
Un grazioso giardino in barattolo, per regalare alla casa un tocco di natura: è questa l’idea alla base del terrarium, un vero e proprio ecosistema in miniatura. Sempre più popolare fra gli appassionati di giardinaggio, soprattutto in contesti urbani dove gli spazi domestici per coltivare sono assai ridotti, la realizzazione di un terrario consente di mettere alla prova il proprio pollice verde e, ovviamente, di lasciar fluire la creatività. Ma come si realizza?
Innanzitutto, affinché il terrarium sia il più possibile sostenibile, dovrà essere realizzato unicamente con materiali di riciclo: vetri, barattoli, corde, sughero. Dopodiché, bisogna scegliere le specie vegetali giuste a seconda del tipo di progetto che si vorrà realizzare.
Il tipo di terrarium

Il primo passaggio è ovviamente quello della progettazione, nonché della scelta del tipo di terrarium da realizzare. In via esemplificativa, per chi si avvicina per la prima volta a questo universo, si possono identificare due grandi gruppi di giardini in bottiglia:
- i terrarium aperti, quindi dotati di apposite fessure superiori o laterali, che possono quindi essere gestiti facilmente dall’esterno. Ad esempio aggiungendo nuove piante o, ancora, per le necessità di annaffiatura e fertilizzazione;
- i terrarium chiusi, che rappresentano dei veri e propri ecosistemi autosufficienti, in grado di rigenerarsi per decenni senza nessun intervento esterno.
La creazione di terrarium chiusi è molto complessa, poiché richiede un’attenzione certosina al tipo di popolazione che popolerà il barattolo – dai vegetali agli insetti, passando per i minerali – affinché sia autosufficiente. Per questa ragione, ci si concentrerà sui più semplici terrarium aperti, davvero alla portata di tutti, anche per chi si avvicina per la prima volta a questo universo.
La realizzazione del terrarium in barattolo

Scelta la tipologia di terrarium da realizzare, è necessario prendere in considerazione tutti i passaggi che permetteranno di dar vita al proprio giardino in miniatura. In linea generale, si dovrà prestare attenzione:
- ai materiali di recupero necessari per il progetto;
- al tipo di substrato da utilizzare;
- alla specie vegetali da preferire.
L’occorrente per realizzare il giardino in barattolo
Il primo passaggio è sicuramente quello del recupero di tutti i materiali necessari al progetto. Come accennato in apertura, è sicuramente consigliato riciclare tanti oggetti abbondantemente presenti in casa, che altrimenti si trasformerebbero in rifiuti: un modo intelligente non solo per ottenere un terrarium il più possibile sostenibile dal punto di vista ambientale, ma anche per lanciarsi nel riciclo creativo.
A seconda della tipologia di progetto, potrebbero servire:
- barattoli, bottiglie, anfore, bacinelle o vasetti, rigorosamente in vetro. La scelta fra tutte queste alternative deriva sia dalle dimensioni – meglio scegliere contenitori abbastanza generosi, così da lavorare senza troppi intoppi – che dalla loro forma;
- ghiaia, sassolini, sabbia e terriccio, per creare il substrato sul quale verranno adagiate le piante;
- carbone attivo e palline di argilla espansa, per assicurare un buon drenaggio al substrato e ridurre l’umidità in eccesso;
- muschio, cortecce, pezzetti di legno, sassi dalle forme particolari, in qualità di elementi decorativi del mini-giardino.
La predisposizione del substrato

