La Posidonia oceanica è una pianta endemica del Mediterraneo.
Fondamentale per la creazione e la conservazione degli habitat marini e particolarmente sensibile ai cambiamenti ambientali, la Posidonia rappresenta una risorsa essenziale per la salute dei nostri mari.
Pesca a strascico, inquinamento e infrastrutture marittime ne compromettono l’esistenza. Ecco perché sono così importanti progetti innovativi per la riforestazione delle praterie di Posidonia, come quello raccontato dal documentario Roots of the Sea.
Le soluzioni basate sulla natura per riparare i danni causati dall’uomo
L’uomo è la principale causa di molti problemi in natura. Se gli esseri umani hanno creato un problema, sono anche in grado di trovare le soluzioni, grazie alla scienza e alla tecnologia, all’innovazione e agli aiuti che la natura stessa ci fornisce.
Il sito IUCN, International Union for Conservation of Nature, dà la seguente definizione delle soluzioni basate sulla natura:
«Le soluzioni basate sulla natura sono azioni per proteggere, gestire in modo sostenibile e ripristinare gli ecosistemi naturali e quelli modificati affrontando le sfide in modo efficace e adattativo, fornendo al contempo benessere per gli esseri umani e benefici per la biodiversità».
Il progetto narrato da Roots of the Sea è una soluzione che aiuta l’uomo, la natura e gli ecosistemi, e al tempo stesso una risposta ai cambiamenti ambientali con l’uso di biopolimeri.
L’importanza della Posidonia
Il nostro Pianeta è ricco di acqua e dallo spazio appare nel suo colore blu oceano. Mari e oceani coprono il 70% della superficie terrestre e ci forniscono il 50% dell’ossigeno che respiriamo, oltre a catturare l’anidride carbonica che gli esseri umani producono in eccesso.
Il Mar Mediterraneo è un ecosistema ricco di biodiversità: fornisce cibo a diversi organismi viventi, uomo compreso, aiuta a regolare il clima del Pianeta, permette di viaggiare e creare scambi e comunicazione. La ricchezza in biodiversità dei nostri mari e la sua bellezza è tale che molte specie vegetali e animali che vivono nelle profondità marine non sono state ancora scoperte e classificate.
Una pianta molto utile agli ecosistemi marini e all’uomo è senz’altro la Posidonia oceanica, una pianta acquatica endemica del Mar Mediterraneo spesso scambiata per un’alga.
Anche grazie al documentario Roots of the Sea, scopriamo gli enormi benefici ambientali che questa pianta ci regala: le praterie di Posidonia, che si formano fino a una profondità di 35 metri, costituiscono un ecosistema tra i più ricchi del Mediterraneo e producono 20 litri di ossigeno al giorno per metro quadrato, catturando nel frattempo CO2. Presente nel 3% dei fondali marini, la Posidonia con le sue radici aiuta a contenere l’erosione marittima della costa.
Oggi l’azione dell’uomo e dei cambiamenti climatici sta mettendo in pericolo le praterie di Posidonia oceanica. L’inquinamento, la pesca a strascico, il riscaldamento globale insieme alle azioni umane portano alla riduzione delle praterie di Posidonia del 5% ogni anno.
Questa pianta è stata inserita nella lista degli habitat prioritari a rischio scomparsa.
Ripristinare le praterie di Posidonia
Nasce in Toscana grazie al Parco Nazionale dell’Arcipelago Toscano, Riserva della Biosfera MAB UNESCO un progetto innovativo basato sui biopolimeri per ripristinare le praterie di Posidonia oceanica nel Mediterraneo.
Con l’obiettivo di sensibilizzare la società civile al problema della Posidonia oceanica e trovare soluzioni per il futuro, il documentario Roots of the Sea ripercorre le tappe principali della progettazione e della creazione di impianti utili per la riforestazione ecosostenibile di praterie di Posidonia.
Un progetto di sostenibilità ambientale sulle coste marine toscane che coinvolge i Dipartimenti di Ingegneria Civile e Industriale e di Biologia dell’Università di Pisa, l’ISPRA, Istituto superiore per la protezione e la ricerca ambientale e l’Acquario di Livorno.
La sperimentazione è iniziata nel 2016 con la sfida di impiantare nuove talee di Posidonia oceanica e farle attecchire al substrato grazie all’utilizzo di un innovativo supporto senza l’uso della plastica. Il gruppo di lavoro, coordinato dal Professor Cinelli, ha sperimentato nelle vasche dell’Acquario di Livorno sette diversi tipi di biopolimeri, tutti biodegradabili nell’arco di due anni, tempo necessario alla pianta di Posidonia per mettere solide radici.
Nel 2021 è nato un primo prototipo di filato dal quale si è ricavata una geostuoia con la tecnica knit, una rete a maglie variabili in grado di adattarsi al fondale marino.
Oggi siamo arrivati alle fasi finali del progetto: appena saranno disponibili gli ultimi dati scientifici necessari, la geostuoia sarà trasferita dalle vasche dell’Acquario di Livorno al mare dell’Isola d’Elba.
I biopolimeri e le soluzioni basate sulla natura saranno sempre più importanti per un mondo che vuole sostituire la plastica, molto inquinante e con lunghi tempi per degradarsi, con polimeri di origine biologica che si degradano molto più facilmente e velocemente.
Questi polimeri hanno numerosi campi di applicazione e permettono di ripristinare gli ambienti naturali, marini e terrestri, con la volontà di preservare l’ambiente attorno a noi e godere dei suoi benefici gratuiti e della grande bellezza e meraviglia del nostro Pianeta Terra.
Green blogger, content creator, eco-biologa si occupa di comunicazione online in ambito green, natura e ambiente. Attraverso il suo blog, Curiosa di natura, fa conoscere a tutti la bellezza della natura, raccontando le esperienze di chi ha fatto la differenza per il Pianeta. È stata nominata tra le LinkedIn Top Voices Ambiente Italia 2021.