Mercoledì pomeriggio, al Duomo di Milano, è stato celebrato il funerale di Stato di Silvio Berlusconi. Dalla sede di Mediaset, nel frattempo, cinquemila palloncini azzurri hanno preso il volo.
Un gesto simbolico ma altamente inquinante che poteva essere evitato.
Il funerale
L’ultimo saluto all’uomo politico più controverso dell’ultimo trentennio, quello che ha, nel bene e nel male, segnato un’epoca.
Un funerale di Stato, celebrato nella magnificenza del Duomo di Milano. Diecimila persone comuni in piazza e mezzo mondo dello spettacolo e della politica in chiesa.
L’addio all’uomo sì, ma soprattutto al personaggio.
In questa atmosfera di lutto nazionale – misura particolarmente contestata perché piuttosto anomala e con pochissimi precedenti – nel quale il nero ha fatto da padrone, ecco librarsi nel cielo tanti, tantissimi, troppi palloncini azzurri.
Azzurri come i colori ufficiali di Mediaset, cinquemila come i dipendenti della società.
Una commemorazione non particolarmente originale – e magari anche per questo tranquillamente evitabile. Il gesto dei palloncini in aria per omaggiare un defunto (allo stesso modo delle lanterne cinesi) è sicuramente molto scenico e fin troppo comune, ma con un impatto ambientale devastante.
No, i palloncini non servivano
Un gesto fatto con troppa leggerezza, che avrà conseguenze dannosissime sull’ambiente.
Sì perché i palloncini sono fatti di plastica e perché si sa da dove partono ma non si sa dove arrivano. Plastica che vola in cielo e a un certo punto atterra. Dove? Nel mare, sugli alberi, nell’ambiente in generale. I frammenti si disperdono e inquinano. Oppure, scambiati per cibo, vengono mangiati dagli animali, che hanno così una probabilità 32 volte maggiore di morire rispetto ai loro simili.
Belli e colorati, i palloncini creano sicuramente atmosfera, ma l’estetica non paga i danni che causano. E proprio perché, per ora, non ci sono direttive sovranazionali che ne vietano l’utilizzo e la dispersione, il loro utilizzo è a nostra piena discrezione.
Lanciare 5 mila palloncini in aria non trova una giustificazione valida nemmeno in una circostanza come questa, un atto di noncuranza che sarebbe stato meglio evitare.

Nata a Roma nel 1993, si è laureata in Lettere, con specializzazione in Storia Contemporanea. Attenta al mondo che la circonda, crede fortemente nel potere della collettività: ognuno, a modo suo, può essere origine del cambiamento. Amante del cinema e della letteratura, sogna di scrivere la storia del secolo (o almeno di riuscire a pensarla).
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