I luoghi più assurdi del mondo: Stonehenge

Dalla costruzione millenaria al significato ancora incerto, Stonehenge è uno dei luoghi più iconici del Pianeta. Oggi, tra turismo sostenibile e tutela archeologica, continua a stimolare domande e a ispirare rispetto per il nostro patrimonio comune.

I luoghi più assurdi del mondo: Stonehenge - immagine di copertina

    Nel sud dell’Inghilterra, immerso nelle pianure dello Wiltshire, si erge uno dei siti archeologici più enigmatici del Pianeta: Stonehenge. Un complesso di megaliti disposti in cerchi concentrici, la cui origine, scopo e costruzione continuano ad alimentare ipotesi e teorie da secoli. Nonostante i numerosi studi archeologici, molte domande restano aperte: perché fu costruito? Chi trasportò quelle enormi pietre da chilometri di distanza? E come ci riuscì?

    Considerato Patrimonio dell’Umanità dall’UNESCO, Stonehenge è oggi un simbolo della complessità delle antiche civiltà e del loro rapporto con l’ambiente. Ma oltre all’aspetto storico e culturale, questo luogo straordinario ci invita a riflettere anche sul presente: come viene gestito oggi un sito così delicato dal punto di vista ambientale? Quali pressioni esercita il turismo? In che modo la conservazione del patrimonio può convivere con l’accessibilità?

    Un sito neolitico tra i più studiati al mondo

    La costruzione di Stonehenge risale a un arco temporale molto ampio, tra il 3000 e il 1600 a.C., e fu portata avanti in diverse fasi. Le pietre più grandi, note come sarsen, provengono dalla zona di Marlborough Downs, a circa 25 chilometri di distanza. Le più piccole, le cosiddette bluestone, provengono invece dal Galles, a oltre 200 chilometri dal sito. Il loro trasporto resta ancora oggi oggetto di studio: non si sa con certezza se furono trascinate su zattere, su slitte, o tramite tecniche ancora sconosciute.

    Ciò che colpisce maggiormente è la precisione dell’allineamento delle pietre con i fenomeni astronomici. Il solstizio d’estate, in particolare, è perfettamente visibile lungo l’asse principale del complesso. Questo ha portato a considerare Stonehenge come un possibile osservatorio solare preistorico, o come un luogo cerimoniale legato ai cicli stagionali. Diverse ipotesi suggeriscono anche funzioni sepolcrali o terapeutiche, viste le tombe ritrovate nei dintorni.

    Stonehenge è circondato da un ampio paesaggio rituale, con tumuli funerari, percorsi cerimoniali e altre strutture megalitiche, creando un complesso che va ben oltre il solo cerchio di pietre. Ogni anno, attira archeologi da tutto il mondo, determinati a decifrare nuovi indizi sulla sua costruzione e funzione.

    Il paesaggio rituale di Stonehenge

    Quando si parla di Stonehenge, l’immaginario collettivo si concentra spesso solo sul celebre cerchio di pietre. Ma la realtà è ben più complessa: quel sito non è un monumento isolato, bensì il cuore di un paesaggio rituale che si estende per chilometri, costellato di strutture archeologiche connesse tra loro da funzioni cerimoniali, simboliche e astronomiche.

    Una delle scoperte più rilevanti degli ultimi decenni è Durrington Walls, situato a circa tre chilometri da Stonehenge. Si tratta di un grande villaggio neolitico che, secondo gli archeologi, ospitava le persone impegnate nei lavori di costruzione del sito. Alcuni studi ipotizzano che fosse anche un luogo in cui si svolgevano cerimonie legate alla vita, mentre Stonehenge, più orientato verso il culto dei morti, rappresentasse la dimensione della morte. Due poli rituali di uno stesso complesso simbolico.

    A breve distanza si trovano anche i resti di Woodhenge, un altro cerchio, ma in questo caso composto da pali di legno. Questo sito, meno noto ma archeologicamente rilevante, era probabilmente utilizzato per cerimonie diverse rispetto a quelle di Stonehenge. L’uso del legno, materiale deperibile, potrebbe essere stato simbolicamente associato alla vita, in contrapposizione alla pietra, legata all’eternità.

