Perché l’insediamento di Trump alla Casa Bianca è un vero problema per il nostro Pianeta

da | Gen 21, 2025 | ambiente, climate change, politica | 0 commenti

Trump è ufficialmente il 47° presidente degli Stati Uniti: ieri, 20 gennaio 2025, ha prestato giuramento in Campidoglio segnando l’inizio del suo secondo mandato non consecutivo. Nel pomeriggio, ha parlato davanti a una folla di 20.000 sostenitori nella Capital One Arena, ribadendo la sua promessa di un’America forte e indipendente, promettendo anche una nuova età dell’oro per la nazione. Trump ha criticato le precedenti amministrazioni e annunciato l’intenzione di invertire molte delle loro politiche, in particolare quelle legate all’ambiente e al cambiamento climatico.

Tra le prime mosse ufficiali, ha firmato un centinaio di ordini esecutivi, cancellandone ben 78 emanati dall’amministrazione Biden. Queste decisioni coprono una vasta gamma di temi, dall’immigrazione all’economia, ma è nell’ambito delle politiche ambientali che emergono le scelte più controverse e pericolose.

Tra le azioni annunciate e gli ordini esecutivi già firmati, Trump oggi (è praticamente innegabile) rappresenta una minaccia concreta per l’ambiente. Ecco perché.

Ritiro dagli Accordi di Parigi

Una delle prime mosse di Trump è stata ritirare nuovamente gli Stati Uniti dall’Accordo di Parigi sul clima. Firmato nel 2015 da oltre 190 Paesi, l’accordo mira a ridurre le emissioni di gas serra e a mitigare gli effetti del cambiamento climatico. Ritirandosi, gli Stati Uniti si allontanano da un ruolo di leadership nelle politiche climatiche globali e mettono a rischio l’intero processo.

La scelta di Trump non solo isola gli Stati Uniti, ma potrebbe anche incoraggiare altri Paesi meno motivati ad abbandonare i loro impegni, creando un pericoloso effetto domino.

L’uscita dall’Accordo, inoltre, rallenta i finanziamenti destinati ai Paesi in via di sviluppo, cruciali per sostenere progetti di adattamento e mitigazione del cambiamento climatico. Un effetto collaterale che rischia di aggravare ulteriormente le disuguaglianze globali e lasciare le comunità più vulnerabili esposte agli impatti del clima estremo.

Fine del Green New Deal

Trump ha annunciato anche l’intenzione di porre fine al Green New Deal, definendolo una “truffa”. Ha inoltre promesso di proteggere l’industria automobilistica americana dagli obblighi legati ai veicoli elettrici.

Il Green New Deal rappresenta un ambizioso pacchetto di riforme per affrontare il cambiamento climatico e promuovere la giustizia sociale. Include investimenti nelle energie rinnovabili, nella modernizzazione delle infrastrutture e nella creazione di posti di lavoro verdi.

L’opposizione di Trump a queste politiche riflette la sua visione a favore delle industrie tradizionali, come il petrolio e il gas, a scapito delle innovazioni sostenibili. La sua retorica punta a dividere l’opinione pubblica, presentando il Green New Deal come un progetto elitario e irrealizzabile e ignorando i benefici economici e ambientali di una transizione verso un’economia verde, come la riduzione delle emissioni e la creazione di milioni di posti di lavoro.

Annullare il Green New Deal significa perpetuare la dipendenza dai combustibili fossili, aggravando l’impatto del cambiamento climatico.

Sospensione dei progetti eolici offshore

L’amministrazione Trump ha poi sospeso le concessioni per l’energia eolica offshore, bloccando lo sviluppo di progetti cruciali per la produzione di energia rinnovabile e favorendo le lobby dei combustibili fossili.

L’energia eolica offshore è una delle tecnologie più promettenti per ridurre le emissioni di gas serra, grazie alla sua alta efficienza e al basso impatto ambientale. Sospendere questi progetti rallenta la transizione energetica e priva gli Stati Uniti di un settore in rapida crescita, che potrebbe creare migliaia di posti di lavoro e stimolare l’economia locale.

