Tiny House: cosa devi sapere sulle mini-case a basso impatto ambientale

Piccole, sostenibili e molto confortevoli: le Tiny House, ovvero le micro-case indipendenti dal punto di vista energetico, stanno conquistando il mondo. In Italia, tuttavia, alcuni vincoli ne limitano lo sviluppo: ecco perché.

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    Piccole, dotate di ogni confort e dall’impatto ambientale ridottissimo: le Tiny House, ovvero le case di ridottissima metratura spesso autocostruite, stanno conquistando il mondo. Meno che l’Italia, dove il fenomeno non è ancora così diffuso, anche per la presenza di alcuni vincoli di legge, tali da rendere difficile l’implementazione di questa soluzione abitativa.

    Da qualche anno ormai protagoniste indiscusse sulle pagine social dedicate al vivere sostenibile, e di recente anche al centro di programmi televisivi, le Tiny House modificano il paradigma abitativo, riportando al centro non solo l’essenzialità dell’esistenza umana, ma anche un rapporto più equo con l’ambiente. Ma quali sono le caratteristiche di punta di queste piccole case?

    Cosa sono le Tiny House

    Tiny House nel prato

    Conosciute anche con il termine di microcase, le Tiny House sono delle soluzioni abitative realizzate in spazi davvero ridotti, dalla metratura limitata. Spesso autocostruite dagli stessi proprietari, anche utilizzando materiali di riciclo, rappresentano una delle espressioni più recenti del vivere sostenibile: si tratta infatti di casette a bassissimo impatto ambientale, nella maggior parte dei casi anche completamente autosufficienti dal punto di vista energetico.

    Seppur le case di piccole dimensioni siano sempre esistite, il fenomeno si è sviluppato soprattutto negli Stati Uniti a partire dalla fine degli anni 2000, in particolare come conseguenza alla crisi finanziaria del 2008, che ha spinto molte persone a trovare delle soluzioni abitative a basso costo e dalle bollette praticamente inesistenti. La filosofia delle Tiny House si è poi diffusa in tutto il mondo, dove oggi rappresentano una proposta sempre più richiesta in ambito immobiliare, tuttavia in Italia il loro impatto è ancora limitato, data la presenza di alcuni vincoli di legge.

    Le Tiny House nel mondo

    Interno di una Tiny House

    Fatta eccezione per lo Stivale, come si vedrà nei prossimi paragrafi, le Tiny House comparse negli ultimi anni a livello mondiale condividono moltissime caratteristiche in comune. Innanzitutto, si possono avere due principali tipologie di mini-case:

    • le Tiny House su trail, quindi su piani rimorchio dotati di ruote. Per quanto questa soluzione rimanga pressoché fissa nel luogo di edificazione, la presenza di un rimorchio con ruote ne rende più facile la costruzione, non essendo necessari lavori di muratura per le fondamenta;
    • le Tiny House fissate al suolo, indipendentemente siano dotate o meno di fondamenta, che rappresentano una soluzione maggiormente stabile e fissa nel tempo. Possono prevedere basamenti in muratura o, più frequentemente, in legno e in metallo.

    La struttura di queste case è solitamente realizzata con materiali di recupero: i vecchi container da trasporto marittimo rappresentano la scelta più diffusa, ma non mancano strutture in legno, alluminio e acciaio o altri materiali, sempre di recupero. Possono poi essere presenti finestre, vetrate scorrevoli oppure lucernari da soffitto, per incentivare un corretto ricambio dell’aria, nonché la maggiore illuminazione naturale possibile.

    Dal punto di vista energetico, le Tiny House sono spesso delle soluzioni off-grid, ovvero completamente scollegate dalla rete. L’energia elettrica è fornita da pannelli fotovoltaici montati sul tetto, nonché da sistemi di accumulo a batteria per garantire continuità nei giorni poco assolati o, ancora, la notte. L’acqua potabile è fornita da speciali serbatoi, mentre si recupera quella piovana per le altre necessità della casa, come ad esempio quelle di pulizia. Il comparto sanitario, infine, è caratterizzato da servizi igienici a macerazione, a compostaggio oppure a bruciatura dei bisogni fisiologici, così da non richiedere un collegamento al sistema fognario.