    Non va dimenticato il percorso cerimoniale noto come Avenue, un corridoio di terra battuta lungo circa tre chilometri che collega Stonehenge al fiume Avon. Alcune teorie suggeriscono che si trattasse di un percorso rituale seguito durante particolari celebrazioni o processioni religiose.

    Queste strutture, unite da allineamenti astronomici e relazioni simboliche, indicano che l’intera area era progettata per rappresentare un sistema rituale complesso. Grazie a nuove tecnologie di mappatura sotterranea, gli archeologi hanno individuato decine di altre strutture nel sottosuolo che potrebbero estendere ulteriormente la portata del complesso.

    Oggi il concetto di “paesaggio rituale” è fondamentale per capire la portata culturale di Stonehenge. Non è solo un sito iconico, ma il centro di una rete di spazi sacri che ci raccontano il rapporto profondo che le antiche comunità avevano con la natura, la morte, il tempo e il cielo.

    Stonehenge

    Le ipotesi sul suo significato: astronomia, spiritualità o salute?

    Uno degli aspetti più affascinanti di Stonehenge è il significato che potrebbe aver avuto per le popolazioni che lo costruirono. Alcuni studiosi vedono nel sito un vero e proprio calendario astronomico, progettato per monitorare il movimento del Sole e della Luna. Il fatto che l’asse del sito sia perfettamente orientato verso il sorgere del Sole durante il solstizio d’estate ha consolidato questa ipotesi.

    Altri ritengono che Stonehenge avesse una funzione cerimoniale o religiosa. Potrebbe essere stato un punto di incontro per rituali collettivi legati alla fertilità della terra, ai raccolti o al culto degli antenati. Il grande impegno richiesto per la costruzione suggerisce un significato fortemente simbolico per la comunità.

    C’è anche chi ha proposto un’interpretazione diversa: secondo alcune ricerche, il sito sarebbe stato una sorta di luogo di cura, forse legato a pratiche sciamaniche. Alcuni resti scheletrici ritrovati nella zona mostrano segni di malattie o lesioni, il che potrebbe indicare che le persone si recavano a Stonehenge con la speranza di guarire.

    Infine, è impossibile ignorare il ruolo che il sito ha oggi nell’immaginario collettivo. Per molti è ancora un luogo sacro, oggetto di pellegrinaggi spirituali, raduni per il solstizio o semplicemente meta di curiosi e appassionati di misteri antichi. Questo fascino senza tempo contribuisce alla complessità dell’esperienza che Stonehenge continua a offrire.

    Pressioni turistiche e sostenibilità ambientale

    Con oltre un milione di visitatori l’anno, Stonehenge è uno dei siti archeologici più frequentati del Regno Unito. La gestione dell’impatto turistico è quindi una delle principali sfide. Il rischio di danneggiamento fisico del sito, l’erosione del terreno e il disturbo del paesaggio circostante sono tra i problemi che hanno spinto le autorità a rivedere l’accesso e i percorsi di visita.

    L’English Heritage, che gestisce il sito, ha implementato misure di contenimento, come sentieri delimitati, limiti di accesso e un centro visitatori eco-progettato che fornisce informazioni e servizi in modo sostenibile. Negli ultimi anni si è parlato molto anche del controverso progetto di costruzione di un tunnel autostradale che dovrebbe passare nelle vicinanze del sito. Alcuni temono che possa compromettere il paesaggio e l’equilibrio ambientale dell’area.

    Un mistero ancora vivo

    Stonehenge continua ad affascinare per la sua imponenza, per i misteri che cela e per il legame profondo che mantiene con la natura e il cielo. È un luogo dove passato, scienza, spiritualità e ambiente si intrecciano, offrendo un esempio potente di quanto l’ingegno umano sia stato, fin dall’antichità, capace di dialogare con il territorio.

    Oggi, visitarlo significa non solo confrontarsi con un enigma millenario, ma anche riflettere su come proteggere un sito tanto delicato quanto simbolico. Resta un patrimonio condiviso, da osservare, rispettare e tramandare con consapevolezza.

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