I progetti eolici offshore possono tranquillamente coesistere con le attività marittime tradizionali, come la pesca: questo garantisce un equilibrio tra sviluppo economico e tutela ambientale.

Bloccarli rappresenta un’occasione persa per promuovere una crescita sostenibile e per mantenere gli Stati Uniti competitivi nel mercato globale delle energie rinnovabili.

Promozione delle trivellazioni petrolifere

“Drill, baby, drill”: trivella, baby, trivella. Uno slogan diretto e cristallino: Trump ha annunciato l’espansione delle trivellazioni petrolifere, anche in aree protette, ignorando l’impatto che queste attività hanno sugli ecosistemi e sulle comunità locali.

Le trivellazioni offshore e terrestri comportano rischi significativi, tra cui fuoriuscite di petrolio, inquinamento delle acque e distruzione degli habitat naturali, oltre a mettere in pericolo specie a rischio e la biodiversità.

In più, aumentare le trivellazioni significa anche aumentare le emissioni di gas serra.

L’impatto di queste attività si estende anche alle comunità indigene, che spesso vivono vicino ai siti di estrazione e che subiscono le conseguenze dell’inquinamento e della perdita di terre sacre, mentre i benefici economici rimangono concentrati nelle mani di poche grandi aziende.

Abolizione degli incentivi per i veicoli elettrici

Trump ha anche annunciato di voler eliminare gli incentivi per i veicoli elettrici, sostenendo che gli americani dovrebbero poter acquistare l’auto che desiderano. Gli incentivi per i veicoli elettrici sono stati uno strumento fondamentale per promuovere la transizione verso una mobilità sostenibile, riducendo le emissioni di CO2 nel settore dei trasporti.

Questa posizione ostacola lo sviluppo di tecnologie più pulite e favorisce la produzione di veicoli tradizionali, che contribuiscono significativamente all’inquinamento atmosferico.

Gli incentivi finora sono serviti a rendere i veicoli elettrici più accessibili e competitivi rispetto alle auto a combustione interna.

Inoltre, l’abolizione degli incentivi potrebbe avere ripercussioni negative sull’industria automobilistica americana, che rischia di perdere terreno rispetto ai concorrenti internazionali più avanzati nelle tecnologie elettriche. Questa scelta rappresenta un passo indietro nella lotta contro il cambiamento climatico e nella promozione di un futuro a basse emissioni.

Ritiro dei fondi per il clima

Trump ha annunciato l’intenzione di ritirare i fondi non spesi destinati alle iniziative climatiche, definendoli uno spreco. Questi fondi sono essenziali per finanziare progetti di adattamento e mitigazione del cambiamento climatico, specialmente nei Paesi in via di sviluppo.

La riduzione dei finanziamenti compromette la capacità delle comunità più vulnerabili di affrontare eventi climatici estremi, come uragani, siccità e inondazioni. Inoltre, questa mossa indebolisce gli sforzi globali per raggiungere gli obiettivi climatici, aumentando il divario tra Paesi ricchi e poveri.

I fondi per il clima non sono solo un atto di solidarietà, ma rappresentano un investimento strategico per prevenire crisi future e garantire la stabilità economica e sociale. Il ritiro di questi fondi danneggia la reputazione internazionale degli Stati Uniti e riduce la fiducia nella loro leadership in materia di cambiamento climatico.

Conclusione

Le azioni intraprese dall’amministrazione Trump rappresentano un attacco diretto agli sforzi globali per combattere il cambiamento climatico. La sua politica favorisce l’industria dei combustibili fossili a discapito delle energie rinnovabili, minando decenni di progressi nella tutela ambientale. È imperativo che la comunità internazionale riconosca la gravità di queste decisioni e agisca con determinazione per contrastarne gli effetti devastanti sul nostro Pianeta.

Tag: trump | USA

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