Metà dei grandi laghi si sta ritirando: il climate change cambia la geografia

da | Mag 24, 2023 | ambiente, climate change | 0 commenti

Le acque dei grandi laghi si stanno ritirando: è il risultato di uno studio pubblicato su “Science” da un team internazionale.

La colpa è tutta del riscaldamento globale e di un consumo insostenibile da parte dell’uomo: scopriamo meglio i risultati dello studio.

I dati principali

L’autore dello studio sulle condizioni dei laghi è il ricercatore Fangfang Yao che insieme ai colleghi dell’Università del Colorado a Boulder, della Kansas State University e di altre università ha lavorato a una nuova tecnica per misurare le variazioni nei livelli dell’acqua dei laghi.

La ricerca ha preso in esame quasi duemila grandi laghi e bacini idrici nel mondo (corrispondenti al 95% dello stoccaggio globale di acqua lacustre), combinando trent’anni di osservazioni effettuate mediante i satelliti. La combinazione di misurazioni più recenti con misurazioni dell’area a lungo termine ha dato la possibilità agli scienziati di ricostruire il volume dei laghi di decenni fa.

Le 250.000 immagini satellitari, riprese tra il 1992 e il 2020, mostrano l’estensione superficiale di 1.972 tra i più grandi laghi del mondo evidenziando che il 53% dei laghi ha registrato un calo dello stoccaggio dell’acqua. Perdono volume i laghi nelle zone asciutte e umide del mondo, mentre nei laghi tropicali umidi e nei laghi artici si evidenzia una situazione più grave di quanto si pensasse in precedenza.

Il cambiamento climatico in corso e l’uso intensivo dell’acqua sono le due cause principali di questo calo così significativo e almeno 2 miliardi di persone risiedono nel bacino di un lago in prosciugamento. La ricerca evidenzia quindi l’urgenza di trovare una soluzione nella gestione sostenibile delle risorse idriche, tenendo in considerazione l’impatto del cambiamento climatico e del consumo umano.

Accanto a questi dati, lo studio sottolinea una tendenza di crescita nello stoccaggio dell’acqua per il 24% dei laghi: si tratta di bacini idrici che si trovano in aree sottopopolate nell’altopiano tibetano nelle grandi pianure settentrionali del Nord America e in aree con nuovi bacini idrici, a ridosso dei fiumi Yangtze, Mekong e Nilo.

L’importanza della ricerca

La notizia non va letta però in chiave totalmente negativa: questa tipologia di monitoraggio permette agli scienziati di fornire strumenti utili ed efficaci ai gestori delle risorse idriche e alle comunità. Il monitoraggio restituisce informazioni importanti su come salvaguardare le fonti idriche e proteggere gli ecosistemi.

Si tende a dimenticarlo, ma bacini idrici e laghi costituiscono una risorsa fondamentale, perché immagazzinano l’87% dell’acqua dolce allo stato liquido del Pianeta. Il monitoraggio dei laghi non è preciso come quello dei fiumi e si tende a sottovalutare i segni di crisi.

«Questa è la prima valutazione completa delle tendenze e dei driver della variabilità globale dello stoccaggio dell’acqua lacustre, basata su una serie di satelliti e modelli», ha affermato Yao sull’importante ricerca condotta.

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