Stadttunnel: a Zurigo la ciclabile sotterranea che batte l’auto su tutti i fronti

Stadttunnel: pista ciclabile sotterranea di Zurigo. 440 metri, 1.240 posti bici. Un esempio brillante di riuso urbano intelligente.

Stadttunnel: a Zurigo la ciclabile sotterranea che batte l’auto su tutti i fronti - immagine di copertina

    Ci sono città che parlano di mobilità sostenibile come fosse un buon proposito da calendario dell’Avvento. E poi c’è Zurigo, che invece di limitarsi a dichiarazioni ispirate, scende sotto terra e costruisce. Letteralmente. Nella primavera del 2025, nel cuore della capitale economica della Svizzera, è stato inaugurato uno dei progetti più ambiziosi d’Europa in materia di mobilità ciclabile: lo Stadttunnel, una pista sotterranea lunga 440 metri, ricavata da un vecchio tunnel autostradale mai completato. E se l’idea di pedalare sotto una delle aree più congestionate della città può sembrare un esercizio da romanzo distopico, la realtà è che si tratta di un intervento ingegnoso, funzionale e soprattutto necessario. Perché quando la superficie è un campo di battaglia urbano, la salvezza passa dal sottosuolo.

    Sotto la stazione, sopra le aspettative

    Lo Stadttunnel si snoda esattamente sotto la stazione centrale, tra Kasernenstrasse e Sihlquai, un’area nota ai zurighesi per essere più affollata di un festival techno a capodanno. Lunga 440 metri e larga tra i 4 e i 6 metri, la galleria offre un passaggio protetto e fluido per i ciclisti, con un limite di velocità di 20 km/h pensato per evitare gare clandestine tra pendolari in ritardo. Non si tratta solo di un tunnel, ma di un intero ecosistema ciclabile sotterraneo: al suo interno è stato realizzato anche un maxi parcheggio gratuito con 1.240 posti bici, collegato direttamente alla galleria e alla zona commerciale sotto i binari. In pratica, è possibile arrivare in centro in bici, parcheggiarla in sicurezza e fare la spesa, tutto senza dover affrontare né semafori né clacson isterici.

    Una metamorfosi urbanistica lunga decenni

    Il tunnel non è nato per le biciclette. Anzi, la sua storia inizia con un’idea agli antipodi: un’arteria autostradale pensata negli anni Ottanta per attraversare il centro di Zurigo. Un piano che, come molti progetti figli del culto dell’automobile, fu accantonato dopo una robusta opposizione pubblica. Nel 2011, l’associazione Pro Velo ha avuto l’intuizione geniale di riutilizzare il tunnel per la mobilità ciclabile, avviando un percorso che avrebbe richiesto dieci anni di attivismo e una votazione popolare nel 2021, dove il progetto ha ottenuto l’approvazione del 74% dei cittadini. Il cantiere, costato circa 38 milioni di franchi, è durato quattro anni. Il risultato? Una galleria che oggi è simbolo di riconversione intelligente, un esempio concreto di come si possa passare da un’autostrada a una via di fuga dal traffico.

    Più che una ciclabile, una dichiarazione d’intenti

    Lo Stadttunnel non è solo una questione di infrastruttura. È una dichiarazione politica, sociale e culturale. In un’epoca in cui le città europee si riempiono di promesse green spesso inconsistenti, Zurigo costruisce un pezzo reale di futuro. Offrire ai ciclisti un passaggio sicuro proprio nel punto più critico della città significa dare priorità alle persone, non ai paraurti. Significa progettare lo spazio urbano con logica e rispetto per chi lo attraversa ogni giorno. E soprattutto significa capire che la mobilità dolce non è più un vezzo da eco-borghesia alternativa, ma una necessità strutturale per la qualità della vita urbana.

    Un modello replicabile?

    Il successo dello Stadttunnel apre un’altra domanda: perché un’idea così sensata sembra ancora utopica in molte altre città europee? Forse perché altrove i tunnel si usano solo per passare sotto al problema, non per risolverlo. Riutilizzare infrastrutture incomplete per scopi sostenibili non è solo una mossa ecologica, ma una lezione di urbanismo circolare. Con 38 milioni di franchi, Zurigo ha recuperato un’opera abbandonata, decongestionato un nodo critico e reso la bici una scelta naturale, non una lotta quotidiana contro i SUV. Non è poco, per un buco sotto terra.

    tags: bicicletta

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