
Tra gli animali che popolano le foreste del Madagascar, c’è il sifaka, un lemure che si distingue non solo per l’aspetto – il manto chiaro, gli occhi fissi e le lunghe zampe – ma soprattutto per come si muove. Non cammina, salta. E quando è costretto a terra, si sposta in verticale, saltando di lato, tenendo le braccia alzate per l’equilibrio. Vive tra gli alberi, si nutre di foglie e frutta, vive in gruppi sociali organizzati, comunica con richiami secchi. Eppure non è molto conosciuto, se non per qualche scena in un cartone animato.
Un aspetto elegante, occhi ipnotici e un corpo fatto per il salto
Il sifaka non è un lemure qualsiasi. Le sue proporzioni sono quelle di un atleta: arti posteriori allungati, braccia più corte, coda lunga e folta, collo snello e muso affilato. Queste caratteristiche gli permettono di compiere salti di oltre 10 metri tra un albero e l’altro, sfruttando una tecnica chiamata “vertical clinging and leaping”, cioè appiglio verticale e salto. È così che si sposta con precisione tra i rami, usando le zampe posteriori come molle e atterrando con estrema stabilità.
Una delle sue peculiarità più affascinanti è il modo in cui si muove a terra. Invece di camminare a quattro zampe, come fanno molti primati, il sifaka si sposta lateralmente con balzi ritmici sulle zampe posteriori, tenendo le braccia sollevate per mantenere l’equilibrio. Questo stile di locomozione viene spesso definito “pogo walk”, per la somiglianza con il rimbalzo del bastone a molla (pogo stick). È un comportamento unico, che combina biomeccanica e adattamento in modo sorprendente, e che gli ha valso il soprannome di lemure danzante.
Le specie più conosciute, come il sifaka di Verreaux (Propithecus verreauxi), hanno un manto bianco-crema con macchie scure sulla testa, mentre altre, come il sifaka diadema (Propithecus diadema), presentano colorazioni grigie, arancioni o nere a seconda della regione. Gli occhi, grandi e spesso gialli, rafforzano l’aspetto alieno, quasi ipnotico, di questo animale.
Dove vive il sifaka e come si adatta al suo ambiente
Il Madagascar è l’unico luogo al mondo in cui vivono le diverse specie di sifaka. Questi animali occupano ambienti differenti dell’isola: foreste secche nel sud-ovest, foreste pluviali nel nord-est, zone montane centrali e aree semi-aride. Questa diversificazione ecologica ha portato a una speciazione notevole, con almeno 9 specie riconosciute.
Nonostante la loro adattabilità, i sifaka sono estremamente dipendenti dagli alberi. Passano la maggior parte del tempo tra i rami, dove si muovono agilmente per cercare cibo, sfuggire ai predatori e socializzare. Sono animali diurni e vivono in gruppi familiari di 2-13 individui.
L’isola, però, è anche uno degli hotspot mondiali della perdita di habitat. La deforestazione per l’agricoltura, la raccolta del legno e gli incendi stanno distruggendo rapidamente l’ambiente dei sifaka. Alcune specie, come il sifaka di Perrier (Propithecus perrieri), sono oggi classificate come “in pericolo critico” dalla IUCN.
Come si riproduce il sifaka e cosa sappiamo dei piccoli
Il ciclo riproduttivo del sifaka segue un andamento stagionale, legato alla disponibilità di cibo. L’accoppiamento avviene solitamente tra gennaio e marzo, con una gestazione di circa cinque mesi. Le femmine partoriscono un solo cucciolo, che resta aggrappato alla madre per diversi mesi e inizia a esplorare l’ambiente solo dopo il terzo mese di vita.
Il legame madre-figlio è molto stretto e dura oltre un anno, durante il quale il piccolo apprende tutto ciò che gli servirà per sopravvivere: quali piante sono commestibili, come muoversi tra gli alberi, come comportarsi nel gruppo. I sifaka raggiungono la maturità sessuale tra i 2 e i 4 anni e, in condizioni favorevoli, possono vivere fino a 20 anni in natura, anche se la media reale è spesso inferiore, a causa delle pressioni ambientali e della predazione.

Cosa mangia, come vive e perché è importante per la foresta
Il sifaka è un erbivoro selettivo. Si nutre principalmente di foglie giovani, germogli, frutta, fiori e, occasionalmente, corteccia. La sua dieta varia a seconda della stagione e della disponibilità di cibo, ma tende a preferire piante ricche di acqua e nutrienti.
Grazie alla sua alimentazione e al suo modo di muoversi, svolge un ruolo cruciale nella dispersione dei semi e nella rigenerazione delle foreste. Spostandosi ogni giorno su grandi distanze e lasciando dietro di sé semi digeriti, il sifaka contribuisce al mantenimento della biodiversità vegetale.
La vita sociale del sifaka è altrettanto interessante. I gruppi sono matrilineari (le femmine dominano), con una struttura stabile e gerarchie definite. La comunicazione è complessa e avviene attraverso vocalizzazioni, posture e movimenti. Il nome “sifaka” deriva proprio da un verso caratteristico emesso per avvertire del pericolo: un “shi-fak” secco e acuto.
Conservazione e progetti per salvare il sifaka
Come accennato prima, la sopravvivenza del sifaka è strettamente legata alla tutela del suo habitat. Molte delle sue specie, come Propithecus candidus e Propithecus perrieri, sono classificate come “Critically Endangered” dalla IUCN.
Organizzazioni come la Lemur Conservation Foundation, il Durrell Wildlife Conservation Trust e gruppi locali malgasci stanno portando avanti programmi di monitoraggio, educazione ambientale e riforestazione. Alcuni progetti prevedono anche il coinvolgimento delle comunità locali, offrendo alternative sostenibili all’uso delle risorse forestali. La conservazione del sifaka non è solo una battaglia per salvare una specie affascinante: è un banco di prova per il futuro della biodiversità dell’intero Madagascar.