    Sono però gli interni a rendere queste mini-case così speciali: nonostante le piccole dimensioni, spesso inferiori ai 25 metri quadrati, le Tiny House offrono tutti i confort di una casa classica, grazie a una sapiente gestione degli spazi. Nel dettaglio:

    • gli elettrodomestici sono perlopiù a incasso o a scomparsa e, per le case più piccole, si utilizzano apparecchi nautici o da camper, per ridurre ulteriormente lo spazio occupato;
    • i mobili sono frequentemente su misura, per recuperare ogni porzione di spazio disponibile, ad esempio trasformando i sottoscala in comodi armadi. Alcune soluzioni da arredamento – come tavoli, piani di lavoro o divani – sono a scomparsa o ribaltabili, così da poterli richiudere quando non in uso;
    • spesso si ricorre a una divisione degli spazi a due livelli, ad esempio con l’installazione di speciali soppalchi, per separare la zona notte da quella giorno, così da rendere gli ambienti ancora più abitabili.

    Grande attenzione è anche conferita agli esterni, di frequente con la previsione di portici, pergolati e terrazze, così da ampliare gli spazi a propria disposizione nelle belle giornate, trasferendo la vita quotidiana dall’interno all’esterno della Tiny House.

    Le Tiny House in Italia

    Così come precedentemente accennato, in Italia le Tiny House non hanno ancora avuto uno sviluppo così ampio come nel resto del mondo, anche per la presenza di alcuni vincoli normativi.

    Le Tiny House fissate al suolo, ad esempio, sono soggette a tutte le disposizioni definite nel Testo Unico dell’Edilizia, ovvero il D.P.R. 380/2001. In particolare:

    • è necessario ottenere delle specifiche autorizzazioni per costruirle, come la SCIA o il permesso a costruire, in base alle dimensioni e alla loro destinazione d’uso;
    • per ottenere l’abilità, è necessario garantire almeno 28 metri quadrati di metratura se destinate a una sola persona e 38 per due abitanti, con altezze minime di 2,70 metri, salvo specifiche diverse a livello locale;
    • se destinate a un uso temporaneo oppure agricolo, e quindi risultano un “manufatto leggero”, potrebbero però non essere necessari dei permessi, fatta eccezione per specifiche diverse all’interno dei regolamenti locali.

    Se, invece, si vuole realizzare una Tiny House su un rimorchio, è necessario rispettare le disposizioni del Codice della Strada e normative destinate ai veicoli, come la UNI EN 13878:2007, anche qualora la micro-abitazione non fosse nei fatti destinata alla circolazione su strada. Ad esempio:

    • si devono rispettare dimensioni di 4 metri di altezza, 2,55 di larghezza e una lunghezza del rimorchio non superiore a 12 metri:
    • per poter essere trainate con veicoli guidati con la patente B, non possono superare le 3,5 tonnellate di peso;
    • queste case su rimorchio devono essere omologate, targate, registrate come rimorchi abitativi e sottoposte a regolare assicurazione.

    È però utile specificare che la Legge 98/2013, che ha convertito il precedente “Decreto Del Fare”, ha stabilito che queste soluzioni abitative su ruote non richiedono permessi edilizi, purché siano utilizzate per esigenze temporanee e non siano ancorate al suolo in modo permanente.

    Ancora, è utile precisare che le indicazioni sopracitate sono solo alcune delle disposizioni di legge da rispettare, anche perché molte prescrizioni sono definite dai regolamenti locali. Ad esempio, diversi Comuni impongono dei limiti temporali al ricorso di queste soluzioni su terreni privati.

    I vantaggi delle Tiny House

    Giardino della Tiny House

    Oltre a essere esteticamente molto gradevoli, nonché confortevoli e sorprendentemente spaziose, le Tiny House offrono numerosi vantaggi di tipo ambientale. Oltre alla ridotta occupazione del suolo, vengono infatti realizzate con materiali da riciclo, spesso ecosostenibili già per loro natura, così da ridurne l’impatto sugli habitat naturali circostanti. Non è però tutto, poiché le micro-case:

    • sono indipendenti dal punto di vista energetico, grazie a fonti completamente rinnovabili e ad emissioni zero di gas climalteranti;
    • non appesantiscono le reti idriche e fognarie pubbliche;
    • possono essere facilmente smantellate e i materiali che se ne derivano riciclabili;
    • obbligano a una gestione degli spazi intelligente, quindi stimolano ad acquisti più mirati, senza accumuli o spese compulsive, che rappresentano oggi una delle maggiori fonti di produzione dei rifiuti nelle case, per via del packaging.

    Secondo alcuni studi scientifici, le Tiny House riducono le emissioni di gas climalteranti dal 47 al 60% di un’abitazione classica: un’idea davvero ecosostenibile, che si spera possa essere sempre più facile da implementare nel nostro Paese.

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