Sull’asfalto grigio del marciapiede di fronte alla Locanda del Mare c’è un tappeto di mozziconi schiacciati, spalmati sul pavimento come se un tempo fossero stati dipinti. Così appiccicati al cemento da esserne diventati una decorazione.
Non ci si chiede più se sia corretto o meno buttarli a terra, ce ne sono a migliaia. Figurati se uno in più o in meno possa fare la differenza. Non c’è nemmeno un posacenere, ma perché segnalarlo? Il proprietario dovrebbe saperlo che sul marciapiede davanti alla Locanda si è creato un mosaico di mozziconi.
La mia vita di mozzicone nasce appena finito il tempo di una sigaretta, il tempo di quattro chiacchere tra una portata e l’altra del pranzo fuori porta della domenica. Come un embrione nella pancia della mamma, resto per un po’ di tempo insieme ad altre sigarette, vengo scelto e maturo il mio tempo tra le dita di un fumatore distratto. Finita la sigaretta, si guarda in giro veloce, senza soffermarsi sul particolare non c’è un posacenere, quindi alza le spalle, magari sorridendo all’amico che ha davanti – come a dire: «E che devo fare?» – e mi lascia cadere, schiacciandomi poi con forza per spegnere anche l’ultima briciola di cenere.
Mentre sto qui, a crogiolarmi nel nulla, eccola la prima goccia… io al contrario di alcuni, ma esattamente come altri mozziconi nati come me tra l’antipasto e il dolce del pranzo di questa domenica, non mi sono ancora ben saldato al cemento del marciapiede. Ecco quindi che la pioggia che scende prima lentamente e poi si fa sempre più forte, mi trascina via veloce, verso il tombino più vicino, verso un’altra vita, verso il mare, forse.
Rifiuti comunissimi
Con il termine littering si intende una tendenza sempre più diffusa di abbandonare con noncuranza i rifiuti nelle aree pubbliche, nei parchi, nelle spiagge o semplicemente per strada, anziché utilizzare cestini o bidoni dell’immondizia.
I mozziconi di sigaretta costituiscono il 66% dei rifiuti abbandonati per strada. Un numero enorme di scarti abbandonato al proprio destino, a decomporsi in tantissimo tempo direttamente nell’ambiente.
Inconsapevolezza sui danni ambientali che comportano, ma anche mancanza di controllo e di sanzioni, nonché assenza di appositi cestini e posacenere. Sono queste le motivazioni più comuni di un atteggiamento così consolidato.
Dei 6 trilioni di sigarette fumate in tutto il mondo, infatti, ben 4,5 trilioni finiscono nell’ambiente: 14 miliardi soltanto in Italia. Un rifiuto così comune sulle spiagge che l’UNEP ha confermato che il 40% della spazzatura nel Mediterraneo è rappresentata dai mozziconi. A seguire, bottiglie, sacchetti di plastica e lattine.
Di che cosa è fatto un mozzicone di sigaretta?
Le sigarette sono fatte con circa 1 grammo di tabacco a cui si aggiungono varie sostanze (esaltatori dell’aroma, sostanze filtranti), avvolti poi in un foglietto di carta composto da sostanze collanti e inchiostro. Il filtro trattiene in parte le sostanze della combustione ed è realizzato da acetato di cellulosa assieme a sostanze plastiche fibrose.
Arsenico, formaldeide, ammoniaca, acido cianidrico e nicotina sono solo alcune delle 4 mila sostanze chimiche contenute nei mozziconi.
Quanto dura un mozzicone di sigaretta nell’ambiente?
Il mozzicone di una sigaretta senza filtro non dura molto nell’ambiente: fatto con sola carta e fibre vegetali di tabacco, risulta biodegradabile e impegna tra i sei e i dodici mesi a decomporsi.
Questo processo varia a seconda dell’umidità e della temperatura del luogo in cui si trova. Cambia quindi se viene disperso in spiaggia, in un prato o riesce a raggiungere il mare.
Quando si trova fuori casa, il 70% delle persone getta il mozzicone a terra. Questo ha un impatto decisamente peggiore quando la sigaretta fumata conteneva il filtro (con le sue microplastiche e sostanze tossiche). Essendo fatto con un materiale chimico sintetico molto resistente infatti, in condizioni normali, il mozzicone potrebbe impiegare tra i 5 e i 12 anni per disintegrarsi. Nel frattempo, potrebbe essere mangiato da un pesce o un uccello.
Quanti danni provoca un mozzicone abbandonato?
Buttati in strada o spesso nei tombini (un modo piuttosto spartano di fare pulizia in strada). Oppure nei parchi e nelle aree verdi (con il rischio anche di provocare incendi). Gettati in spiaggia o direttamente in mare durante il bagno oppure lasciati scivolare giù nelle fogne tirando lo sciacquone del water. Abbandonati nell’ambiente, si fanno strada nelle fogne, spesso anche a causa di impianti di depurazione inefficienti, raggiungono i fiumi e infine il mare.
Un solo mozzicone può contaminare fino a 1000 litri d’acqua. Il filtro, non biodegradabile, si frantuma in migliaia di microplastiche che rimangono poi nel mare.
A evidenziare la pericolosità di questo tipo di rifiuti, alcuni studi hanno dimostrato che le sostanze rilasciate in un litro di acqua dopo 24 ore da 5 mozziconi bloccano del 50% la crescita di microalghe. Due mozziconi hanno effetti negativi sull’attività dei batteri marini.
Alterazioni cellulari nei tessuti dei mitili e nello sviluppo delle ostriche sono stati registrati con una quantità anche inferiore di mozziconi in acqua (da 0.3 a 2.5 mozziconi per litro).
Un tempo di decomposizione così lungo come quello che abbiamo visto può provocare l’ingestione accidentale dei filtri da parte di uccelli pesci e tartarughe. Ma non solo, se i mozziconi finiscono in natura, possono essere mangiati da animali selvatici, provocare incendi boschivi o essere ingeriti da bambini o animali domestici nei parchi o in spiaggia.
Mozzicone di sigaretta: dove va buttato?
I mozziconi non sono riciclabili. Altro errore frequente è buttarli nell’umido: come abbiamo visto però le sostanze contenute sono nocive e non vanno disperse nemmeno nel compost.
Per smaltirli correttamente occorre gettarli nell’indifferenziato, dopo averli spenti con cura.
Un gesto in apparenza insignificante, ma che, se compiuto da tutti, limiterebbe tantissimo la nostra impronta sui mari e l’ambiente.
Nata a Roma nel 1993, si è laureata in Lettere, con specializzazione in Storia Contemporanea. Attenta al mondo che la circonda, crede fortemente nel potere della collettività: ognuno, a modo suo, può essere origine del cambiamento. Amante del cinema e della letteratura, sogna di scrivere la storia del secolo (o almeno di riuscire a pensarla).