Scelti i materiali da utilizzare, il passaggio successivo è quello della realizzazione del substrato. Si tratta di un’attività da non sottovalutare, poiché fondamentale per garantire il giusto drenaggio alle piante, permettere la distribuzione delle sostanze nutritive nel suolo ed evitare la formazione di cattivi odori oppure muffe.
Di norma, si realizzano diversi strati, cercando di riprodurre il più possibile la composizione che si potrebbe trovare originariamente in natura. Per questa ragione, si può procedere con:
- uno strato di drenaggio, da adagiare come primo livello sul fondo del barattolo. È sufficiente mescolare ghiaia, sassolini e palline di argilla espansa, per assicura un buon deflusso dei liquidi ed evitare eccessivi ristagni d’acqua, che potrebbero portare le radici delle piante a marcire. Lo strato deve essere generoso, almeno di 2-3 centimetri a seconda della grandezza del contenitore: bisogna infatti ricordare che i barattoli in vetro non hanno fori di deflusso dell’acqua, di conseguenza ci devono essere degli elementi minerali utili a filtrarla e assorbirla;
- uno strato di carbone attivo, all’incirca di un centimetro, per filtrare l’acqua allo scopo di evitare la formazione di muffe, cattivi odori o la crescita di funghi indesiderati;
- uno strato generoso di terriccio, anche oltre ai 5 centimetri, che servirà alle piante per sviluppare le loro radici. Può essere utile anche aggiungere dei granuli di perlite, per gestire al meglio il deflusso dell’acqua;
- un ultimo strato decorativo, da ricoprire con muschio, sassolini, ghiaia o segatura, a seconda del proprio gusto.
La scelta e la predisposizione delle piante del terrarium

Sulla scelta delle piante da coltivare nel terrario vi è di certo l’imbarazzo della scelta: ci si può infatti sbizzarrire in base ai propri gusti e, ancora, alle proprie capacità. In linea generale:
- per i principianti, si consiglia di cominciare con piante grasse e succulente, poiché molto resistenti, dalla ridotta manutenzione e capaci di durare davvero a lungo. Fra le tante specie si può provare con l’echeveria, con l’onnipresente Sedum, con la Crassula ovata, il Sempervivum, la Lalanchoe, ma anche i classici cactus, l’aloe vera e l’Havorthia;
- per chi ha maggiore esperienza, o vuole puntare su un terrario chiuso, oltre alle succulente si può pensare a felci o specie che amano una grande umidità. Si ottengono ottimi risultati con la fittonia, la pilea, l’Hypoestes, la Begonia Rez, la tradescantia e molte altre ancora.
Come facile intuire, le piante dovranno essere di dimensioni ridotte. Inoltre, le si potranno ricavare da talee, divisione dei cespi, bulbi e rametti di varietà già in proprio possesso. Bisognerà impiantarle nel suolo, prestando attenzione a non rovinare o schiacciare le radici, per poi inumidire e compattare il terreno con piccole quantità d’acqua.
La cura del giardino in barattolo nel tempo

Realizzato il terrarium con le specie di propria preferenza, è infine utile concentrarsi su alcuni consigli di cura, che permetteranno al giardino in barattolo di prosperare per molti anni. In linea generale:
- bisogna prestare attenzione all’esposizione, poiché la presenza del vetro potrebbe fungere da serra, riscaldando enormemente la temperatura interna, fino a cuocere le piante prescelte. Meglio quindi evitare l’esposizione diretta al sole, così come la predisposizione su davanzali o mensole troppo vicine ai termosifoni;
- se il terrarium è aperto, le annaffiature non dovranno essere eccessive: bisognerà sempre ricordarsi dell’assenza di fori di deflusso dell’acqua. Può bastare, quindi, inumidire leggermente il terreno con un erogatore spray o, meglio ancora, un nebulizzatore;
- le foglie ingiallite o morte, per quanto solitamente rappresentino nutrimento per il terreno, andranno ciclicamente rimosse per evitare la formazione di muffe oppure di cattivi odori;
- se il terrario è aperto, potrebbe essere necessaria di tanto in tanto una fertilizzazione con concimi biologici e, se dovessero apparire afidi o affini, un trattamento con repellenti naturali ed ecologici come l’olio di neem o il sapone molle potassico.
Senza troppo sforzo, si potrà approfittare di un bellissimo giardino in miniatura, pronto a colorare gli angoli della casa per anni e regalando la possibilità di osservare un affascinante ecosistema in miniatura.