Bangkok troppo inquinata: chiuse quasi 200 scuole

Concentrati pericolosi di PM2.5 a Bangkok hanno portato alla chiusura temporanea di 196 scuole pubbliche. L’emergenza mette in luce l’impatto dell’inquinamento sulla salute e l’importanza di politiche sostenibili per un’aria più pulita.

L’inquinamento atmosferico continua a rappresentare una sfida critica per la città di Bangkok.

Non è la prima volta che la Capitale thailandese si trova a fronteggiare un’emergenza legata alla qualità dell’aria: negli ultimi giorni, infatti, i livelli di polveri sottili PM2.5 hanno superato di gran lunga i limiti di sicurezza stabiliti dall’Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS). Proprio per questo, per garantire la sicurezza degli studenti, il Dipartimento per l’Educazione di Bangkok ha ordinato la chiusura di 196 scuole pubbliche fino a quando la situazione non migliorerà.

Questa decisione rappresenta una misura straordinaria ma necessaria, considerando gli effetti dannosi che l’esposizione prolungata a queste particelle può avere sulla salute umana.

L’inquinamento atmosferico: un problema persistente nella città di Bangkok

Le polveri sottili PM2.5, prodotte da traffico veicolare, attività industriali e incendi agricoli, rappresentano una delle principali cause dell’emergenza smog a Bangkok. Secondo i dati forniti dalle autorità locali, la concentrazione di PM2.5 ha raggiunto picchi superiori ai 70 microgrammi per metro cubo in alcune aree della città, ben al di sopra del limite di sicurezza di 25 microgrammi indicato dall’OMS.

Questo fenomeno, aggravato dalle condizioni meteorologiche stagnanti, ha portato a un notevole aumento dei ricoveri ospedalieri per problemi respiratori e cardiovascolari.

Ridurre l’inquinamento

Nonostante le numerose iniziative adottate nel corso degli anni, Bangkok continua a lottare contro un problema che mette in pericolo non solo la salute umana, ma anche lo sviluppo economico e sociale della regione.

Tra le iniziative adottate, ma da potenziare, rientrano sicuramente una gestione più efficiente del trasporto pubblico sostenibile, tra l’uso dei veicoli elettrici e lo sviluppo le reti di trasporto pubblico. Ma anche la realizzazione di politiche per limitare la pratica degli incendi agricoli stagionali, una delle principali fonti di PM2.5. E infine, l’attuazione di campagne educative che possono aiutare i cittadini a comprendere l’importanza di ridurre le emissioni individuali. Attivare tecnologie di monitoraggio avanzate, inoltre, potrebbe fornire dati più accurati per gestire l’emergenza in tempo reale.

Le esperienze di altre città, come Pechino, potrebbero offrire modelli utili: la Capitale cinese è riuscita a ridurre significativamente i livelli di inquinamento attraverso un mix di regolamentazioni severe e investimenti nelle energie rinnovabili.

Impatto sulla salute e misure preventive

La chiusura delle scuole non è solo un segnale della gravità della situazione, ma anche un monito sulla necessità di proteggere le categorie più vulnerabili, come bambini e anziani.

Diversi studi scientifici dimostrano che l’esposizione prolungata al PM2.5 può causare gravi problemi di salute, tra cui asma, bronchiti croniche e malattie cardiovascolari. Per mitigare questi rischi, le autorità di Bangkok hanno distribuito mascherine protettive alla popolazione e consigliato di limitare le attività all’aperto.

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