Quali sono le 10 città d’Italia in cui è meglio non vivere? Ogni anno vengono rilasciate classifiche che cercano di delineare la condizione delle città italiane tenendo conto di vari fattori, come ricchezza, consumi, opportunità, lavoro, inquinamento, servizi, società, sicurezza, salute, giustizia, cultura e tempo libero.
Tuttavia, nonostante il nobile obiettivo di tali classifiche sia quello di dipingere un quadro complessivo della situazione italiana, è necessario cercare di fare un’analisi leggermente più complessa, cercando ad esempio di capire quanto pesa la presenza di un quartiere particolarmente malfamato di una città (magari situato in una provincia lontana dalla città vera e propria) sulla reputazione complessiva di un capoluogo.
Ecco quindi la nostra classifica delle 10 città italiane in cui non vivere: non vuole essere una graduatoria vera e propria, ma una semplice analisi e riflessione su enormi problematiche dello Stivale.
10 città da evitare
Premettiamo che avremmo potuto scegliere moltissime città per svariati motivi, abbiamo voluto sottolineare in particolar modo alcune enormi problematiche di città che rappresentano le fondamenta del nostro Paese. Se da una parte queste sono certamente le principali mete turistiche dell’Italia, dall’altra non si può negare che la qualità della vita in questi luoghi si stia abbassando notevolmente.
Milano
Partiamo proprio da Milano, che nonostante rappresenti uno dei centri economici più importanti dello Stivale, ha anche delle problematiche enormi con cui confrontarsi.
Innanzitutto la situazione relativa ai canoni d’affitto del capoluogo lombardo sta decisamente sfuggendo di mano. Considerate che esiste un format social che invita a indovinare se l’immagine mostrata è relativa a un appartamento a Milano o a una prigione europea, e molto spesso è difficile indovinare. Prezzi altissimi per condizioni di vita talvolta ai limiti del degrado, nonostante stiamo parlando della capitale della moda e della bella vita italiana.
Un altro fattore determinante è l’inquinamento: Milano è un fulcro economico e turistico, motivo per il quale le strade sono intasate di auto 24 ore su 24, 365 giorni l’anno (eccezion fatta forse per agosto). Si sta lavorando per risolvere il problema, ma al momento la città spicca per emissioni di CO2 e polveri sottili.
Chiude il pacchetto la criminalità. Oltre all’altissimo tasso di microcrimine, come le truffe ai turisti e i portafogli rubati nei mezzi pubblici, Milano vanta anche uno dei quartieri più malfamati d’Italia, in cui spaccio, criminalità, degrado e delinquenza fanno da protagonisti: Quarto Oggiaro.
Napoli
Per par condicio passiamo da Nord a Sud. Napoli è una città talmente bella e in cui si mangia talmente bene, che per infilarla in questa classifica per forza di cose alcuni aspetti devono essere disastrosi.
Certamente la criminalità gioca un ruolo importante nello screditare Napoli come città in cui vivere. Oltre alla famosa Scampia, a Napoli troviamo un altro dei quartieri peggiori d’Italia per il degrado a cui è giunto, stiamo parlando del quartiere Forcella, in cui ad oggi il tasso di disoccupazione è altissimo: molto spesso i ragazzi abbandonano le scuole e cominciano la vita di strada da molto giovani.
Si aggiunge poi la vicinanza alla Terra dei Fuochi, che rappresenta un vero e proprio disastro ambientale.
Padova e Venezia
Già che abbiamo parlato di inquinamento come fattore rilevante per questa classifica delle peggiori città d’Italia, è arrivato il momento di citare la rappresentanza veneta, con Padova e Venezia.
Assieme alla Lombardia, il Veneto rappresenta una delle regioni più ricche d’Italia: non mancano le opportunità lavorative, i percorsi di crescita professionale e l’istruzione è a ottimi livelli.
Tuttavia, Padova e Venezia compaiono nelle classifiche delle città più inquinate d’Italia, davanti addirittura a città come Taranto, in cui l’Ilva rappresenta per i cittadini un biglietto di sola andata verso il cancro. Immaginate quale debba essere la condizione in particolar modo dell’aria, per far sì che, nonostante i grossi punti a favore, queste due città vengano considerate tra le più inquinate d’Italia.
