienti naturali dovute all’illuminazione artificiale, in particolare alle irradiazioni di luce che sconfinano al di fuori delle aree a cui sono funzionalmente dedicate. La scienza studia questo fenomeno da diversi decenni – tanto che, sin dal 1991, si celebra la Giornata Mondiale contro l’Inquinamento Luminoso allo scopo di sensibilizzare su un tema tanto importante – e ne ha identificato diverse forme:

    • skyglow: è quel bagliore luminoso che deriva dalla somma di tutta l’illuminazione artificiale di uno o più centri urbani, dai lampioni stradali ai semafori, passando per palazzi e molto altro ancora. L’effetto principale di questa tipologia di inquinamento è la formazione di una cappa illuminata sopra le aree coinvolte, che impedisce l’osservazione del cielo;
    • glare: è l’effetto di abbagliamento dovuto a fonti di illuminazioni molto forti, che possono alterare il comportamento animale. L’esempio tipico è quello dei cervi che si immobilizzano di fronte ai fari delle automobili, ma la fonte può essere un lampione, un’insegna luminosa, giochi di luce base e molto altro ancora;
    • light trepass: identifica quella luce che sconfina in aree dove non dovrebbe essere prevista, come ad esempio quella che filtra tra gli alberi posti a confine tra aree urbane e aree naturali.

    Quali sono gli effetti dell’inquinamento luminoso

    Per quanto di primo acchito l’inquinamento luminoso potrebbe apparire innocuo, in realtà può comportare conseguenze molto gravi non solo agli animali e agli ambienti naturali, ma anche allo stesso uomo. Si pensi all’impossibilità di condurre studi astronomici, proprio per l’eccesso di luci urbane, ma anche alle problematiche ormonali dovute all’alterazione dei ritmi circadiani per l’eccesso di illuminazione. Quel che è certo, però, è che sono proprio gli animali e la natura a subirne gli effetti più gravi.

    La luce altera il comportamento notturno degli animali

    Tartaruga marina

    Innanzitutto, l’eccesso di irrorazione luminosa modifica il comportamento notturno degli animali. Ad esempio, molte specie esclusivamente diurne hanno cominciato a uscire dalle tane anche durante la notte, alla ricerca del cibo, esponendosi maggiormente al rischio di imbattersi in predatori.

    Uno studio condotto su opossum e procioni, invece, ha dimostrato che l’illuminazione artificiale altera il comportamento sociale di queste due specie, rendendole più aggressive e modificando le loro capacità di movimento. In alcuni casi, questi animali possono apparire più letargici, tali da non riuscire a reagire prontamente all’azione dei predatori. In altri, invece, appaiono sovraeccitati, maggiormente inclini alle risse territoriali, più famelici e distruttivi dei loro habitat naturali.

    Una delle specie più colpite è però quella delle tartarughe marine che, nel corso della notte, raggiungono le spiagge per depositare le uova, per poi farsi guidare dalla luce naturale della luna e delle stelle per ritornare in mare. La presenza di massicce fonti di luce artificiale le disorienta, costringendole a dirigersi in direzione opposta del mare. E così finiscono nelle fauci dei predatori o, peggio ancora, su strade trafficate, dove sono spesso vittime di incidenti. Lo stesso accade ai piccoli che, alla schiusa delle uova, non si dirigono più verso il mare ma nell’entroterra, incontrando rapidamente la morte.

    L’inquinamento luminoso influenza le migrazioni

    Uccelli migratori

    Non è di certo un segreto: le luci artificiali delle città si vedono a parecchi chilometri di distanza, tanto da essere più che riconoscibili nelle immagini scattate dai satelliti geostazionari. Per quanto possa essere romantica l’immagine di un Pianeta tutto illuminato, questa situazione sta creando enormi problemi agli uccelli migratori.

    Queste specie seguono dei riferimenti terreni, che identificano in volo, per seguire le loro millenarie rotte migratorie. La luce li disorienta, modificando anche di parecchie migliaia di chilometri il loro percorso, facendoli finire in pericolose aree urbane o, ancora, in zone naturali non adatte alla loro sopravvivenza.

    Tutto questo, senza dimenticare che l’inquinamento luminoso spinge qualsiasi specie di uccello a un volo irregolare, che spesso si conclude con la morte. È il caso dei volatili, ad esempio, che abbagliati da lampioni e insegne finiscono per scontrarsi rovinosamente contro palazzi, grattacieli, ponti e altre strutture umane.

    La luce eccessiva limita la riproduzione di anfibi e insetti

    Rana di notte

    Per l’eccesso di luci, il Pianeta rischia di perdere numerose specie di anfibi e insetti, essenziali sia per la biodiversità che per l’impollinazione. Due fattori che, è bene ribadire, influiscono sulla capacità di sopravvivenza dello stesso uomo. In particolare:

    • per molte specie di rane, l’accoppiamento – e i relativi rituali – possono avvenire esclusivamente al buio. L’inquinamento luminoso comporta quindi tassi di riproduzione notevolmente più bassi, che spingono queste specie all’estinzione;
    • gli insetti notturni sono sempre più confusi dall’illuminazione artificiale, spingendoli a spostarsi in aree urbane, che solitamente non dovrebbero frequentare. Ciò comporta problema per gli umani, con maggiori rischi di punture e trasmissione di patogeni, ma anche per gli animali che si nutrono di questi insetti, che ne rimangono privi nelle zone di origine.

    L’inquinamento luminoso altera la fotosintesi

    Infine, l’inquinamento luminoso può anche modificare la fotosintesi clorofilliana, indispensabile non solo per la crescita dei vegetali, ma anche determinando una produzione di ossigeno più rallentata.

    Non è però tutto, poiché la luce eccessiva altera anche i cicli naturali delle stesse piante, determinando l’apparizione anzitempo di germogli, la fioritura fuori stagione e la crescita di frutti poi destinati al rapido deperimento, perché comparsi in periodi dell’anno con condizioni climatiche non adatte al loro sviluppo.

    È quindi necessario domandarsi se l’illuminazione 24 ore su 24 sia davvero una comodità di cui l’uomo non può fare a meno: a rischio non vi è solo l’ambiente e i suoi abitanti, ma anche lo stesso uomo.



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