Riscaldare la città con i data center: il caso Rozzano e il futuro dell'energia urbana

A Rozzano, il calore dei server di TIM Enterprise viene recuperato per riscaldare oltre 5.000 appartamenti, riducendo le emissioni di CO₂ e il consumo di gas. Un progetto innovativo che potrebbe trasformare il futuro delle città sostenibili in Italia.

Riscaldare la città con i data center: il caso Rozzano e il futuro dell'energia urbana - immagine di copertina

    Rozzano diventa il laboratorio italiano di una rivoluzione energetica e potrebbe ridefinire il concetto di riscaldamento urbano. Grazie alla collaborazione tra TIM Enterprise e GETEC, il calore disperso dai server del data center locale viene recuperato e immesso nella rete di teleriscaldamento. Con questa tecnica oltre 5.000 appartamenti ALER vengono riforniti di riscaldamento. Il sistema consente di abbattere le emissioni di CO₂ di circa 3.500 tonnellate l’anno, l’equivalente della piantumazione di 17.500 alberi. Un’innovazione che, se adottata su larga scala, potrebbe ridefinire il rapporto tra infrastrutture digitali e sostenibilità ambientale.

    Come funziona il riscaldamento urbano dai data center

    Il principio è semplice quanto ingegnoso: i server generano calore durante il loro funzionamento e, invece di disperderlo, viene recuperato attraverso scambiatori di calore e pompe di calore. Questo calore viene trasferito all’acqua della rete di teleriscaldamento, riducendo la necessità di bruciare gas naturale per il riscaldamento degli edifici. A Rozzano, il data center di TIM Enterprise si estende su 90.000 metri quadrati e rappresenta una delle più grandi infrastrutture digitali d’Europa. Il suo potenziale termico, finora sprecato, diventa ora una risorsa strategica per la città.

    Una scelta strategica per la sostenibilità urbana

    L’iniziativa di Rozzano si inserisce in un trend europeo che punta a rendere le città più sostenibili sfruttando risorse alternative. La vicesindaca di Rozzano, Maria Laura Guido, sottolinea con orgoglio che questo sia il primo esempio in Italia di un comune che integra una fonte energetica innovativa per il teleriscaldamento. Questa soluzione, non solo abbassa le emissioni, ma riduce anche la dipendenza dal gas fossile, un aspetto cruciale alla luce della crisi energetica e della necessità di transizione ecologica.

    Il futuro: verso un modello di città intelligente

    L’esempio di Rozzano potrebbe aprire la strada a una diffusione su scala nazionale. Già a Milano, A2A Calore e Servizi ha avviato un progetto simile per sfruttare il calore di scarto del data center Avalon 3 di Retelit. Sarà destinato a riscaldare circa 1.250 famiglie nel Municipio 6. Le smart city del futuro non saranno solo più digitalizzate, ma sapranno trasformare le proprie infrastrutture in un ecosistema interconnesso e autosufficiente dal punto di vista energetico.

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