Anche nel caso di Padova e Venezia è giusto fare un appunto anche sulla malavita, con la prima situata strategicamente nelle vie dello spaccio del Nord Italia, e la seconda che con le province di Mestre e Marghera vede un altissimo livello di tossicodipendenza.
Taranto
Sarà pure meno inquinata di Padova e Venezia, ma ciò non salva Taranto da questa classifica.
Così come la Terra dei Fuochi, anche l’Ilva rappresenta un disastro ambientale nazionale, e non usiamo questo termine a caso:
- 500% di affetti da cancro in più rispetto alla media nazionale per i cittadini di Taranto.
- 40% delle persone affette da tumore in Puglia sono nella città di Taranto (la cui popolazione rappresenta il 5% di quella della Puglia).
- 400% di casi di cancro in più per chi lavora nelle fonderie dell’Ilva, 50% in più per gli impiegati non a diretto contatto.
Crotone
In generale la Calabria non se la passa benissimo quando si analizzano i fattori di benessere delle città italiane: stipendi medi, tasso di occupazione, opportunità lavorative, servizi, sicurezza, criminalità, giustizia e tempo libero non sono esattamente i punti di forza di questa regione.
Così come per Napoli e la Campania in generale, anche inserire una regione come la Calabria in questa classifica è davvero un dispiacere: si tratta infatti di una regione bellissima dal punto di vista naturalistico, con uno dei mari più belli d’Italia e con un entroterra ricco di sorprese, soprattutto dal punto di vista gastronomico. Il fatto di dover inserire una regione del genere nella lista dei luoghi in cui non vivere è una sconfitta a livello nazionale.
Oltre alla ‘Ndrangheta, che oramai come ogni mafia è presente un po’ dappertutto da Sud a Nord, il grosso problema della Calabria è che in questo momento mancano le opportunità: le nuove generazioni (anche se si tratta di un fenomeno che sta andando avanti da decadi) sono quasi obbligate a lasciare la regione, con percentuali di spopolamento altissime, soprattutto delle province più piccole, che vedono la formazione di vere e proprie cittadine fantasma.
Crotone è risultata per tre anni consecutivi la città peggiore d’Italia, penalizzata fortemente dagli aspetti del lavoro, della cultura e del tempo libero.
Prato
Ci sono varie città del Centro Italia che possono essere citate, abbiamo scelto Prato per una particolarità interessante: il gioco d’azzardo.
Prato è diventata infatti il punto di riferimento del gioco d’azzardo italiano, soprattutto grazie a una grande rappresentanza e una forte linea diretta con il mercato cinese. Se hai la necessità di scommettere illegalmente, di piazzare puntate oltre i limiti imposti dalla legge, o di giocare su partite non coperte dai bookmaker legali, Prato è la città che fa per te.
Chiaramente tutto ciò ha una serie di effetti collaterali su tutta la città, dal punto di vista delle dipendenze, dello strozzinaggio e della criminalità in generale.
Torino
Anche Torino è veramente difficile da inserire in questa classifica, perché si tratta di una città estremamente ricca dal punto di vista culturale ed economico, in cui le opportunità per i ragazzi sono tante e in generale la qualità della vita sembra essere buona.
Ma ci sono degli aspetti del capoluogo piemontese che lo portano spesso a comparire in classifiche di demerito, come quelle sull’inquinamento e sulla criminalità.
Torino è infatti una delle città più inquinate d’Italia, assieme alle già citate Milano, Padova, Venezia. Torino vanta inoltre uno dei quartieri più malfamati del Paese per spaccio, degrado, criminalità, incidenti e morti: stiamo parlando di La Vallette.
Oramai quando si inserisce una città tra le più inquinate d’Italia non ci si fa praticamente più caso, perché l’inquinamento è ovunque e sembra non esserci soluzione. Tuttavia, per far sì che una città come Torino venga inserita nella lista delle città in cui non vivere, significa che l’inquinamento è davvero a un livello pericoloso, che richiede assolutamente un cambio di direzione.
Imperia
Cittadina della Liguria che conta poco più di 40.000 abitanti, ma che si piazza sempre tra il quinto e il decimo posto tra le città più pericolose d’Italia. Considerando che in Italia abbiamo praticamente ovunque una forte rappresentanza mafiosa, essere nella top ten con soli 40.000 abitanti non è un risultato da poco.
