Toxic Town: la miniserie Netflix che racconta il caso Corby, uno dei più gravi scandali ambientali del Regno Unito

da | Mar 12, 2025 | I consigli di managaia.eco, inquinamento | 0 commenti

Toxic Town è una serie scritta da Jack Thorne e diretta da Minkie Spiro. Non è solo un progetto ben realizzato, ma anche e soprattutto un’opera necessaria per ricordare una vicenda drammatica che per anni è rimasta nell’ombra. Il primo episodio, che ha debuttato su Netflix il 27 febbraio 2025, racconta lo scandalo ambientale di cui fu protagonista alla fine degli anni ottanta Corby. Si tratta di una cittadina industriale del Northamptonshire, in Inghilterra.

Conosciuta per la sua grande acciaieria, una delle più importanti del Paese, nel 1980 Corby deve fare i conti con la chiusura dell’impianto che lascia dietro di sé tonnellate di rifiuti industriali altamente tossici. Tra questi: metalli pesanti come piombo, cadmio e arsenico e una profonda instabilità sociale. Lo scenario è quello neorealistico di una cittadina impoverita dalla disoccupazione, immiserita dai divari tra classi e imbruttita dalla miseria dei suoi protagonisti per i quali è stato scelto un cast eccezionale.

Il grande disastro dello smaltimento

Tra il 1984 e il 1999, il consiglio comunale di Corby, nel tentativo di riqualificare l’area e attrarre nuovi investimenti, avviò un vasto progetto di bonifica. Il modo in cui vennero gestiti i rifiuti risultò catastrofico: il terreno contaminato fu scavato e trasportato senza adeguate misure di sicurezza, nubi di polvere tossica si diffusero nell’aria contaminando l’ambiente circostante e le falde acquifere, i rifiuti pericolosi vennero trasportati senza precauzioni in grosse discariche ai margini della città e non furono mai ricoperti. Per anni fango e polvere tossici avvolsero la città, e furono respirati dalla popolazione, con gravi conseguenze per i cittadini e in particolare per le donne in gravidanza.

Urgenza e disperazione nella lotta delle madri

Toxic Town si focalizza sulla lotta di tre madri, magistralmente interpretate da Aimee Lou Wood (Sex Education, The White Lotus), Jodie Whittaker (Doctor Who, Broadchurch) e Claudia Jesse (Bridgerton). Queste combattono contro il consiglio comunale di Corby, ritenuto responsabile delle malformazioni congenite di decine di bambini. Dei neonati nati a Corby tra il 1989 e il 1998, ben 19 riportarono malformazioni congenite agli arti o sopravvissero solo alcuni giorni dopo il parto.

Un’indagine medica confermò che il tasso di difetti agli arti superiori a Corby era tre volte superiore alla media nazionale. Per anni il consiglio comunale negò ogni responsabilità, sostenendo che non esisteva alcun collegamento tra le nascite malformate e l’inquinamento causato dai lavori di bonifica. Sulla vicenda sembrò regnare un silenzio generale, finché Graham Hind, un giornalista del Sunday Times, bussò alla sua porta nel 1999.

Un importante precedente nella giurisprudenza ambientale

Supportate dall’avvocato Des Collins, le famiglie portano avanti una battaglia tenace e dolorosa per dimostrare il legame tra l’inquinamento e le malformazioni dei loro figli. Il processo del 2009 è un punto d’arrivo cruciale e segna un precedente importante nella giurisprudenza ambientale del Regno Unito. Oltre a denunciare l’ingiustizia subita dalle vittime, Toxic Town lancia un messaggio potente sulla necessità di proteggere l’ambiente e sulla responsabilità delle istituzioni nei confronti della salute pubblica. Toxic Town è un tributo al coraggio di chi ha lottato per ottenere giustizia. Allo stesso tempo, è un invito all’azione sui temi dell’ambiente e della giustizia sociale.

Toxic Town e i casi senza voce

“Le discariche illegali e pericolosissime sono sparse un po’ ovunque nel Regno Unito, ma ci si costruisce sopra lo stesso. Non so quanto la gente ne sia consapevole”, evidenzia la produttrice esecutiva, Annabel Jones che ha raccolto le testimonianze di una cittadina e ha promosso la realizzazione della serie. A conferma di questo, uno studio del 2021 condotto dall’agenzia britannica per l’ambiente ha contato 21.000 ex siti di discariche fra Inghilterra e Galles, 1.287 delle quali contenevano rifiuti pericolosi. Di questi siti, 167 si trovano al di sotto di case, negozi o ristoranti e almeno 4 sotto scuole. Quanti altri casi simili a quello di Corby non hanno ancora trovato voce, fuori e dentro il Regno Unito?

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