Verrebbe da pensare infatti che Imperia sia una cittadina tranquilla, dove i bambini girano serenamente in bicicletta non accompagnati e in cui far crescere i propri figli.
Invece gli abitanti di Imperia sembrano non andare troppo d’accordo, a penalizzare la città c’è infatti l’altissimo tasso di denunce per reati di vario tipo, in particolar modo risse, contraffazione e violenze sessuali.
Roma
«Roma te divora come un barracuda» dice la canzone 7 vizi capitale, colonna sonora della serie Suburra.
Capitale d’Italia, enorme dal centro storico alle province, con tre milioni di abitanti più un milione circa di turisti l’anno. È normale che una città così grande abbia delle problematiche importanti, al punto da metterla nella lista delle città italiane in cui non vivere?
Roma è in realtà un insieme di città, è composta da una serie di quartieri talmente grandi che rappresentano dei veri e propri ecosistemi, per cui la risposta alla domanda precedente dipende molto dal quartiere preso in considerazione.
Certo è che San Basilio e Corviale non sono due quartieri di cui andare proprio fieri: il primo è la terza piazza di spaccio italiana, il secondo è considerato un punto di riferimento per la cocaina.
Ma al di là di questo, un grosso problema di Roma è legato ai servizi e alle infrastrutture: spostarsi a Roma sta diventando un vero e proprio problema, soprattutto in certi momenti dell’anno e in certe ore del giorno. La qualità della manutenzione dei servizi è bassa, con ripetute problematiche legate a metropolitane e autobus. L’enorme quantità di spostamenti quotidiani delle persone che vanno al lavoro intasano le strade, per non parlare di come si aggrava la situazione quando piove, i motorini diventano a loro volta macchine e alcune strade si allagano.
Questa situazione fa sì che moltissimi romani debbano passare ore della propria giornata nel traffico, sottoposti a un livello di stress enorme che si ripercuote per forza di cose sulla qualità delle loro vite.
Conclusioni
Roma, Milano, Napoli, Torino, Venezia e Padova. Imperia, Prato, Crotone e Taranto. Abbiamo praticamente condannato le città più importanti d’Italia e le zone di mare più belle.
Quindi? Si vive bene solo in montagna e in Molise?
No. Come abbiamo premesso questo elenco di città vuole anche essere provocatorio, ma ciò non toglie che le città descritte abbiano dei grossi e seri problemi.
Visitare una città per qualche giorno non può dare l’idea di come sia viverla quotidianamente. Un po’ per tutte le città dipende ovviamente dal quartiere in cui si vive, dalla propria condizione economica e da vari fattori, le situazioni che abbiamo descritto riguardano la media dei cittadini che le abitano.
In questo periodo storico, l’Italia vive un problema generale legato all’inquinamento, soprattutto nelle grandi città. Problema che paghiamo con percentuali maggiori di malati di varie patologie, un dato che dovrebbe essere più importante rispetto alla bellezza dei monumenti, all’afflusso di turisti o ad aspetti economici in generale.
Stiamo inoltre subendo le conseguenze di anni di mala gestione, di corruzione, di tagli ai fondi destinati agli aspetti importanti della vita cittadina, come la sanità, la sicurezza e le infrastrutture, e ciò si traduce in un calo generale della qualità della vita nel nostro Paese, con problemi che si accentuano nelle città più grandi e più difficili da organizzare.
Leggere la propria città in questo elenco farà certamente arrabbiare qualcuno: siamo tutti legati alle nostre radici. La speranza è che in futuro sarà sempre più difficile stilare la classifica delle 10 città italiane in cui non vivere, ma la realtà dei fatti è che attualmente non ci sono reali motivi per pensare che, in futuro, le cose cambieranno in meglio.
Alessandro Chiarato, nato nella ridente città di Rovigo nel 1988, si occupa di comunicazione e marketing digitale con grande attenzione alle questioni legate all’utilizzo (o all’abuso) dei dati. Appassionato di tecnologia, guarda speranzoso alle innovazioni che arrivano da tutto il mondo in attesa di vedere una maggiore e reale attenzione verso le problematiche principali del nostro Pianeta e della nostra quotidianità, che riguardano quindi ciò che mangiamo, beviamo e respiriamo.